Agorà

SPORT. Paura per Cannavò: resta «grave»

venerdì 20 febbraio 2009
Rimangano gravi le condizioni di Candido Cannavò, storico direttore e ora editorialista della Gazzetta dello Sport, ricoverato da ieri sera nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Santa Rita di Milano. La sua situazione clinica è "stazionaria e invariata" rispetto a stamani, le sue condizioni generali restano "gravi" e la prognosi "riservatissima". È questo il contenuto del bollettino delle 17 diffuso dalla clinica milanese. Il malore ieri pomeriggio: mentre Cannavò si trovava nella mensa Rcs, in Via Solferino, è stato colpito da vertigini lamentando l'impossibilità a muovere la parte sinistra del corpo. I colleghi hanno chiamato il 118 e un'auto medica ha trasportato Cannavò in ospedale dove è arrivato cosciente e lucido. È stato sottoposto a Tac e i medici hanno riscontrato una serissima emorragia cerebrale.Una vita per lo sport, e non solo. Candido Cannavò ha iniziato la sua carriera professionale come giornalista sportivo ne La Sicilia a diciannove anni. Dal 1952 al 1955 ha ricoperto la carica di presidente del Cus Catania. Nel 1955 è stato ingaggiato come corrispondente da La Gazzetta dello Sport. Successivamente è diventato anche inviato speciale e tra le manifestazioni di cui si è occupato si ricordano alcuni Mondiali di calcio, ben 9 Olimpiadi e moltissimi Giri d'Italia.Nel 1981 è diventato vicedirettore, poi condirettore e nel 1983 è succeduto a Gino Palumbo come direttore responsabile del quotidiano. È rimasto in carica 19 anni, fino al 2002, quando è stato sostituito da Pietro Calabrese. Durante la sua carica, La Gazzetta dello Sport si è consolidata come maggiore giornale italiano, ha iniziato la pubblicazione del settimanale Sportweek e ha aperto il proprio sito web. Oggi è opinionista (sempre per la Gazzetta) e cura le rubriche Candidamente e Fatemi capire. È il padre del giornalista Alessandro Cannavò, redattore capo al Corriere della Sera.Il suo impegno è andato al di là dello sport. Da sempre si è occupato dei problemi della società, soprattutto della sua terra, e da quando ha smesso di dirigere La Gazzetta dello Sport ha pubblicato la sua biografia e tre saggi, che narrano la situazione delle prigioni italiane, dei disabili e dei senzatetto.