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Il caso. «Palle di Natale»: la sfida a Fedez dei ragazzi malati di tumore

Redazione Agorà sabato 23 dicembre 2017

Il rapper Fedez sul palco (Ansa)

Giovedì Fedez ha lanciato Le palle di Natale, una canzone inedita per l'associazione Noi per gli Animali Onlus, che si occupa dell’assistenza, del monitoraggio e della tutela degli animali sul territorio. Peccato che un anno fa i giovani degenti della Fondazione Irccs - Istituto nazionale tumori di MIlano ne avevano scritto e pubblicato una dal titolo pressoché identico Palle di Natale (Smile! It’s Christmas day). I proventi del brano, in vendita tuttora su iTunes, sono destinati all’Associazione Bianca Garavaglia, che supporta i progetti artistici del Progetto Giovani, sorto nella Pediatria Oncologica diretta da Maura Massimino (come ad esempio anche il recente fumetto “LOOP: indietro non si torna!”, realizzato dai ragazzi con i fumettisti di Mammaiuto e edito da Rizzoli). La canzone era un modo nuovo per permettere ai ragazzi malati di raccontarsi «e per permettere ai noi medici di parlare del Progetto Giovani – dice il dottor Andrea Ferrari, che coordina il progetto – che ha lo scopo di migliorare la qualità della cura degli adolescenti con tumore, che non sono più bambini e non ancora adulti e che necessitano per questo di luoghi di cura e di percorsi clinici dedicati».

Un'idea vincente. Un anno fa ne avevano parlato tutti i giornali. Il video su YouTube, girato nel reparto da 29 ragazzi tra i 15 e i 25 anni, è diventato virale: a oggi conta quasi 11 milioni di visualizzazioni. Quest’anno in molte scuole la canzone è stata scelta per essere eseguita durante la tradizionale recita scolastica natalizia. «Nata come l’inno al Natale dei giovani pazienti oncologici – spiega Stefano Signoroni, genetista e musicista, co-autore con i ragazzi del brano - questa canzone emoziona perchè parla dei valori dell’amicizia e della solidarietà, come armi per superare i momenti difficili».

In effetti anche i contenuti dei due brani sono diversi. Il pezzo di Fedez lascia poco spazio alla poesia delle feste («Ma che Natale è / Se tu non sei con me? / Ma non ci si può ubriacare con il frigo bar / Questo Jägermeister non mi basterà»). Ironia e commozione nel testo dei ragazzi, invece, non mancano: «Passami il tubo della flebo per fare gli addobbi, / le lucine non servono bastano i tuoi occhi / che illuminati di speranze illuminano le stanze / e nei globuli bianchi vedono la neve a fiocchi. / Dunque il ragazzo scarta il nastro di cerotti e bende / Altrimenti poi il Natale chi ce lo difende!».

I ragazzi non se la sono presa. Anzi. E in una lettera ad “Avvenire” hanno rilanciato la sfida: «Le nostre Palle di Natale – spiega nella lettera Matteo Davide, uno dei ragazzi protagonisti della canzone – sono innanzitutto le nostre teste pelate per colpa della chemioterapia, poi certamente le palle dell’albero di Natale e le palle di neve, ma il titolo si riferisce anche a “che palle stare in ospedale a Natale e alle “palle” (intese come bugie) che la gente spesso ci racconta». «Non sappiamo perché Fedez abbia scelto un titolo uguale al nostro – dice Riccardo, un altro dei pazienti del Progetto Giovani – ma noi lo interpretiamo come una sfida. Fedez è un idolo per noi ragazzi e quindi accettiamo questa sfida e rilanciamo: vieni a trovarci in ospedale, per cantare con noi; o meglio, organizziamo un incontro in campo neutro, in una radio o in una televisione. Vediamo quali sono le Palle di Natale migliori».

Ora aspettano la risposta di Fedez.