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Il personaggio. Massimiliano Ossini: "Scrittore per ragazzi pensando alla natura"

Angela Calvini martedì 24 ottobre 2023

Massimiliano Ossini conduttore di "UnoMattina" di Rai 1

Massimiliano Ossini ci ha abituato tutti i giorni a svegliarci con la sua conduzione garbata e attenta ad UnoMattina di Rai 1, dove anche grazie a uno stile familiare e mai urlato nel raccontare la cronaca e il costume italiano ha raggiunto ottimi ascolti. Nell’attesa di ripartire il 23 dicembre con Linea Bianca, il programma del sabato di Rai 1 dedicato alla montagna. Un programma dove, come spiega ad avvenire il popolare conduttore e autore, «al centro c’è la natura, ma anche il rapporto dell’uomo con il Creato» che Ossini ha raccontato anche nel suo libro (e omonimo programma Rai) Kalipé. A passo d’uomo. Un augurio a «camminare sempre a passo corto e lento».

Una visione “francescana” della natura, per stessa ammissione del conduttore 44enne che ora, pensando ai tre figli adolescenti, 19, 18 e 15 anni, debutta con il suo primo romanzo per ragazzi, Amico in uscita oggi (Salani Editore, pag. 144, euro 14,90). Gabriele adora i videogiochi, la musica trap e Sofia determinata e fiera. Detesta le feste con tante persone, il 7 che ha preso agli esami di terza media, il divorzio di mamma e papà. Neanche la montagna gli piace particolarmente, ma se è Valerio a chiedergli di andare, per il suo migliore amico farebbe questo e altro. Insieme a un’improbabile comitiva – tra cui un eremita che vive con la sua lupa in una futuristica baita-astronave – Gabriele capirà che tra i boschi di Montemonaco, sui Monti Sibillini, annoiarsi è impossibile e, soprattutto, si scopre un contatto vero con la natura e con gli altri. L’esordio di Massimiliano Ossini nella letteratura per ragazzi (d’altronde lui aveva anche lavorato a Disney Channel) è la storia di un’estate indimenticabile, quella dei tredici anni, in cui tutto cambia.

«E’ un libro rivolto anche ai genitori, agli adulti: l’importante è stare coi giovani – ci racconta Ossini -. La chiave è la svolta dell’educazione, è far sì che i ragazzi possano disintossicarsi dai social ed esprimere i loro desideri. L’unico modo è stare insieme agli altri, ci sono cose che non sono scritte, che sono quelle che la natura ti dà, un imprevisto, lo stare con gli amici e con persone che non conosci. E’ quello che abbiamo vissuto noi quando eravamo giovani». In Amico l’autore si ispira anche alla sua esperienza giovanile di scout. « Io da giovane frequentavo gli scout, andavo in montagna e ogni anno andavo in montagna dove ritrovavo un gruppo di amici e la ragazzina che mi piaceva sorride ricordando le vacanze da adolescente in Valle del Sole vicino a Pizzoferrato in Abruzzo -. Due anni fa con Linea Bianca sono tornato lì dopo 20 anni: una emozione stupenda vedere dove avevo imparato ad andare a cavallo o a mettere gli sci. Queste sono emozioni vere che non ti potrà mai dare il digitale. Dico ai ragazzi: va bene tutto, però ci dobbiamo prendere un periodo della nostra vita, come succede ai protagonisti del libro, dove vivere al cento per cento lo stare insieme, l’ascoltare, il toccarsi, il vivere esperienze nuove senza le scorciatoie del telefonino che ti da risposte». Il piccolo Gabriele imparerà ad accendere un fuoco, ma anche i suoi pericoli, e troverà se stesso passo dopo paso fra i boschi e le stelle.

«Grazie ai miei figli vedo le nuove generazioni con un occhio all’interno, frequento la scuola e i professori, e questo mi ha dato il polso della situazione - prosegue -. Il mio obiettivo attraverso questo romanzo è quello di mostrare ai giovani quanto è bello il contatto autentico col mondo. Noi genitori possiamo incentivarli, ma purtroppo c’è tanta incomunicabilità fra genitori e figli. Oggi si pensa a fare le proprie cose, i genitori sono diventati più egoisti, ma per fortuna ne vedo altri molto generosi. Conosco tante persone che si prendono a carico anche i figli degli altri creando comunità. L’esempio è un amico mio che porta i figli e i loro amici in carovana a fare delle passeggiate nelle campagne intorno ad Ascoli. Poi hanno iniziato anche i genitori degli altri ad aggregarsi e fare comunità. Sono degli eroi che riescono a riallacciare i rapporti anche di altre famiglie». Nel romanzo c’è anche un adulto, l’eremita, che riesce a fare capire ai ragazzini il vero senso della natura che li circonda. «Un personaggi che ci riporta nella Laudato si’ di papa Francesco, che aiuta a ritornare a capire la definizione vera dell’ambiente - conclude Ossini -. Non serve dare sanzioni o punire per trasmettere valori. L’eremita li incentiva a percorre la strada migliore, riesce ad esempio a fargli capire i rischi idrogeologici mostrando loro l’avidità dell’uomo che sta tagliando sempre più i boschi per costruire. Di questi “eremiti” che si ispirano a san Francesco ce ne sono tanti, in tante persone hanno cambiato vita. Io nel mio piccolo cerco di fare qualcosa mostrando un atteggiamento positivo nel credere che alla fine la giustizia ce la fa».