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Intervista. Rovelli: «Onde gravitazionali, strumento nuovo per guardare il cielo»

giovedì 11 febbraio 2016
L'osservazione, cento anni dopo la formulazione della Teoria di Einstein, delle onde gravitazionali ha suscitato u n grande interesse nella comunità scientifica.>> ECCO COSA SONO LE ONDE GRAVITAZIONALIL'agenzia Lapresse ha chiesto di spiegare la scoperta a Carlo Rovelli, che insegna attualmente fisica teorica all'università di Aix-Marseille. Rovelli ha recentemente dato alle stampe per Adelphi Sette brevi lezioni di fisica, che apre una finestra sul mondo dei grandi interrogativi della scienza ai non addetti ai lavori in un modo estremamente efficace. E lui non ha dubbi: "L'emozione e l'entusiasmo che ci sono in giro sono del tutto giustiticati", perché si apre "una nuova finestra" sul "cuore delle galassie".
Cosa pensa lei di questa scoperta e che strade può aprire?Penso che sia effettivamente un risultato straordinario. L'emozione e l'entusiasmo che ci sono in giro sono del tutto giustiticati. È uno dei maggiori risultati, dei grandi passi della scienza. Non è che sia inaspettato, ce lo aspettavamo da venti o trent'anni, non arrivava mai e il momento in cui arriva è un momento un po' estatico. Si è riusciti a confermare una previsione che ormai ha un secolo, contenuta nella relatività generale di Einstein, cioè l'esistenza di queste onde che sono un po' l'altra metà del cielo. Noi conoscevamo solo le onde elettromagnetiche come onde fondamentali; ora ci sono anche queste. È straordinario che avessimo capito l'esistenza di queste onde prima di vederle. Con queste onde ora possiamo osservare il cielo fin da subito. Abbiamo uno strumento nuovo per guardare il cielo. È come se avessimo una nuova finestra e quindi potremo vedere buchi neri che si incontrano, come sembra sia già stato visto, potremo vedere cosa succede nel cuore delle galassie. Avremo un nuovo straordinario strumento per osservare l'universo.
Questa nuova scoperta cosa ci permetterà di capire in più?Le faccio un esempio estremamente concreto. Noi sappiamo più o meno che nella galassia ci siano tanti buchi neri. E ci aspettiamo che questi buchi neri a volte si possano incontrare, spalleggiare e calcare uno sull'altro. Ma finora ce lo aspettavamo solo teoricamente. Adesso, a quanto sembra, sono stati visti, cioè è stato visto il segnale emesso da questi buchi neri. E' come se fosse una seconda luce, questa delle onde gravitazionali, che vede delle cose diverse. Possiamo osservare eventi concreti che avvengono nelle galassie non con un cannocchiale, un telescopio o un radiotelescopio, ma con queste antenne gravitazionali che vedono i segnali emessi da queste lenti.
È come avere infrarossi che vedono di notte?Sì, esatto, ma è un altro tipo di luce.
Sul big bang invece cosa ci possono dire queste onde? Cosa ci permetteranno di capire in più?Sul big bang non lo so. Ci aspettiamo che al momento del big bang siano state prodotte delle onde gravitazionali, ma non credo che con gli strumenti che abbiamo adesso, Ego e Ligo, le possiamo vedere. Quando riusciremo a vedere le onde gravitazionali prodotte dal big bang avremo informazioni maggiori. Tenete conto che sul big bang non sappiano niente, non sappiamo cosa sia successo esattamente. Qualunque segnale riceviamo da quel remotissimo passato ci permette di capire qualcosa in più. Per esempio, l'universo è nato lì o c'era già prima e si è schiacciato e poi rimbalzato? Questa è una domanda che è ancora aperta sulla quale più informazioni abbiamo, maggiori possibilità avremo di rispondere. Penso che prima o poi risponderemo ma ancora ci siamo arrivati.
Questo nuovo strumento ci darà nuovi strumenti anche per la ricerca di civilità extraterrestri?È bello sognare, ma non credo che ci sia nulla di concreto in questa direzione. Questo non vuol dire che non pensi che ci sia vita altrove nell'universo. Ma non è questo lo strumento.