Agorà

La recensione. Nozze di Cana: nel menu c’erano quaglie ripiene

Maurizio Schoepflin mercoledì 16 settembre 2015
​«Le cose più importanti Gesù le ha fatte a tavola»: erano più o meno queste le parole che mi ripeteva spesso un vecchio prete, la cui irreprensibilità era tale da fargli perdonare quel pizzico di sfrontatezza che l’espressione sembrava contenere. In effetti, i Vangeli ci dicono che dalle nozze di Cana all’Ultima Cena più volte il Signore si sedette a mensa, manifestando proprio in occasioni conviviali la misericordiosa divinità e il suo amore salvifico. Prendendo spunto da questa indiscutibile certezza, Marta Berogno e Generoso Urciuoli hanno scritto un testo che, senza addentrarsi in questioni squisitamente attinenti alla fede e alla teologia, costituisce un valido strumento per comprendere meglio il contesto storico, culturale e sociale in cui si situano le narrazioni evangeliche, nelle quali il riferimento al cibo è significativo.
 
 
Come indica con chiarezza il titolo, al centro del libro sta l’Ultima Cena; tuttavia gli autori hanno preferito allargare lo sguardo fino a dar vita a una ricognizione più vasta che, usando sempre l’alimentazione come chiave di lettura, prende in considerazione la società del tempo di Gesù, della quale viene fornito una sorta di «diario giornaliero realizzato su uno scavo archeologico», composto raccontando «le attività teoriche e pratiche indirizzate alla conoscenza o alla riscoperta di elementi sull’Ultima Cena».
 
 
Dopo una prima parte del volume dedicata a far luce sui termini generali del tema, Berogno e Urciuoli si soffermano sul banchetto nuziale che si tenne a Cana di Galilea, come viene narrato da Giovanni nel suo Vangelo. Gli autori tentano di ricostruire il menù della festa in occasione della quale Gesù operò il suo primo celebre miracolo, e davanti agli occhi del lettore passano svariati alimenti (nella terza sezione del volume vengono proposte anche alcune ricette secondo cui, verosimilmente, vennero preparati i diversi piatti): il pane, le lenticchie, la zuppa d’agnello, le quaglie ripiene, i dolcetti alle mandorle. Riguardo all’Ultima Cena, Berogno e Urciuoli avanzano varie congetture concernenti il momento, il luogo e ovviamente il cibo presente sulla tavola, ma rimangono fedeli alla scelta di non pronunciarsi in merito al mistero della fede che ne costituisce il cuore. Alla fine del libro il lettore troverà un’utile bibliografia e un interessante glossario che permettono di comprendere numerosi termini della tradizione giudaica ripetutamente usati.
 
Marta Berogno – Generoso Urciuoli
Gerusalemme: l’Ultima Cena
Ananke. Pagine 204. Euro 16,50