Agorà

Premio. Nobel per la letteratura "mitteleuropeo" a Handke e Tokarczuk

Alessandro Zaccuri giovedì 10 ottobre 2019

Lo scrittore austriaco Peter Handke, premio Nobel per la Letteratura 2019 e la scrittrice polacca Olga Tokarczuk, premio Nobel per la letteratura 2018 (Ansa))

Imprevedibile come spesso accade, questa volta il Nobel per la letteratura è riuscito a prendere di sorpresa perfino sé stesso. Pochi giorni fa, infatti, le dichiarazioni trapelate dall'interno dell'Accademia di Svezia – che quest'anno, dopo gli scandali del 2018, ha assegnato il premio avvalendosi di una giuria allargata – lasciavano intendere che i vincitori sarebbero stati scelti in una prospettiva meno eurocentrica rispetto al passato. Detto, fatto: a ottenere il doppio riconoscimento (c'era da recuperare, appunto, il Nobel non assegnato lo scorso anno) sono un'autrice e un autore che non soltanto provengono dall'Europa, ma addirittura dal cuore d'Europa. Mitteleuropeo in senso stretto è l'austriaco Peter Handke, al quale è stato formalmente attribuito il premio per il 2019, mentre quello del 2018 è andato retroattivamente alla polacca Olga Tokarczuk.

Sul fronte generazionale, vent'anni quasi esatti separano i due vincitori (Handke è del dicembre 1942, Tokarczuk del gennaio 1962) e diverso è lo strumento linguistico di cui si servono. Ma al di là di questo, risulta subito evidente una prossimità culturale che potrebbe avere il suo minino comun denominatore in uno dei grandi Nobel mancati degli scorsi decenni, il tedesco W.G. Sebald. Pressoché coetaneo di Handke, l'autore di Austerlitz è non di rado evocato come possibile modello dei Vagabondi, il libro che ha contributo in modo determinante a rafforzare la fama e il prestigio di Tokarczuk (una nota per il lettore italiano: prima dei Vagabondi, uscito nei mesi scorsi da Bompiani, i titoli dell'autrice erano arrivati nel nostro Paese per iniziativa di sigle indipendenti, in particolare e/o e nottetempo). Alcuni temi, come quello dello spaesamento e dell'erranza, contribuiscono ad accomunare ulteriormente Handke, che nel complesso rimane il più novecentesco e a suo modo romanzesco tra i due, e Tokarczuk, per la quale invece la mescolanza dei generi è ormai un fatto compiuto, attraverso una personalissima inclinazione a incrocaire l'esattezza del reportage con improvvise accensioni liriche.

Ma se quello alla scrittrice polacca è un Nobel tra i più tempestivi, quello all'austriaco appare al contrario un riconoscimento in buona parte tardivo. Non immeritato, sia chiaro, ma forse troppo procrastinato nel tempo, così da far risaltare ancora di più la frattura che corre tra la stagione di maggior popolarità di Handke (gli anni Settanta e Ottanta, segnati anche dalla collaborazione cinematografica con Wim Wenders) e la sua attuale condizione di maestro ormai indiscutibile. In mezzo, come sappiamo, ci sono state le tensioni degli anni Novanta, quando le controverse posizioni dell'autore a proposito della guerra nella ex Jugoslavia gli alienarono molte simpatie. Comprese, a quanto pare, quelle degli accademici svedesi di allora. A ben vedere, però, anche il ripensamento odierno somiglia molto a una conferma: da qualche tempo in qua, quando entra in gioco la politica, il Nobel per la letteratura riscopre la virtù della prudenza. E un po', se serve, perfino, quella della smemoratezza.

SCHEDE Le biografie dei due Nobel

OLGA TOKARCZUK. Nata il 29 gennaio 1962 a Sulechów, ha studiato psicologia a Varsavia. È scrittrice e poetessa tra le più acclamate in Polonia e la sua opera è stata tradotta in trenta paesi. Il romanzo I vagabondi (Bompiani) le è valso il Man Booker International Prize 2018 ed è stato finalista al National Book Award. Per tre anni consecutivi i suoi libri sono stati votati come i più amati dai lettori polacchi. Nel 2015 è stata insignita del riconoscimento letterario più prestigioso in Polonia, il Nike (e il Nike Readers' Prize).

In Italia con la casa editrice Nottetempo ha pubblicato Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (2012) e Nella quiete del tempo (2013), che ha vinto uno dei più prestigiosi riconoscimenti polacchi, il Premio della Fondazione Koscielski. Altri premi ricevuti da Tokarczuk sono il Brueckepreis e il Premio letterario annuale del Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale Polacco.

Ha scritto otto romanzi e due raccolte di racconti. L'anima smarrita (Topipittori), il primo libro di Tokarczuk per adulti e bambini, illustrato da Joanna Concejo, nel 2018 ha ricevuto la Menzione Speciale al Bologna Ragazzi Award.

PETER HANDKE. Nato a Griffen, in Carinzia, il 6 dicembre 1942, vive a Chaville nei pressi di Parigi. È considerato tra i più importanti scrittori contemporanei ed è noto come autore di provocatori successi teatrali (Insulti al pubblico, 1966; Kaspar, 1968) e di romanzi (Breve lettera del lungo addio, 1972; Infelicità senza desideri, 1972; La donna mancina, 1976), opere che hanno caratterizzato sia il clima fenomenologico del nouveau roman della neoavanguardia europea, sia quella sorta di minimalistica estenuazione psicologica tipica della crisi dello sperimentalismo di fine Novecento.

Fra le numerose opere tradotte in Italia, figurano Infelicità senza desideri (Garzanti, 1976), Esseri irragionevoli in via d'estinzione (Einaudi,1976), La donna mancina (Garzanti, 1979), L'ora del vero sentire (Garzanti, 1980), Lento ritorno a casa (Garzanti, 1986), Il cinese del dolore (Garzanti, 1988), Saggio sulla stanchezza (Garzanti,1991), Saggio sul juke-box (Garzanti, 1992), Saggio sulla giornata riuscita (Garzanti, 1993), Canto alla durata (Einaudi 1995, ultima edizione Collezione di poesia 2016), Il mio anno nella baia di nessuno (Garzanti, 1996), Un viaggio d'inverno (Einaudi, 1996), Appendice estiva a un viaggio d'inverno (Einaudi, 1997), In una notte buia uscii dalla mia casa silenziosa (Garzanti, 1998), Lucia nel bosco con quelle cose lì (Garzanti, 2001) e Un disinvolto mondo di criminali (Einaudi, 2002).

Ha inoltre firmato la sceneggiatura di alcuni film con il regista Wim Wenders, tra cui spicca Il cielo sopra Berlino (1987). Nel 2009 è stato insignito del Premio Franz Kafka.