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Tra musica e cinema. Rino Gaetano e il film (mancato) con Nichetti

Fulvio Fulvi venerdì 13 aprile 2018

Il cantautore Rino Gaetano, scomparso nel 1980

Voleva fare un film con Maurizio Nichetti. Ufotaplan. Quel poeta irriverente e sarcastico di Rino Gaetano lo cantava nell’ultima strofa di un brano intitolato Ufo a ufo - inciso con voce metallica in uno strano effetto reverse - e inserito nell’Lp E io ci sto pubblicato nel 1980, cioè pochi mesi prima che si schiantasse con la propria Volvo contro un camion sulla Nomentana perdendo la vita a soli trent’anni anni. Un incidente le cui cause, peraltro, sono ancora avvolte dal mistero. Purtroppo però il cantautore crotonese e il regista milanese di Ratataplan, il film che racconta con un lirismo surreale e fiabesco la storia dell’ingegnere-barista Colombo (un mimo gentile, quasi un alieno), opera cinematografica diventata un cult e un simbolo dei giovani di quella generazione (incassò oltre sei miliardi di lire in tutto il mondo), non si sono mai incontrati. Un peccato perché se fosse stata vera - e realizzabile - l’intenzione dell’autore di Nun te regghe più di girare un film con lui, mescolando la voglia di cambiamento, l’ironia e l’estro di entrambi avremmo visto sul grande schermo qualcosa di insolitamente divertente e culturalmente “rivoluzionario” per quei tempi un po’ imbalsamati e fatti di «diete politicizzate, evasori legalizzati e auto blu», per dirla con le parole del brano più famoso del mitico Rino.

Ma Nichetti, che oggi oltre ad essere il direttore artistico della sede di Milano del Centro Sperimentale di Cinematografia è anche, con una factory familiare, la “Nichetti Film”, un produttore di audiovisivi digitali, si appresta a restituire l’omaggio che il musicista gli tributò in quello strampalato inno ai marziani: l’occasione è un videoclip su un pezzo inedito dell’artista calabrese, Ti voglio, una canzone d’amore già registrata in studio da Artù, pseudonimo dell’artista romano Alessio Dari, al quale la sorella di Rino, Anna, ha affidato il testo, rinvenuto per caso tra le carte dell’autore di Gianna e Berta filava che la madre Maria Riseta (morta nel 2001) custodiva gelosamente nella loro casa di Monte Sacro a Roma: parole scritte a stampatello su un foglio di quaderno a righe e affiancate da note musicali.

Artù le ha completate e arrangiate con il contributo della Rino Gaetano Band (che apparirà nel filmato): la canzone fa parte del suo terzo album, intitolato Vola Ale una produzione Leave Music/Sony Music Italy, curata da Antonio Quaranta e annunciata sul mercato discografico e su iTunes per il prossimo maggio. «Il video sarà realizzato a tecnica mista con apparecchiature all’avanguardia, non mancheranno effetti speciali, cartoons e una sorpresa finale...» spiega Nichetti il quale si avvale dell’apporto dei figli Saverio (per la regia e il montaggio) e Filippo (per i disegni e l’animazione). «Credo molto nel lavoro che stiamo facendo – commenta – soprattutto perché ho stimato e amato Rino Gaetano, un artista che negli anni Settanta, decennio socialmente faticoso, caratterizzato da attentati terroristici, stragi e violente contestazioni, incarnava una nuova ribellione allo status quo utilizzando l’arma dell’ironia ma senza prosopopea, in un modo che oggi potremmo definire “politicamente corretto”... Rino rappresenta ancora – prosegue Nichetti – quello che il movimento degli “indiani metropolitani” in quel periodo andavano predicando riprendendo un motto anarchico dell’Ottocento: «“la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”». È, insomma, la rivendicazione di un diritto al sorriso, un esito garbato ma corrosivo del Sessantotto di cui forse c’è ancora bisogno oggi.

Ma di cosa parla Ti voglio, il quarto pezzo inedito che la famiglia Gaetano ha fatto conoscere al pubblicio negli ultimi anni, dopo Nuoto a farfalla, uscita nel 2002 e cantata da Marco Morandi (figlio di Gianni), In Italia si sta male, portata al festival di Sanremo da Paolo Rossi nel 2007, e Ciao Charlie, un demo riscoperto nel 2010? «È una canzone piena di ironia, allegra e melanconica insieme, nello stile tipico di Rino... di più però non posso dire, se non che alla fine del filmato apparità un Ufo...». Ufotaplan? Beh, volendo possiamo chiamarlo anche così...». È il trentaseienne e verace Artù, dunque, a interpretare il brano, un cantautore da sempre sulla stessa lunghezza d’onda del celebre collega col cilindro al quale è stato paragonato dalla critica per i personaggi stravaganti che racconta nelle sue canzoni e la rabbia che esprime nei confronti di un mondo che gli sta stretto e vuole contestare. «Incontrati Alessio l’anno scorso a Roma quasi per caso – racconta Nichetti – ma non immaginavo di poterci lavorare insieme un giorno: è tra i giovani il cantautore più in sintonia con Rino Gaetano, adatto dunque a interpretare un suo lavoro». La rabbia è l’elemento comune tra i due cantautori. Infatti Artù sostiene che è «un sentimento importante per sopportare la vita, ma se la porti troppo dentro di te, ti impedisce di amare». La stessa filosofia di Rino. A riprova del fatto che le sue canzoni non invecchiano mai, anzi, sono sempre attuali per le tematiche affrontate, l’immediatezza dei testi e le melodie di facile ascolto.