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NUOVE FRONTIERE. Musica, l’ultima moda è l’«alta definizione»

sabato 21 settembre 2013
L’ultima moda in campo musicale si chiama alta definizione. Dopo decenni passati a peggiorare la qualità del suono privilegiando la portabilità della musica, con i vari walkman (ricordate, i registratori a cassette con le cuffiette?), discman (la versione per cd "da passeggio") e i file mp3 stipati nei cellulari o in microlettori, l’industria della musica e quella dell’alta fedeltà hanno scoperto che vale la pena di investire sul "suono ad alta definizione". Che poi, a ben vedere, è la versione moderna di quell’alta fedeltà che, negli anni ’70, faceva spendere centinaia di migliaia di lire agli appassionati per dotarsi dei migliori impianti per ascoltare la musica.Intendiamoci, gli audiofili non sono mai scomparsi. Ma la musica in "alta definizione" non è pensata solo per loro, ma per un pubblico più ampio. In particolare per quella fetta di ultraquarantenni che ha conosciuto l’alta fedeltà e l’epoca d’oro della musica – quando si vendevano milioni di album – e non ne può più di smartphone che suonano come certi radioregistratori di una volta.L’aveva capito, ancora una volta in anticipo su tutti, Steve Jobs, fondatore della Apple. E infatti aveva spalancato le porte a Neil Young, il grande cantautore canadese che da anni si batte contro la cattiva qualità della musica in formato mp3. I due avevano lavorato insieme a un progetto denominato Pono. Cioè alla creazione di un lettore di file audio capace di restituire una qualità del suono ben superiore anche a quella dei normali compact disc.Poi, Jobs è morto e la Apple ha fatto altre scelte. Young però non si è arreso. Ha cercato nuovi finanziatori e, qualche giorno fa, su Facebook ha scritto: «Pono arriverà all’inizio del 2014. Il modo più semplice per descrivere ciò che abbiamo fatto è dire che abbiamo liberato la musica degli artisti dal file digitale, ripristinando la qualità originaria, così come era in studio».In pratica, ha spiegato l’artista canadese, «restituiremo agli ascoltatori la purezza dei master originali». Come? «La nostra missione è rendere Pono disponibile al pari di qualsiasi altro formato musicale che oggi compri e ascolti. Per questo lanceremo sia un lettore portatile, sia un negozio online dove sarà possibile acquistare brani e album in qualità PonoMusic».Certo, i numeri non saranno mai quelli di servizi come iTunes, ma lo spazio di mercato sembra esserci. Ne è convinta anche la multinazionale Universal, che ha lanciato un nuovo formato, denominato Blu-Ray High Fidelity Pure Audio. Sfruttando la grande quantità di dati che si possono registrare su un un disco Blu-ray (quelli dei film in 3D, per intenderci), ha usato i supporti per creare dei "super cd" con audio digitale ad alta risoluzione. Per ascoltarli basta un qualunque lettore Blu-ray. Si prevedono 100 titoli entro la fine dell’anno.«Dopo il Cd, la Dcc, il Dat, il Sacd, i Dvd-Audio... ecco l’ennesimo formato digitale fisico» ha scritto nel suo editoriale Lucio Cadeddu, seguitissimo direttore del sito per audiofili Tnt Audio. «Servirà? Eccome! Potremmo riacquistare per l’ennesima volta quei titoli che possediamo già in tutti i formati possibili e immaginabili». Insomma, per Cadeddu, un conto è la ricerca di un suono digitale ad alta definizione, un altro i "trucchi" per diffonderlo. Da decenni, infatti, l’industria musicale (ma anche quella dei video) continua a rivenderci gli stessi album di successo in formati diversi.Eppure, la moda ormai è avviata. Tanto più che persino un colosso dell’elettronica come la Sony ha appena presentato i primi apparecchi audio "ad alta definizione", capaci – secondo la brochure – «di risollevare la qualità anche dei file mp3».Resta un ultimo punto, tutt’altro che secondario: negli ultimi anni la bontà sonora degli album che vengono messi in commercio in molti casi si è uniformata verso il basso. Per far suonare la musica sempre più forte e "potente" nelle cuffiette dei lettori mp3, è stata uccisa la naturale differenza tra il livello sonoro più basso e quello più alto di ogni brano. «Non so voi – ha concluso Cadeddu – ma io sono stanco, stanco di essere preso in giro costantemente, di essere considerato il pollo da spennare (...). Le Case discografiche, se davvero volessero recuperare terreno e credibilità, dovrebbero in primo luogo pensare a produrre registrazioni di qualità, abbandonando una volta per tutte la compressione dinamica selvaggia. Contenitori in grado di gestire dinamiche elevate ce li abbiamo già, non ne servono di nuovi, grazie. Abbiamo già dato. Abbondantemente».