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IL CASO. Da Fazio serata spot per la musica classica Ma in tv il genere vale lo 0,002%

Alessandro Beltrami giovedì 3 dicembre 2009
Briciole di palinsesto. È lo spazio dedicato dalla tv italiana alla musica classica. Non è una questione di percezione, la «grande musica» è davvero la cenerentola del teleschermo. Basta fare un calcolo sulla programmazione degli oltre duecento canali offerti complessivamente dalla tv generalista, dal digitale terrestre e dalla piattaforma satellitare. Sulle 1.176 ore di trasmissioni settimanali delle sette tv generaliste (le tre reti Rai, le tre Mediaset e La7) quelle dedicate alla classica sono 2, distribuite su tre programmi (Prima della Prima, La musica di Raitre e Palcoscenico): meno dello 0,002% del totale. Tra le 5.040 ore del digitale terrestre le ore settimanali salgono a 7, grazie a Tv2000. È lo 0,0014%. Percentuale relativamente più alta (0,005%) su Sky, grazie al canale Classica, che costa 8 euro al mese: le ore sono 168, a fronte delle 31.920 complessive.Appare davvero un «inciampo della musica d’arte in prima serata», come lo definisce Fabio Fazio, lo speciale di Che tempo che fa in onda questa sera su Raitre. Una notte all’opera è il titolo, e al centro c’è la prima della Carmen di Bizet alla Scala. Gli ospiti sono prestigiosi: Daniel Barenboim e l’Orchestra filarmonica della Scala, Claudio Abbado, e Maurizio Pollini. Una «serata sperimentale», nelle intenzioni dei responsabili della rete, che promettono ulteriori puntate nei prossimi mesi. Ma nei fatti resta un programma ibrido, tra momenti alti e passaggi più simili alla telepromozione. Alta è l’apertura, con tutto il fascino del Primo preludio della Carmen (seguiranno nel corso della serata gli altri tre) e con la loquela istrionica di Barenboim. Il maestro argentino riesce a trattare temi complicati con un linguaggio affascinante e abbondanti dosi di humour: da cosa sia la musica al mestiere del direttore d’orchestra, con prova in diretta. Fino all’esperienza con la West Eastern Divan Orchestra  (composta da giovani provenienti da Israele, Palestina, Libano e Siria). Barenboim riesce a spazzare via in pochi minuti tutti i cliché e i pregiudizi che aleggiano sulla musica classica.Picco della serata è il finale del Terzo concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven eseguito da Barenboim alla tastiera, con Claudio Abbado sul podio scaligero anzitempo rispetto a giugno (quando tornerà a dirigere nel teatro milanese dopo 24 anni dietro la promessa della piantumazione di 90 mila alberi nella metropoli lombarda). Il direttore milanese si racconta. E si commuove vedendo il filmato dell’orchestra venezuelana Simon Bolivar, fondata da José Antonio Abreu per riscattare i ragazzi dalla violenza delle favelas. Arriva da ultimo Maurizio Pollini, che per sua scelta, purtroppo, non suona. E qui il programma si siede un po’. Sia chiaro: le parole del pianista sono interessanti, ma forse troppo da addetti ai lavori. Fioccano ripetuti appelli contro i tagli al Fus. Quando Abbado e Pollini salutano, dopo due ore, pensi che la serata si finita. E invece spunta Baricco che racconta a modo suo la Carmen. Quindi quaranta minuti dedicati alla presentazione della prima. E tutto suona un po’ come uno spot .Alla fine di tutto resta un dubbio. Ma se Raitre ama così tanto la Scala perché la Rai non trasmette la diretta tv della Carmen? Ah già, dimenticavamo: per la tv la musica è una Cenerentola. Principessa per una sera, snobbata gli altri giorni.