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Musica. Addio a Boulez il musicista del '900

Pierachille Dolfini mercoledì 6 gennaio 2016
Studiava matematica. Poi, però, a un certo punto decise di seguire la sua grande passione. E abbandonò i numeri per le note. E così ha avuto inizio la carriera di uno dei più grandi compositori del Novecento. Ma Pierre Boulez, morto ieri all'età di 90 anni, non era solo un raffinato quanto comunicativo musicista, massimo esponente dell'avanguardia senza quel vezzo tutto intellettualistico di parlarsi addosso, ma preoccupato prima di tutto di arrivare al pubblico. Boulez era un direttore d'orchestra, appassionato alla musica del Novecento e convinto sostenitore della grandezza di Debussy, Stravinskij e Bartok, autori che aveva sempre sul leggio. Era un saggista e un insegnante. Un intellettuale a tutto tondo. Schivo e riservato, ma appassionato a quello che accadeva nel mondo. Boulez si è spento a Baden Baden dopo una lunga malattia. L'annuncio della scomparsa è arrivato dalla famiglia del musicista tramite un comunicato diffuso dalla Philharmonie di Parigi. «Per tutti quelli che l’hanno incrociato e hanno potuto apprezzare la sua energia creativa, la sua esigenza artistica, la sua disponibilità e la sua generosità, la sua presenza resterà viva e intensa». Nato a Montbrison, nella regione francese del Rodano Alpi, il 26 marzo del 1925, Boulez aveva interrotto gli studi di matematica a Lione per seguire le lezioni al Conservatorio di Parigi dove studiò con Olivier Messiaen. La musica dodecafonica e il linguaggio atonale hanno lasciato poi il posto a uno stile personale che ha fatto di Boulez uno dei compositori contemporanei più amati e più eseguiti. Molte le partiture scritte, dalle sonate per pianoforte alle cantate, sulle quali Boulez nel tempo amava ritornare rimaneggiandole e dando loro una nuova veste. L'attività di compositore, ma anche il podio che Boulez ha sempre frequentato tanto sul fronte sinfonico quanto su quello operistico con lo storico Ring di Wagner con la regia di Patrice Cherau diretto negli anni Settanta a Bayreuth e con la Lulu di Ber al Teatro alla Scala nel 1979. Sempre negli anni Settanta ha guidato la New York philharmonic. Nel 1974 fonda a Parigi l'Ircam, l'Institut de recherche et coordination acoustique/musique, mentre nel 1975 da' vita all'ensemble InterContemporain. Commendatore delle Arti e delle lettere in Francia, nel 2012 ricevette il Leone d'oro alla carriera della Biennale di Venezia.