Agorà

Lutto. Addio a Ada d'Adamo. Nel suo romanzo la storia di madre di una bambina disabile

Paola Severini Melograni sabato 1 aprile 2023

La scrittrice Ada d'Adamo

Ada d’Adamo è nata per danzare e, come ogni vera ballerina, ha sempre governato il suo corpo. Sa cosa aspettarsi dalla sua pelle e dai suoi muscoli. Ma, alla soglia dei cinquant’anni si è trovata a fare i conti con un cancro, inaspettato e più ingiusto di qualunque altro tumore. Ada sa esattamente quanto il corpo, ogni corpo può esprimere. Ada è la mamma di Daria sedici anni, bimba per sempre. Daria è corpo che non si esprimerà mai, corpo che non parla, corpo fatto d’aria. Ada decide di descrivere questo corpo a corpo di una madre con una figlia, di una malattia con un’altra quando, capisce di avere un tumore che non si può vincere. Capita frequentemente a genitori di persone gravemente disabili che la malattia generata dallo stress li aggredisca. E allora Ada decide di scrivere, come fosse una terapia, la sua storia.

Il libro, Come d’aria, viene rifiutato da molte importanti case editrici finché non arriva nelle mani di una lettrice speciale che capisce quale dono prezioso può diventare per tutti noi. E così anche io conosco Ada e ne parlo in radio e in televisione e tante colleghe giornaliste si innamorano delle parole di una mamma diventata forse più fragile della sua fragilissima figlia. Il mio lavoro, la trasmissione O anche no che conduco sulla Rai, mi porta spesso a confrontarmi con i genitori e in particolare con madri che lottano quotidianamente senza tregua contro la stupidità della burocrazia, contro le falle dello stato sociale, contro i buchi della sanità. «La solitudine mi fa talmente compagnia che a un certo punto non ho più paura di niente» scrive Ada, e mi dice un padre «I genitori dei figli sani non sanno niente». Ma grazie a questo libro capiamo che non è sempre così. O almeno non è più così: Ada ci fa partecipi di una storia fatta anche di minuscole gioie, infinitesimali vittorie, sulla stupidità e sugli sguardi degli altri. E permette, a noi tutti, di rispondere a lei e ai genitori come lei che no, non sono più soli. Che questa condizione (non disperazione, condizione) sta cambiando.

Ada e Daria sono le protagoniste di una storia d’amore unica (come sono tutte le storie di amore vero) e la raccontano, insieme, con delicatezza e pudore infiniti, evidenziando la giusta denuncia di tutto quello che si poteva, che si doveva evitare. Quanto male inutile! Ma per noi invece Come d’aria (pubblicato da Eliot), da poco entrato nella dozzina dello Strega, è la testimonianza di una militante di un popolo di milioni (tre e mezzo) di genitori che ci dicono con disarmante sincerità che loro no, questi figli non li avrebbero voluti, che loro sì, questi figli li amano. Questa figlia che non si muove, che non vede, che non parla, che come dice la piccola, curiosa bimba Viola interpellando il padre «allora è magica» lei, e noi, la amiamo. E combattiamo ogni giorno per lei insieme con tutti gli altri genitori, per poter continuare ad amarli, facendo, testardamente, ostinatamente in modo di soffrire di meno. Come d’aria non è solo la cronaca di una quotidianità in trincea, non è solo una denuncia, ma incredibilmente è un inno alla vita, perché è fatta d’aria, di respiro di cose buone (come un toast molto cotto che finalmente arriva dopo pagine scure, col suo profumo e il suo sapore e dà una briciola di normalità a Ada) e merita, oh se lo merita, di vincerlo lo Strega! Ada ieri sera è andata via, il cancro ha deciso di concederle la tregua che lei aspettava.