Agorà

PREVISIONI. Che tempo farà. Forse

sabato 25 aprile 2009
La Pasqua trascorsa doveva essere caratterizzata da tempo qua incerto e là brutto, così molti italiani hanno preferito restarsene a casa. Poi le previsioni sono state in gran parte smentite dai fatti, tanto che in alcune località gli imprenditori del turismo si sono lagnati della perdita di guadagni dovuta all’annuncio di pioggia. Colpa del meteo? Colpa di chi ha preso troppo alla lettera le indicazioni dei media? Andiamo con ordine. È un fatto che oggi se uno deve muoversi, andare in vacanza, compiere una escursione in montagna, un’uscita in barca o prenotare un albergo si documenta sul tempo che farà, tanto che i bollettini meteo sono tra i programmi di informazione più seguiti di tutte le reti televisive. Allora cosa è successo a Pasqua? Nessun mistero: anche i meteorologi possono sbagliare. È accaduto poi che qualcuno abbia prestato troppo affidamento a dati che sono, appunto, previsioni. Veritiere quando riguardano la giornata di domani (attendibili spesso al 95 per cento, ci dicono), meno sicure quando si guarda più lontano e a territori estesi. Al di là dei tre giorni non si parla più di previsioni ma di tendenza. Dato l’interesse che la meteorologia riveste per ognuno di noi permettete un consiglio: andate sul sito dell’Aeronautica militare www.meteoam.it e troverete il tempo in atto, le previsioni, le tendenze riferite a ogni singola regione o zona di regione. Non dimenticate però quel 5 per cento di probabilità che... Mannaggia, non si può mai essere sicuri.Dobbiamo ringraziare i satelliti. Il loro occhio spazia sui sistemi nuvolosi, ne segue la consistenza, gli spostamenti, la velocità, le modificazioni. Per lo specialista a terra è facile fare due più due e dire che tempo farà. Una volta non era così. Gli strumenti in dotazione a un ufficio meteorologico erano molto semplici: barometro per misurare la pressione atmosferica, termometro per la temperatura, anemometro per la direzione e velocità del vento, igrometro per l’umidità atmosferica... Il resto lo faceva l’esperienza dell’operatore, e si capisce come le previsioni fossero per forza di cose... a spanne. Con la messa in orbita dei satelliti meteorologici tutto è cambiato. Il monitoraggio dell’atmosfera del pianeta è continuo, i dati giungono a terra in continuazione. Già, ma come confrontarli? Qui entra in gioco l’altra formidabile arma a disposizione della meteorologia moderna, il computer. Non un computer solitario, ben inteso. Tutte le apparecchiature sono in rete, collegate tra di loro da continente a continente e gli scambi di informazioni sono incessanti sotto la supervisione dell’OMM, l’Organizzazione meteorologica mondiale che fa capo alle Nazioni Unite, ha sede a Ginevra e raggruppa 182 Paesi. Prevedere a medio termine è facile e si sbaglia sempre meno. A lungo termine si fanno ipotesi valide su scala continentale, con approssimazioni sempre più strette. Domani, chissà?, la meteorologia potrebbe diventare la scienza davvero capace di leggere nel futuro.C'era una volta. In alcuni vecchi film americani dedicati ai pionieri dell’aeronautica si assiste alle operazioni preliminari al decollo di un aereo. Un tale percorre la pista erbosa del campo di volo e preme con un tallone per saggiare la resistenza del suolo dopo la pioggia. Un altro si bagna un dito con la saliva e lo espone al vento per valutarne empiricamente la velocità e la direzione. Succedeva davvero così quando la meteorologia non era ancora una scienza. Del resto non va dimenticato che fino agli anni della Seconda guerra mondiale una previsione era giudicata attendibile nella misura di circa il 40-45 per cento, contro il 90-95 per cento di oggi. Bastava rovesciare quella previsione (se dava pioggia, si poteva ipotizzare cielo sereno) e la probabilità di fare centro sarebbe stata maggiore, pari al 60-65 per cento. Questo vale a far capire come negli ultimi decenni l’affinamento dei processi atti a dirci che tempo farà domani abbia compiuto passi da gigante.Per soldati e contadini. Sono state le esigenze della navigazione, dei militari e del mondo agricolo a favorire il perfezionamento della meteorologia. Se nell’Ottocento un capitano di nave – anche mercantile – sapeva che la discesa del barometro poteva significare tempesta, nel Novecento le grandi campagne belliche per terra e per mare nonché l’avvento dell’aviazione imposero agli stati maggiori di disporre di ufficiali meteorologi che indicassero la probabilità di bel tempo o di nubifragio prima che fosse lanciato un attacco o un’operazione anfibia. Il famoso sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 fu a lungo incerto fino a quando i meteorologi spiegarono al generale Eisenhower che per l’alba di quel giorno era attesa un’attenuazione della tempesta in atto sulla Manica. Ugualmente per l’agricoltura avviata alla produzione su scala industriale la disponibilità di previsioni affidabili è fondamentale. Oggi molti sono i servizi di informazione e allerta destinati in modo specifico al mondo rurale.All'asciutto e sul bagnato. Neppure il meteorologo più preparato dispone della sfera di cristallo che gli consente di vedere se domenica farà bello. Tuttavia l’attività di previsione ha raggiunto livelli di affinamento tali che è possibile sapere se e quando su una certa minuscola area pioverà, per quanto tempo, e con quale intensità. Fantascienza? No, bastano strumentazioni adeguate, rilevamenti satellitari specifici e continuamente aggiornati, nonché una buona esperienza nella valutazione dei dati. La previsione a brevissima scadenza rispetto a un evento (quasi in tempo reale) deve riguardare un ambito territoriale ristrettissimo. È il caso dei Gran Premi di automobilismo, in cui le vetture montano pneumatici diversi a seconda che la pista sia asciutta o bagnata. «Dal minuto tale al minuto tal altro pioverà...» Ai box sono avvertiti.