Agorà

Scampia. La palestra sociale di Maddaloni messa a rischio dal Comune

Massimiliano Castellani giovedì 16 febbraio 2023

“O Maè’” Gianni Maddaloni con il suoi piccoli allievi dei corsi di judo

«Ho fatto una promessa 23 anni fa e l’ho mantenuta. Dissi pubblicamente in mondovisione: se mio figlio Pino vincerà la finale di judo di Sydney 2000, appena torno a Napoli mi metto al servizio della mia gente di Scampia. Pino vinse l’oro olimpico e io ho aperto la Palestra Judo Star, che voi chiamate un “avamposto”, il nostro Progetto Maddaloni, sport e legalità, io invece lo chiamo semplicemente la mia ragione di vita». Parola di O Maè di Scampia, Gianni Maddaloni. Una vita a rischio, quella della sua Palestra, perché per l’ennesima volta viene “minacciata”. E non dai boss di una Gomorra su cui si lucra ancora («a Scampia il 95% della popolazione è fatto da famiglie per bene che vivono del loro lavoro», sottolinea Maddaloni), ma da uno Stato cieco e insensibile al grido di aiuto di O Maè, al quale per i servigi offerti alla comunità , una delle più difficili di Napoli, si è visto recapitare un conto «assurdo» di 385mila euro. Un debito da sanare in fretta dal Comune di Napoli (si legga sotto intervento assessore Baretta, ndr), pena: lo sfratto esecutivo che porrebbe fine a quella favola che, noi di Avvenire narriamo da sempre e che è stata raccontata anche in una fiction Rai (Maddaloni interpretato da Beppe Fiorello), dal titolo quanto mai veritiero, L’oro di Scampia.

La richiesta di pagamento di 385mila recapitata a Maddaloni - .

Ma evidentemente quell’oro luccica davanti agli occhi di tutti tranne che per le istituzioni, le vere latitanti di questa favola che sta assumendo i contorni di una sceneggiata napoletana.
Nel 2005, quando mi sono messo al servizio del progetto “Riqualificazione Scampia” - allora il sindaco di Napoli era Rosa Russo Iervolino - non mi è stato sottoposto nessun tipo contratto. Conservo un documento firmato in bianco in cui mi impegnavo a lavorare gratis per la mia gente e per i loro figli. Se mi avessero detto che c’era un “fitto” di 500 euro al mese da pagare avrei accettato, così come ho pagato regolarmente le bollette - la prima mi è arrivata nel 2017 - anche grazie al buon cuore dei tanti amici della Judo Star che non mi hanno mai abbandonato. Ma qui adesso parliamo di un affitto di 2mila euro al mese, per 18 anni, che avrebbe dovuto saldare il Comune di Napoli. Una cifra che io non avrei mai potuto sostenere con le mie sole forze, e quindi allora avrei dovuto dire «no», rinunciando alla possibilità di strappare migliaia di scugnizzi dalla strada per non farli diventare manovalanza della camorra. La maggior parte di quei ragazzi, grazie al mio «sì» pronunciato nel 2005, oggi sono integrati nella società, nel mondo del lavoro e inseriti nei gruppi sportivi. E adesso che sarà di tutti altri se nessuno ci tende più la mano?

Il suo è un appello accorato, rivolto a chi in particolare?
A tutte le istituzioni locali, al Coni e al ministro dello sport Andrea Abodi. Io voglio continuare a fare sport e legalità fino a che avrò vita, ma così mi stanno mettendo sulla gigliottina... L’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris promise che prima che il suo mandato fosse scaduto avrebbe sistemato tutto, ma non l’ha fatto. Il nuovo sindaco Gaetano Manfredi di cui ho piena fiducia, ha ereditato la patata bollente e deve mettere mano a una decina di realtà come la nostra… Ma il Progetto Maddaloni, per i risultati umani e sportivi che ha portato a Scampia ritengo che sia unico. Eppure, mi stanno legando mani e piedi e mi impendiscono di difendermi, perché non ho i mezzi finanziari per farlo…

La parete dedicata a papa Francesco che gli ha inviato il “diploma - .

Un guerriero come O Maè al tappeto. È un’immagine mai vista prima… «Maddaloni” non mollare!», dice il presidente del Coni Giovani Malagò e lo pensa ogni singola anima di Scampia.
Io non mollo mai. Fino a qualche settimana fa qui lavoravamo anche con la Caritas fornendo il vitto ai poveri del quartiere. Sono vent’anni che alla Palestra Maddaloni trovano sempre la porta aperta i direttori delle carceri (tre volte alla settimana andavo a insegnare judo al Minorile di Nisida), le Asl, i salesiani, le scuole. Ieri mi ha telefonato una professoressa dell’Alberghiero di Scampia che sentendo del “debito” mi chiede timidamente: «Maè, prendete ancora i ragazzi difficili?» Gli ho risposto certo: io ho problemi con il comune, ma non con la mia coscienza che mi impone di dedicarmi a quei ragazzi che hanno bisogno di non finire al margine. Dieci minuti fa è passato un ragazzo a cui ho firmato il foglio per accedere ai servizi sociali: sono 4 anni che sta con noi, l’abbiamo rieducato alla legalità, ma se non mi occupo di lui lo rimetteranno in carcere... Di detenuti in messa alla prova ne “tengo tre” e decine sono le richieste quotidiane, ma non posso prenderne di più. Se mi tolgono la palestra e finiamo in mezzo alla strada poi che gli dico a stì “guaglioni”?

Quanti sono quei “guaglioni” che finirebbero in mezzo alla strada, con il loro Maestro?
Alla Palestra si allenano, gratis, 60 bambini. Poi ci sono 20 ragazzi che fanno il corso di danza e da qualche settimana ho aperto un corso di fitness per over 70: pensionati che, gratuitamente, vengono qua e fanno attività fisica e socializzano con quelli che possono essere i loro nipoti.

Poi, non dimentichiamoci che questa è la Palestra dell’oro olimpico e della meglio gioventù italiana del judo.
Infatti una ventina di nostri atleti dell’agonistica vincono titoli nazionali e internazionali ogni mese. Ai Giochi di Londra 2012 abbiamo dato tre judoka alla Nazionale: Francesco Faraldo che è entrato nel gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, Elio Verde (Fiamme Oro, Polizia) e Antonio Ciano (Guardia di Finanza). Tutti e tre provengono dalla provincia di Caserta e grazie ai loro sacrifici e a quelli delle loro famiglie sono arrivati a centrare quello che è il nostro duplice obiettivo originario: fare il sociale ad altissimo livello e massima preparazione per puntare allo sport di vertice.

Ai prossimi Giochi di Parigi 2024 quanti ragazzi manderà Scampia?
Stanno facendo le qualificazioni olimpiche due nostre ragazze molto forti: Susi Scutto (Guardia di Finanza) e Martina Esposito (Carabinieri). Poi abbiamo diversi ragazzi che saranno pronti tra quattro anni a cominciare da mio figlio Bright che è arrivato 2° agli Europei Juniores. Bright ha 19 anni ed è entrato anche lui nel gruppo sportivo della Polizia di Stato. Bright

Maddaloni è suo figlio adottivo (nato da genitori nigeriani), ma sono migliaia i “figli” che ha cresciuto in questi anni e molti di loro qui alla Palestra Judo Star hanno trovato la loro seconda famiglia.
Io mi commuovo quando dal carcere mi scrivono padri che stanno scontando la loro pena e mi ringraziano per quello che faccio per i loro figli. Scampia è cambiata tanto in questi anni, e chi ne parla solo per averla conosciuta attraverso i film sulla criminalità o le vicende delle Vele, devono conoscere invece storie come quelle di Giuseppe che era uno spacciatore e dopo aver sperimentato il “Metodo Maddaloni” ora è un uomo pacificato, un padre di famiglia che oggi ci ringrazia per avergli salvato la vita. La salvezza di Scampia passa soprattutto dalla forza delle donne, quelle madri che collaborano per la legalità e che hanno detto «basta» a tutto quel dolore generato dalla violenza e dalle guerre che si combattono ancora tutti i giorni per le strade di Napoli.

Napoli intanto perde la testa per la squadra di calcio che sta cavalcando verso il suo 3° scudetto. Ma dagli azzurri del presidente Aurelio De Laurentiis nessun segnale di solidarietà per la Palestra Maddaloni?
La mia napoletanità la vivo in modo viscerale anche da tifoso della squadra del presidente De Laurentiis che però qui non si è mai visto, ma magari se decidono di sgomberarci ha tutto il materiale per farci un bel film. Se Osimhen e compagni ci onorassero di una loro visita e in un momento difficile come quello che stiamo vivendo si mettessero a disposizione della mia gente li accoglieremmo a braccia aperte.

Siamo ai saluti, ma prima O Maè vuole mostrare la «mia vera laurea»…
È un diploma di encomio che mi ha inviato il «mio amico» papa Francesco. Mi permetto di chiamarlo «mio amico», anche se non l’ho mai incontrato ma so che lui ci vuole bene e comprende la nostra sofferenza... Lo dico con il cuore in mano, vorrei che papa Francesco venisse a trascorrere una giornata qui con noi per toccare con mano la profonda umanità della mia gente che, come me, chiede rispetto, e di poter continuare a fare sport, di sognare un futuro migliore vivendo in grazia di Dio e nella legalità.


L’ASSESSORE BARETTA

Il Comune ora deve decidere

La vicenda della Palestra Judo Star è molto delicata e frutto di una sentenza giudiziaria che chiama direttamente in causa il Comune di Napoli e e il nuovo corso del sindaco Gaetano Manfredi. « Noi comprendiamo bene tutte le ragioni di Gianni Maddaloni e il lavoro encomiabile che ha svolto a livello sociale e sportivo in questi anni a Scampia, ma ci troviamo di fronte a una sentenza contro il Comune che deve restituire l’area in cui sorge la Palestra ai legittimi proprietari». A spiegare la delicatissima questione è l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, 73enne veneziano, ex sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze nel governo Conte II, che è arrivato a Napoli su chiamata del sindaco Manfredi. « I 385mila euro di cui parla Maddaloni sono l’ammontare, da sentenza, di quanto costa al Comune la restituzione dell’area con i dovuti lavori di risanamento - continua Baretta - . Ora ci stiamo interrogando sul da farsi: se chiudere la questione pagando quella cifra o provare ad acquistare l’area. Questa seconda ipotesi ovviamente comporta dei costi aggiuntivi importanti e la valutazione di spese successive che vanno ovviamente messe a bilancio ». Una situazione che comunque rischia di danneggiare la comunità di Scampia e azzerare quanto fatto di buono dal Progetto Maddaloni da 18 anni a questa parte. « Noi come Comune ne siamo pienamente consapevoli, ed è per questo che ci stiamo interrogando da giorni per trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti e non danneggi nessuno».