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Il caso. Libro in sospeso, il gigante copia i piccoli

Giampiero Bernardini venerdì 25 aprile 2014
Il colosso della distribuzione copia i piccoli librai. Ma non li cita ed è subito polemica sui social network. Tanto da diventare un caso culturale. La Feltrinelli, gigante editoriale e delle librerie, ha scoperto il fenomeno del "libro in sospeso" e lo ha voluto riproporre come idea commerciale. In sintesi, chi entra in una delle librerie col famoso marchio rosso può acquistare un libro e lasciarlo in regalo a un cliente che arriverà dopo. Un'idea però non originale. Il "libro in sospeso" in Italia è stato proposto per la prima volta nel 2010 a Palermo dalla libreria Modus Vivendi. Di recente, poi, l'idea era stata rilanciata a Salerno, dalla libreria per ragazzi Ex Libris Café, e poi a Milano, dalla libreria "...il mio libro" di via Sannio 18. Se n'è tornati quindi a parlare a livello nazionale. Ma nessuno di questi innovatori del libro è stato ricordato nel lancio pubblicitario del gigante, nemmeno in modo generico. Immediata la reazione degli appassionati di lettura, che si sono scatenati su Facebook e su Twitter. Non hanno gradito un uso commerciale, considerato spudorato, di un'idea fatta passare come propria dalla grande catena. Sarebbe bastata una citazione. Invece niente. Ma non solo. Mentre nelle piccole librerie il libro in sospeso è cresciuto come un qualcosa di spontaneo, non programmato da un settore marketing, in questo caso è stata una scelta ritenuta dal popolo dei social network come programmata a tavolino solo per fare cassa in un momento di ribasso. Infatti, si fa notare, è stata lanciata il 23 aprile, Giornata mondiale del libro, ma terminerà subito, il 5 maggio, appena passato il periodo dei ponti di Pasqua, 25 aprile e 1° maggio. Inoltre la Feltrinelli è stata attaccata anche per avere utilizzato l'hashtag twitter #librosospeso dimenticandosi che se questo esisteva era legato ad altre esperienze in corso. Nella metropoli lombarda l'iniziativa è partita per caso lo scorso 25 marzo. Per caso perché, come racconta l'intraprendente proprietaria del "...mio libro", piccolo ma vivace spazio culturale milanese, Cristina di Canio, «è entrato un cliente che ha visto un libro che aveva letto con grande piacere e ha deciso di acquistarlo e di lasciarlo in dono a un altro che sarebbe arrivato dopo di lui". È stato un successo. In tanti hanno voluto godere del singolare piacere di regalare un libro a uno sconosciuto. Lasciando un messaggio oppure no. Spiegando il perché oppure no. Cristina Di Canio intervistata dalla Radio Vaticana per la Giornata mondiale del libro