Agorà

La storia. Ladri di carrozzelle, 30 anni di musica senza limiti

Massimiliano Castellani mercoledì 1 maggio 2019

La band dei Ladri di carrozzelle, fondata a Tor Bella Monaca nel 1989

«Un Concertone del Primo Maggio senza donne sul palco? No, a dire la verità soltanto “noi” siamo già in quattro…». Quel «noi» sta per le eterne ragazze dei Ladri di carrozzelle, la rock-band, unica in Italia, composta da cantanti e musicisti diversamente abili, e a parlare, dalla sua carrozzina, è la voce melodiosa della vocalist, Tiziana Civitani, affetta dalla nascita da tetraparesi spastica. Ma «nonostante tutto, io mi sento una ragazza fortunata, e non a caso per tutti sono semplicemente “LuckyTiziana”». Le altre tre donne del gruppo storico (nato nel 1989, nella periferia romana di Tor Bella Monaca) che stasera saliranno sul palco del tradizionale “Concertone” di piazza San Giovanni, sono le due coriste: la loquacissima “Commmarella”, Sara Rossi che dice «ho la sindrome di Turner, che non è quella della grande Tina» e Orietta Contalini, alias “Nonna Rock”, in carrozzina anche lei per paraparesi spastica, ma pronta «a salire su quel palco, anche solo per pochi minuti... Perché per me, per noi, è il riscatto nei confronti di una vita a dir poco complicata».

Un riscatto condiviso con la quarta donna, Francesca Romana Lucci, chitarrista, operatrice volontaria e normodotata, come Paolo Falessi, chitarrista, operatore e fondatore dei Ladri di Carrozzelle. Venti sono i ragazzi con cui operano Francesca Romana e Paolo. Venti cuori impavidi che vivono e «sopravvivono grazie alla musica e ai concerti», perché spesso le loro pensioni per invalidità fisiche del 100% non bastano a sostenere le spese per l’assistenza che, in alcuni casi, come quello di Tiziana, deve essere h24. Stasera al “Concertone” i Ladri saranno in formato forzatamente ridotto. Anche perché la loro presenza, nonostante le migliaia di fan sparsi per l’Italia e i followers che piovono a cascata sui loro social, fino all’ultimo era data a forte rischio. E non perché non smaniassero dalla voglia di tornare ad esibirsi dinanzi all’adunata oceanica del popolo rock di piazza San Giovanni, ma è che qualcuno non li aveva proprio considerati. «Un po’ come alle donne, non ce calcolano... – sorride divertito “Peppazzo”, al secolo Giuseppe Splendorio, il batterista trascinatore, «sì, con la cresta e la sindrome di Williams». Stasera il segnale d’apertura spetterà al suo pistillo, e a seguire il ritmo incalzante della band ci saranno Gianmarco Pia, autistico ad alta funzionalità, Marco Amato, emiparesi spastica distonica, anche lui in carrozzina, spinta a turno da Paolo Falessi e dall’altro normodotato con la chitarra in mano, Emiliano Esposti. Peccato però, che l’esibizione dei Ladri di carrozzelle era fissata tra le 19 e le 19.30, l’unica mezz’ora senza la diretta tv di Rai3. «Peccato sul serio... – dice Peppazzo – Quando sei lì sopra stai così bene... che la tua disabilità sembra solo un brutto sogno dal quale all’improvviso ti sei risvegliato».

Lo abbraccia Paolo Falessi che sussurra: «È un’occasione persa non suonare in diretta, anche per farci vedere dal vivo da casa, come due anni fa a Sanremo». Una performance memorabile quella sanremese nel 2017, «fecero il picco di ascolti con 10 milioni e mezzo di telespettatori», ricorda la giornalista Paola Severini Melograni, che si era battuta per far sì che andassero ospiti a Sanremo. E questa mattina la Severini Melograni ospita i Ladri di carrozzelle a radio Rai Gr Parlamento (ore 9.30) e in trasmissione dialogheranno con il sottosegretario Vincenzo Zoccano, responsabile del governo con delega alla disabilità, il quale sottolinea: «Oggi in Italia, solo il 3,5% delle persone diversamente abili riescono a inserirsi nel mondo del lavoro». Difficoltà di collocamento che anche i ragazzi della band conoscono assai bene. «Fino al 2008 avevamo una cooperativa che garantiva quindici stipendi fissi ai nostri soci-lavoratori, che con la musica ci campavano... – spiega Paolo Falessi –. Adesso è sempre più dura, ma per fortuna ci appoggiamo alla cooperativa Arcobaleno di Frascati il cui apporto è quanto mai prezioso».

Nel comune dei Colli romani i Ladri provano, suonano e sognano che presto, da un terreno confiscato alla malavita, possa realizzarsi il progetto “#dopodinoi la Casa dei briganti”. «Un luogo, anzi un’oasi futura, – continua Falessi – dove questi ragazzi una volta che rimarranno senza genitori potranno continuare a vivere e a coltivare la passione per la musica, disponendo di una sala di registrazione e un auditorium, come quello di Frascati che ogni anno riempiamo con il nostro spettacolo». Spettacoli ai quali hanno assistito papa Wojtyla, il Presidente Mattarella e il direttore di Rai2 Carlo Freccero, grande estimatore dei Ladri di carrozzelle, con i quali ha appena presentato il suo ultimo libro Fata e strega. Conversazioni su televisione e società (con Filippo Losito, Edizioni Gruppo Abele). Ed è grazie all’affetto e alla stima artistica di tanti grandi dello spettacolo e della musica che da trent’anni a questa parte i Ladri salgono e scendono da un palco, «sempre con un po’ di fatica» ma con il sorriso degli inguaribili ottimisti che cantano in coro: «Non sopporto i pessimisti e la gente risentita / via le facce tristi perché io, sì, stravedo per la vita».

«Quella è la canzone di Lorenzo Carrarini, in arte “Lollo”, il nostro cantante non vedente – dice Francesca Romana Lucci – In trent’anni abbiamo suonato ovunque: non c’è palazzetto, piazza o parrocchia in cui i Ladri non siano passati. È un tour mai interrotto che va avanti da oltre 1500 concerti, con in mezzo una quindicina di dischi pubblicati. Una nostra hit? Beh, Distrofichetto ». Un pezzo che sintetizza lo spirito eccezionale di questi ragazzi, dei loro operatori e soprattutto delle «tante grandi famiglie che stanno dietro... Ricordiamolo sempre – conclude Falessi – sono i papà e le mamme di questi ragazzi che da sempre seguono i nostri quattro punti cardinali: “leggerezza, rispetto, ottimismo e reagire sempre alle difficoltà”. Famiglie che ogni santo giorno lottano, piangono e ridono con i propri figli affrontando assieme a loro problemi, a volte giganteschi, con quello stesso amore che li porta poi a seguirci per centinaia di chilometri per assistere ai concerti e per sostenerci in tutte le nostre attività». E ogni concerto, come questa sera, è dedicato a tutti quei ragazzi della band che sono volati lassù, fra le stelle, «come Roberto, Guido, Mario, Piero... – dice emozionata la Severini Melograni – . Se li è portati via la malattia progressiva di cui soffrivano, così la formazione è costretta a cambiare di continuo». Ma lo show continua, e quello dei Ladri di carrozzelle prosegue.