Agorà

La storia. La "fede" rossonera di suor Giacomina

Sergio Taccone giovedì 6 febbraio 2020

Suor Giacomina Stuani, monaca di clausura del monastero di Santa Rita a Cascia

Suora di clausura a Cascia e tifosa del Milan. Suor Giacomina Stuani, 60 anni, da ragazza è stata un’ex calciatrice, impiegata con il numero dieci, la maglia che un allenatore affida al regista, di solito il calciatore con i piedi e la visione di gioco migliori. «Giocavo alla Rivera», dice la religiosa. La sua passione per il Milan è smisurata e di lungo corso. Era una bambina quando la sua squadra del cuore, guidata da Nereo Rocco, vinceva in rapida sequenza Coppa delle Coppe, scudetto, Coppa Campioni e Intercontinentale. Era il diavolo con Gianni Rivera nel pieno della sua parabola calcistica, Cudicini tra i pali, Sormani e Prati in avanti, Hamrin all’ala, Schnellinger e Rosato in difesa. Un gruppo che, allenato dal Paron, scrisse la storia alla fine degli anni ’60. I primi calci ad un pallone la giovane Giacomina li tirò nel campetto dell’oratorio parrocchiale del suo paese di origine, in provincia di Mantova. La sua squadra si chiamava Leoni e si difendeva molto bene nei campionati giovanili. La futura suora di clausura era molto abile nei calci di punizione, dotata anche di una personalità spiccata in campo. Fino a 18 anni ha giocato a calcio a livello agonistico. Messa fuori causa da un infortunio al menisco, fu costretta a cambiare sport, passando alla più tranquilla pallavolo. Oggi si tiene sempre aggiornata sulle vicende rossonere.

Domenica c’è il derby. Chi vincerà? «Il cuore dice Milan ma se l’Inter sarà più forte tanto di cappello», dice suor Giacomina. È sempre aggiornata sulle vicende riguardanti il Milan che con Ibra in campo ha cambiato marcia, assestandosi in una situazione di classifica più consona al blasone rossonero. La stracittadina sfugge alla logica dei pronostici e spesso a vincere è la squadra sfavorita dalle previsione della vigilia. Un dato confortante per i tifosi rossoneri, consapevoli che l’Inter di oggi, sulla carta, è superiore al Milan. Tuttavia, con uno come lo svedese ex Ajax in campo l’imprevisto e la sorpresa sono sempre dietro l’angolo. Nel calcio odierno, dove si cambia maglia in continuazione, suor Giacomina ritiene ancora importanti le “bandiere”, sintesi perfetta di passione e cuore. Ecco perché giocatori come Rivera, Franco Baresi e Paolo Maldini rimarranno sempre nel cuore dei tifosi.

La giornata di suor Giacomina è scandita dalla preghiera: dalla sveglia, poco prima delle sei, alla conclusione fissata alle 21:30. Nel tempo che resta c’è spazio per lo studio e il lavoro. Il tifo per il diavolo calcistico in maglia rossonera è compatibile per chi gioca nella squadra di Dio. Tanto più per una che fino alla chiamata del Signore, arrivata quando Giacomina aveva 38 anni, il calcio e lo sport avevano occupato gran parte del suo tempo. Aveva anche un impiego stabile all’Agenzia delle entrate. L’esperienza maturata la mette a disposizione per far quadrare i conti del monastero. «Fare sport è bello, è sano, è occasione di fraternità e condivisione», aggiunge suor Giacomina mentre effettua due calci a un pallone malgrado i sandali ai piedi. Il tocco è niente male. In occasione di un suo compleanno, autorizzata dalla Priora, suor Giacomina si recò a pranzo con grembiule, tovaglietta e tazza del Milan, appendendo alla finestra anche la maglietta rossonera. È stata tesserata in un Milan Club della provincia di Mantova, il suo territorio di provenienza e a San Siro vedeva le partite fra i gruppi ultrà Fossa dei Leoni e Brigate Rossonere. Proprio una vera milanista.