Agorà

Riscoperte. La singolare attualità della conversione di Gogol'

Alfonso Berardinelli venerdì 13 gennaio 2023

Gogol’ ritratto da Moller, 1840

Sono di particolare interesse gli “scritti spirituali inediti” di Gogol’, offerti dal volumetto Non siate anime morte, con testo russo a fronte, a cura e con introduzione di Lucio Coco (Aragno, pagine 180, euro 15,00). « Dopo la pubblicazione di Le anime morte nel giugno 1842 Gogol’ intraprende un percorso di fede e di approfondimento spirituale che non cessò di meravigliare i suoi contemporanei. Si trattò spiega Coco - di una vera e propria svolta nella sua esistenza». Direi comunque che il geniale narratore che Gogol’ era stato lo aiuta anche a capire di che cosa l’animo umano ha bisogno, giorno dopo giorno, soprattutto per intraprendere il cammino di una vita di fede. Si tratta di precetti e di misure pratiche e psicologiche senza cui si continuerà a restare vittime di impulsi offuscanti o paralizzanti. Gogol’ scrive infatti vari testi intitolati: Sull’ira e la calma, Regola di vita nel mondo, Su quelle disposizioni spirituali e sui nostri difetti che creano turbamento in noi e ci impediscono di giungere a una condizione di calma, Sull’essere timorosi, apprensivi e insicuri, Sull’abbattimento. Il suo intuito di scrittore realista rende più efficaci e vive le sue osservazioni e le sue raccomandazioni. Ma va anche considerato che Gogol’ attinge direttamente dalla sapienza accumulata nella tradizione patristica, come dimostra il suo quaderno di Brani scelti dalle opere dei Santi Padri e Dottori della Chiesa. Naturalmente la conversione di Gogol’ scandalizzò i suoi estimatori e amici radicalrivoluzionari, in particolare il critico letterario allora più influente, Belinskij, che lo aveva in precedenza esaltato come narratore. Belinskij rimproverò Gogol’ di aver parlato presuntuosamente di Dio e di non vedere che la Russia aveva bisogno di altro: «della civilizzazione, dell’educazione, dell’umanitarismo». La risposta di Gogol’ fu che, se a lui era mancato qualcosa, mancava qualcosa anche ai suoi accusatori, che non vedevano la dimensione spirituale nel suo rapporto con la realtà sociale: « La società migliora solo quando ogni singola persona si impegnerà e vivrà da cristiano [...]. Tutto allora andrà a posto, da sole si stabiliranno corrette relazioni fra le persone e l’umanità andrà avanti». Una generazione dopo, non penseranno più o meno la stessa cosa anche Dostoevskij e Tolstoj?