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La classifica di Nature. La ricerca parla in cinese, ma l'Italia c'è

Davide Re giovedì 4 agosto 2016
Nel mondo della ricerca scientifica la Cina sbaraglia tutti. Tanto da stravincere la classifica elaborata dalla rivista Nature e che ogni anno mette in fila, uno dietro l’altro, i risultati conseguiti dai più importanti istituti di ricerca del mondo. I centri che fanno riferimento a Pechino vincono non solo per la qualità dei loro studi, ma anche per la quantità: sono ben 40 su 100 gli istituti cinesi che compaiono in classifica. Ciò significa che su questo fronte, quello della conoscenza e della tecnologia, il governo cinese sta investendo massicciamente risorse, con denari e precisi piani strategici. Si difendono gli Stati Uniti, con 11 centri nel ranking, benino l’Europa e l’Italia, che da sola piazza in classifica l’International centre for theoretical physics che ha sede a Trieste e soprattutto l’Istituto italiano di tecnologia, che si trova a Genova. In particolare quest’ultimo, il centro di ricerca diretto da Roberto Cingolani (che sta anche elaborando il progetto per la realizzazione a Milano nell’ex sito dell’Expo dello Human Technopole), è stato classificato dalla rivista Nature tra i principali istituti al mondo che nel triennio 2012-2015 hanno pubblicato lavori scientifici su riviste ad alto impatto.  La classifica elaborata dalla prestigiosa pubblicazione britannica si basa sulla capacità dei singoli istituti a contribuire a 68 delle riviste di alta qualità, definita dal parametro Wfc. La performance di Iit è aumentata da un WFC 22.42 nel 2012 a 41.39 del 2015. L’Istituto italiano di tecnologia compare, inoltre, tra i 25 istituti che Nature ha considerato "valevole di una nota di approfondimento", con un’intervista a Cingolani e la citazione del robot iCub come l’esempio più noto a livello mondiale dei risultati dell’Iit. I settori strategici del centro genovese sono gli stessi che hanno permesso ai cinesi di battere gli americani in questa classifica di Nature, ovvero robotica, nanotecnologie e scienze della vita. Tra l’altro Pechino sta sfidando Washington anche nella corsa allo spazio, dopo i continui tentennamenti dell’amministrazione Obama.