Agorà

CALCIO. La Juve vola e riporta la Samp in terra

Angelo Marzella giovedì 29 ottobre 2009
La Juve c’è. O meglio, è tornata. Proprio nella partita che più contava, la Signora ha ritrovato se stessa. Era la classica sfida da dentro o fuori. Un esame senza appello, quello contro la Sampdoria dei miracoli di Del Neri, che si presentava a Torino con due punti di vantaggio in classifica e il morale alle stelle. L’outsider contro la storica candidata al titolo.Cassano contro Diego. Pazzini contro Amauri. La vecchia volpe Del Neri contro la “matricola” Ferrara. Era tanta la carne al fuoco. E la Signora si è presentata al banchetto affamata come una bestia feroce. Una goleada (5-1) che ricaccia indietro la Samp e spaventa l’Inter.Che sarebbe stata una grande serata di calcio lo si è capito subito. Pronti via e le due squadre sono partite a razzo. Ritmi vertiginosi, pressing sui portatori di palla, squadre corte e contrasti duri. La Samp ha retto per il primo quarto d’ora. Poi si è lasciata sopraffare a centrocampo, dove Felipe Melo (mai visto così in palla in maglia bianconera) e Sissoko hanno imposto la loro legge. Grosso che spingeva di continuo sulla sinistra ha costretto Mannini a starsene buono buono nella sua metà campo. Cannavaro e Chiellini giocavano d’anticipo su Pazzini e Cassano era sempre raddoppiato. Con una determinazione solo sognata nell’ultimo mese, la Juventus si è presa la partita. Da applausi il triumvirato Camoranesi, Diego e Giovinco. I tre, piazzati alle spalle del febbricitante Amauri, erano sempre pronti a farsi trovare liberi per dettare il passaggio ai compagni e duettato tra loro per il piacere degli esteti. La fantasia al potere. Il brasiliano ha lasciato negli spogliatoi il clone sbiadito che indossava la sua maglia nelle ultime uscite: più deciso, più coinvolto nella manovra, finalmente determinante. Addirittura straripante è stato Camoranesi.L’argentino d’Italia ha impacchettato la partita perfetta. Un fantasista che corre come un terzino, lotta come un incontrista e segna come una punta. Standing ovation. Al di là dei singoli e del modulo, a trasformare la Juve da armata Brancaleone a corazzata, è stato l’atteggiamento, la mentalità, l’approccio alla partita. I bianconeri sono stati perfetti. Se nell’ultimo mese avevano sempre trasmesso una sensazione di insicurezza e non avevamo mai saputo comandare la partita né gestire il risultato, ieri è stata tutta un’altra sinfonia. L’orchestra bianconera ha suonato la carica sin da subito. E nel primo tempo ha già archiviato la pratica con un uno-due da serial killer. Al 26’ Amauri ha scaricato in rete sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Al minuto 42’ poi, l’azione simbolo di questa Juve rabbiosa: Chiellini vince un contrasto contro due avversari a centrocampo, si invola verso l’area avversaria, scarica su Amauri e spedisce in rete la palla di ritorno. E non è finita qui. La Juve nel secondo tempo non ha mollato la presa. I cannibali in maglia bianconera hanno infierito senza pietà su una Sampdoria inerme e irriconoscibile. Camoranesi al 50’ ha coronato la sua prestazione super. Mente Amauri al 62’ ha siglato la doppietta, prima di lasciare posto a Trezeguet. Dopo due minuti, l’intuile gol di Pazzini, prima del punto esclamativo di David Trezeguet. Incornata vincente su cross di Grosso 5-1 a due minuti dalla fine. Fine dello spettacolo. Tutti a casa, con una certezza: la Juve c’è.