Agorà

MEDIA. Tv, «blitz» di Rai e Mediaset Tolti a Sky i reality show

Angela Calvini sabato 22 agosto 2009
In attesa dell’avvio dell’autunno televisivo, non passa giorno che non si apra un nuovo fronte nel­la guerra di piattaforme tra Sky, Rai e Mediaset. Se da una parte l’emitten­te di Murdoch ha appena lanciato un’offensiva in grande stile sullo sport, Mediaset e Rai replicano to­gliendo i loro reality e talent show da Sky: Grande Fratello e Amici, che tor­nano ad ottobre su Canale 5, non si potranno più vedere 24 ore su 24 su Sky come accadeva gli anni scorsi, ma solo in esclusiva nel pacchetto di­gitale a pagamento Mediaset Pre­mium. Ed anche le finestre di X Fac­tor , in autunno su Raidue, potrebbe­ro aprirsi in esclusiva solo sul canale digitale gratuito Rai4. Se da una parte ci sarebbe da ralle­grarsi, come telespettatori, dell’as­senza di questi reality a tutto vantag­gio della qualità di Sky, comunque dal punto di vista dell’Auditel è un brutto colpo per l’emittente satelli­tare. I reality show sono i programmi che oggi attirano più ascolti (e introiti pubblicitari) e «costano poco», come aveva confessato Piersilvio Berlu­sconi alla presentazione dei palinse­sti Mediaset. In particolare sarebbe fallita la trattativa per lasciare il Gran­de Fratello sulla tv di Murdoch al prezzo più alto chiesto da Mediaset, vista la maggior durata del reality che quest’anno per l’edizione del decen­nale esagera allungandosi per ben 6 mesi, finendo dopo l’Epifania. E co­sì Gf e Amici saranno in esclusiva su Mediaset Premium all’interno del pacchetto Gallery. Analogo il discorso per la terza edi- zione di X Factor. Il fatto che le sue fi­nestre quotidiane finiscano soltanto su Rai 4, non solo porterà un input al digitale terrestre, ma anche a Tivù­Sat, la piattaforma satellitare gratui­ta messa in piedi da Viale Mazzini, Mediaset e Telecom Italia Media, la quale si prepara, anche se nessuno lo vuole ammettere, a diventare l’an­ti Sky. In tutta questa bagarre mediatica, però non si vede all’orizzonte nulla di veramente nuovo e di importante dal punto di vista della qualità dei pro­grammi. E, come al solito, il tele­spettatore viene tenuto in conside­razione solo in base al suo «potere d’acquisto».