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Festival Biblico. A Padova la Genesi nel Battistero fa comunità

Alessandro Beltrami mercoledì 17 maggio 2023

L’interno del battistero di Padova

Andrea Nante (direttore del Museo Diocesano Padova) interverrà durante la tappa di Padova del Festival Biblico, venerdì alle 19.30. Programmi su festivalbiblico.it/padova-2023/.

Dio tra gli angeli, assiso sopra un campo oro e di un blu così profondo da arrivare davvero al di là dello spazio e del tempo, con un gesto benedicente dà forma al globo celeste, un nastro circolare con lo zodiaco, e a quello terrestre: una accurata rappresentazione dell’orbe conosciuto alla fine del XIV secolo. È una delle immagini più belle tra la bellissime che Giusto de’ Menabuoi ha affrescato nel Battistero di Padova. È anche il punto da cui muoverà venerdì prossimo (ore 18.30) Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano patavino, nella presentazione e nella visita speciale dal titolo “La Genesi e Giusto de’ Menabuoi: il ciclo del Battistero della cattedrale di Padova”, nell’ambito del Festival Biblico.

Quello realizzato dal pittore toscano «è uno dei maggiori complessi pittorici del tardo Trecento italiano – spiega Andrea Nante – e può essere considerato un vero percorso attraverso la storia della salvezza da Genesi ad Apocalisse. Nel tamburo vengono rappresentate varie scene del libro della Genesi, dalla Creazione, dove è raffigurata per la prima volta in pittura l’intera mappa del mondo conosciuto, fino alla storia di Giuseppe». Dal 2021 il Battistero è parte insieme ad altri sette ambienti affrescati del sito del sito seriale Unesco “Padova Urbs Picta”, e da poco meno di un anno è elemento integrante di “Domus Opera”, il complesso dei beni artistici ed architettonici che si affacciano su Piazza Duomo: cattedrale, palazzo vescovile e Museo Diocesano.

«È il punto nevralgico della città», spiega Nante: «Con la nuova riorganizzazione, oltre a rendere più funzionale la gestione e la fruizione, è stato possibile far percepire l’unitarietà del polo religioso». Una necessità rivolta non solo al turista: « La comunità residente è il principale riferimento dei musei diocesani, che del territorio sono espressione. Questo patrimonio è una risposta identitaria a quello che era il presente: il passato viene raccontato come segno di una comunità che si è fatta carico nel tempo. Cambiano le epoche ma il nucleo resta l’annuncio della verità del Vangelo». “Domus Opera” si è caratterizzata per un approccio innovativo alla visita, integrando tecnologia, sperimentazione esperienzale, fondamenti teologici e liturgici.

«Il percorso pensato per il Battistero muove da una sala di prelettura a carattere immersivo e poi con l’ausilio di device si entra nel vero e proprio luogo affrescato, pensato come “immersivo” – in senso letterale e figurato – fin dall’origine. L’idea è restituire l’attualità del messaggio guida la grande arcata teologica degli affreschi, che da Genesi arriva al “libro aperto” dell’Apocalisse, che cerca di leggere i fenomeni che mettono alla prova la comunità e l’umanità». Tenendo al centro il fatto che il Battistero è un luogo vivo: «Tuttora vi si celebra il rito del battesimo. Recentemente abbiamo sperimentato una visita fondata sui sensi: abbiamo invitato le persone a fidarsi e a entrare nel battistero a occhi bendati: a toccare l’acqua benedetta, sentire il profumo dell’olio, fino ad arrivare infine alla vista. È la fisicità del sacro che ci coinvolge nella liturgia del battesimo».