Agorà

Dal 2026. L'ammucchiata mondiale: 48 nazionali in lizza per la Coppa del mondo

Massimiliano Castellani martedì 10 gennaio 2017

L’evoluzione della specie calcistica è passata in meno di un secolo dalle 13 nazionali partecipanti al primo Mondiale di Uruguay 1930, divennero 16 quattro anni dopo in Italia e scesero a 15 già in Francia nel 1938. Poi sempre più in alto: in Francia nel 1998 si era saliti alle 32 squadre iscritte alla kermesse iridata, numero che si è conservato fino all'ultima edizione di Brasile 2014. Trentadue sono già tante, troppe, ma non per la Fifa che alza il tiro e ratifica la “grande ammucchiata” . A partire dal 2026, 48 nazioni in lizza per aggiudicarsi la Coppa del Mondo di football. Il governo mondiale del calcio con il suo premier, lo “svizzero-italiano” Gianni Infantino, a Zurigo ha deliberato all'unanimità per un Mondiale extralarge con 48 selezioni. Non sappiamo dove si svolgeranno i Mondiali del 2026 (per ora arriviamo fino alla scellerata sede di Qatar 2022) ma quel che è certo è il numero esorbitante delle nazionali in campo che presumibilmente dopo la fase a eliminazione diretta, che partirà dai sedicesimi di finale, si qualificheranno (le prime due squadre) passando dai 16 mini-gironi da tre squadre.


Il format, garantiscono dalla Fifa, riuscirà a far matere un massimo di 7 partite per le nazionali che arriveranno alla finalissima, come succede oggi con la competizione a 32 nazionali. Pertanto l’aumento dei match da 64 a 80 non dovrebbe allungare in maniera insostenibile la durata della fase finale del mondiale e sforare oltre i 32 giorni. Il megamondiale insomma non dovrebbe scontentare nessuno. Anzi no, un attimo: non si comprende ancora quanti posti ci saranno a disposizione per ogni singola confederazione. Quella africana, asiatica, nord e centroamericana, pretendono fin dai tempi della gestione Blatter maggiori spazi, ma li otterranno? Attualmente la zona Uefa può contare su 13 nazionali qualificate ai mondiali, 5 posti sono assegnati all’Africa, 4-5 al Sudamerica, 3-4 alla Confederazione nord e centroamericana, da 0 a 1 all’Oceania.


Inoltre le attuali regole prevedono due playoff per accedere alla fase finale dei Mondiali, uno tra la confederazione asiatica e quella nord e centroamericana (Concacaf), l’altro tra Oceania (Ofc) e Sudamerica (Conmebol). Si qualifica di diritto il paese ospitante, vale a dire la Russia per l’edizione del 2018 e il Qatar per quella del 2022. Noi nostalgici della Serie A a 16 squadre - sarebbe un campionato più umano e più vero - saremmo anche affezionati alla vecchia formula del Mondiale a 16 nazioni. Un format che iniziò in Svizzera nel 1954 e proseguì fino al Mundial di Spagna 1982, in cui oltre alla vittoria degli azzurri di Enzo Bearzot ricordiamo un calcio ancora non monopolizzato dai media, dalle sponsorizzazioni e dalle discutibili politiche globalizzanti. Tutti elementi che hanno svilito lo sport in campo e concentrata tutta l’attenzione sul gigantismo esterno che, a quanto pare, non conosce limiti nè confini, ed è ostinato a fare comunque un “quarantotto”, calcisticamente parlando.