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CALCIO: IL CASO. Italia tra scippi e ritardi al mercato dei talenti

Angelo Marchi martedì 7 aprile 2009
La storia si ripete. E il nostro calcio ne e­sce con le ossa rotte. «Noi sapevamo che Federico Macheda era un grande giocatore, abbiamo fatto di tutto per tratte­nerlo, abbiamo addirittura diffidato più vol­te il Manchester United per impedire che andasse via. Purtroppo le normative non consentono sotto i 16 anni di poter contrat­tualizzare i giocatori...». Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, spiega così la parten­za da Roma nel 2007 del giovane trequarti­sta, nuovo eroe dei tifosi del Manchester do­po il gol-vittoria realizzato domenica a tem­po scaduto all’Aston Villa. Al 17enne attaccante è bastata mezz’ora, e soprattutto un «gol storico» all’Old Trafford per entrare nella storia del club inglese, precettato d’ur­genza da sir Alex Ferguson quando avrebbe dovuto ri­spondere alla convocazione dell’Italia Under 19. Squali­ficato Wayne Rooney, e as­sente per infortunio Berba­tov, Macheda era stato con­vocato per la panchina. Ma il debutto si è concretizzato quando Ferguson lo ha mandato in campo al posto di Nani. «Una scommessa che ha pagato», il commen­to del tecnico manager a fi­ne gara. Prelevato dal settore giovanile della Lazio appena compiuti 16 anni, in questa stagio­ne Federico ha già segnato 18 reti con la squadra delle riserve. «La verità è che stato uno scippo da parte del Manchester United - racconta Lotito - che, fuori da qualsiasi ri­spetto di codice etico, prima che i giovani calciatori italiani “compra” i loro genitori of­frendo compensi assurdi. Normalmente ­aggiunge il numero uno biancoceleste - que­sti sono ragazzi, che provengono da fami­glie non sicuramente agiate che, sulla scor­ta dell’interesse economico, sono mosse a trovare soluzioni alternative all’estero, spe­rando che poi il figlio sfondi nel calcio e dia loro una stabilità anche futura. Noi non pos­siamo seguire comportamenti immorali, perché non è pensabile che un ragazzo di soli 15 anni venga comprato come se fosse il mercato delle vacche». Cresciuto nel settore giovanile della Lazio, Macheda ha fatto le valigie per l’Inghilterra nel settembre 2007 ma anche se si parla di offerte da capogiro per lui e la sua famiglia, il suo agente, Giovanni Bia racconta che il giocatore «ha uno stipendio settimanale di 1.600 sterline e la sua famiglia ha percepito alla firma una cifra nettamente inferiore a quella di cui si vocifera. Poi Macheda ha un premio in base alle prestazioni che fa e al comportamento che ha...». Sul futuro della nuova stella dello United, il suo agente non si sbilancia. «Federico vuole rimanere il più possibile in Inghilterra - prosegue Bia - . Lui lì si trova molto bene ma resta sempre mol­to legato all’Italia, appena può rientra a Ro­ma, città che gli rimane nel cuore». Nel portafoglio invece ha un assegno in va­luta inglese, ragione o alibi regalatagli dal nostro calcio scippato, ma anche perenne­mente in ritardo nel riconoscere e conser­vare i propri talenti.