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MOTO. Tragedia a Misano Morto il pilota Tomizawa

lunedì 6 settembre 2010
Morire a 19 anni, travolto in pista, tradito da quelle moto che aveva imparato ad amare quando di anni ne aveva solo tre. Ancora una tragedia delle due ruote, e stavolta va in scena a Misano: Shoya Tomizawa  è morto così, sull'asfalto, mentre correva nelle Moto2 al Gp di San Marino sul circuito di Misano Adriatico. E lo spettacolo è andato avanti, le moto hanno continuato a sfrecciare fino al podio finale anche nella MotoGp.Un incidente terribile, quello di Tomizawa, arrivato a una settimana esatta dalla morte choc di Peter Lenz, il ragazzino di 13 anni che correva a Indianapolis in una gara di contorno di quelle dei grandi: il giapponese era stato il primo vincitore di una gara Moto2, il primo a essere in testa al Mondiale e anche il primo che legherà il suo nome al triste tributo dei piloti allo sport delle due ruote per la nuova classe. Shoya Tomizawa era nato il 10 dicembre 1990, correva per il  team francese Cip Technomag: era in lotta con Julian Simon, davanti a lui e con Alex De Angelis alle sue spalle. Nella  variante del circuito Santa Monica di Misano, che si fa a pieno  gas con le Moto2, il giapponese ha perso il controllo del mezzo   cadendo: ha battuto violentemente sull'asfalto, poi è stato investito da De Angelis che lo seguiva a distanza ravvicinata, e infine travolto dall'inglese Redding, che lo ha centrato in pieno, scaraventandolo lontano e facendolo roteare più volte,  per un tempo che è sembrato interminabile. «È stata una scena bruttissima - ha detto Simone Corsi, compagno di squadra di De Angelis - è stato terribile anche per me, non riesco a pensarci».  IL PODIO E LE POLEMICHEValentino Rossi è tornato sul podio nel Gran Premio di San Marino. È la seconda volta - la prima nel Gp degli Stati Uniti a Laguna Seca - da quando è tornato alle corse dopo l'incidente del Mugello che lo aveva tenuto lontano dalle piste per 42 giorni. Ma il terzo posto di oggi a Misano è un podio amaro per il nove volte campione del mondo, come per il vincitore Dani Pedrosa e il secondo classificato Jorge Lorenzo, in un giorno funestato dalla tragedia di Shoya Tomizawa, morto in seguito a un terribile incidente avvenuto appena un'ora prima dell'inizio della gara di MotoGp.Gara che è partita regolarmente, come regolarmente - a parte il dramma consumatosi sulla pista, che ha stroncato la vita di un Pilota e ne ha costretti due al ritiro - si era conclusa quella della categoria inferiore. Cosa che non ha mancato di suscitare polemiche. Mesta e angosciosa l'atmosfera nella quale è partita la gara della Motogp. I piloti avevano visto le immagini del terribile schianto di Tomizawa. E avevano capito subito che era qualcosa di molto grave.  A gara delle MotoGp ancora in corso, piomba come un fulmine la notizia della morte di Tomizawa, di cui tutti avevano visto lo spaventoso incidente. In quel momento, lo sport è passato in secondo piano e in molti si sono chiesti se non sarebbe stato opportuno non far partire la gara della classe regina per rispetto al ragazzo giapponese. Ma il principio del "the show must go on", per il quale, qualunque cosa accada, lo spettacolo  deve andare avanti, è stato ancora una volta rispettato. Ora tutti, piloti in testa, si interrogano sulla pericolosità dello sport motociclistico e piangono un amico e un collega.  Unica concessione al lutto, il podio della Motogp è stato celebrato con bandiere a mezz'asta e senza la consueta doccia di champagne; cosa che poteva essere fatta anche a Indianapolis una settimana fa, dopo la morte di Peter Lenz, il ragazzino di 13 anni travolto in un incidente simile a quello di Tomizawa. IL RACCONTO DI ALEX DE ANGELISAlex De Angelis era dietro a  Shoya Tomizawa, ed è stato coinvolto nel tragico incidente che ha portato alla morte il pilota nipponico. «Ho visto cadere  Shoya davanti a me - ha detto De Angelis - è stato l'incidente  più brutto della mia carriera. Ho cercato in tutti i modi di evitarlo e di prendere la sua moto». Nelle parole dette a caldo dal pilota di San Marino c'è lo choc della consapevolezza che si è vissuta un'esperienza molto grave. «Io sono illeso, è incredibile», aveva concluso il pilota della Moto2. All'annuncio  della morte di Tomizawa, De Angelis era già fuori dal circuito. «Sono veramente distrutto - ha detto Alex attraverso un  comunicato - per quanto accaduto a Shoya. Sono vicino alla sua  famiglia e a tutti quelli che gli hanno voluto bene. In merito  alla gara ho reso le mie dichiarazioni nell'immediatezza dell'incidente quando ancora non sapevo della gravità delle conseguenze e al momento non intendo dichiarare altro; in  momenti come questo passa tutto in secondo piano». De Angelis,  nella caduta del pilota giapponese avrebbe colpito sia il pilota  che la moto del giapponese, dopo di lui, un altro impatto  sarebbe arrivato ai danni del nipponico, dalla moto di Scott Redding, caduto anche lui nell'incidente.