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I NUOVI EPISODI. Raiuno chiede aiuto a Montalbano «Il mio Commissario? Un vincente»

Tiziana Lupi mercoledì 9 marzo 2011
In attesa di vestire, con entusiasmo, i panni inconsueti del papà («Aspetto per luglio il mio primo figlio»), Luca Zingaretti torna ad indossare quelli, consueti e di successo, del Commissario Montalbano nei nuovi quattro film che Raiuno propone il lunedì in prima serata, dal 14 marzo. Tratti, come sempre, dai romanzi di Andrea Camilleri, prodotti dalla Palomar di Carlo Degli Esposti e diretti da Alberto Sironi, i nuovi film (Il campo del vasaio, La danza del gabbiano, La caccia al tesoro e L’età del dubbio) vedono riunito nuovamente il cast che ha fatto del Montalbano televisivo un successo in molti Paesi del mondo: oltre a Zingaretti, Cesare Bocci (il vice, Mimì Augello), Peppino Mazzotta (il fido Fazio), Angelo Russo (il pasticcione Catarella) e molti altri. E poi, naturalmente, la Sicilia che, sottolinea Degli Esposti, «ha dato tanto a Montalbano ma da lui ha anche avuto tanto. Innanzi tutto nella cancellazione di certi stereotipi, uno per tutti il siciliano con la coppola. E poi anche dal punto di vista turistico: dalla prima volta che Montalbano è apparso in tv ad oggi, Marina di Ragusa è letteralmente raddoppiata». Luca Zingaretti non nasconde soddisfazione ed entusiasmo per «un prodotto che, da dodici anni, vince dappertutto», assicurando un 18-20% di share anche all’ennesimo passaggio in replica, nonostante si tratti di film gialli. «È davvero un grande ossigeno dal punto di vista aziendale» dice il direttore di Rai Fiction, Fabrizio Del Noce, che svela: «Ci sono altri quattro film di Montalbano già scritti. Non so se li faremo, ma speriamo disì». «Intanto – aggiunge Zingaretti –, con questi nuovi quattro, siamo arrivati a ventidue film in dodici anni, praticamente meno di due all’anno. Un numero irrisorio, se consideriamo che, di una serie di successo, in un solo anno vanno in onda anche trenta-quaranta episodi. Eppure, il pubblico continua a seguirci con affetto». Anche perché, assicura l’attore, «in Montalbano non c’è niente di scontato. C’è un autore, come Andrea Camilleri, che continua a scrivere romanzi, e c’è un gruppo di persone che, ogni due-tre anni, si ritrova per chiedersi se ha voglia di portarli ancora in tv con lo stesso entusiasmo della prima volta».Se, proprio, si vuole trovare qualcosa di diverso nei nuovi film rispetto a quelli passati, bisogna dare retta al regista, che dice: «Stavolta abbiamo messo in scena i sogni del commissario e le sue inquietudini», e a Zingaretti che definisce queste inquietudini come «quelle di tutti noi in questo periodo. Non solo per l’Italia e la sua situazione politica, ma per tutta la Terra: per l’umanità non mi sembra un bel momento». Per accendere un po’ più i riflettori sul ritorno in tv di Montalbano (ammesso che ce ne fosse bisogno), Rai e produttori stavolta hanno aggiunto anche Belen Rodriguez, protagonista del film dell’esordio della nuova serie, nei panni di una femme fatale. «La proposta di fare Montalbano – dice – è arrivata prima del Festival di Sanremo ed è stata la prima volta che ho provato a recitare».