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IL FESTIVAL DEL CINEMA. Gli immigrati protagonisti della Mostra

Alessandra De Luca martedì 30 agosto 2011
Per vedere George Clooney sfilare sul tappeto rosso bisognerà aspettare domani sera, quando il divo americano tra i più amati dalle folle aprirà la 68esima mostra del cinema di Venezia con Le idi di Marzo, di cui è regista e interprete. Ci vorranno invece solo poche ore per scoprire per quali meriti Box office 3D di Ezio Greggio sia riuscito ad ottenere l’insolita pre-apertura del Festival, in Sala Grande questo pomeriggio, bizzarra e contraddittoria collocazione, prestigiosa e "defilata" al tempo stesso. E se nei primi giorni quello al Lido sarà in festival degli americani, presenti con film molto attesi e cast da capogiro, gli italiani entreranno in gara a partire dal 4 settembre. Ecco bollirà nel pentolone veneziano fino a sabato 11 settembre.GLI ITALIANITre i nostri film in gara. Il primo ad entrare nell’arena sarà Emanuele Crialese che affronta la tragedia dei clandestini nordafricani vista con gli occhi degli abitanti dell’isoletta siciliana di Linosa. Poi toccherà a Quando la notte di Cristina Comencini, che a partire da un suo romanzo torna ad affrontare tormentate relazioni familiari, e a L’ultimo terrestre del cartoonist Gipi al suo debutto cinematografico con la storia dell’ultima settimana sulla Terra prima dell’arrivo degli alieni. Ma già tanto si parla di Scialla! del regista esordiente Francesco Bruni sul rapporto tra un padre e un figlio che si candida a diventare uno dei film più amati della Mostra, mentre Ruggine di Daniele Gaglianone e Maternity Blues di Fabrizio Cattani affrontano temi assai spinosi: l’infanzia violata e negata da pedofili (il primo) e madri assassine (il secondo). Il documentario Questa storia qua traccerà percorso umano e artistico di Vasco Rossi, protagonista dell’estate mediatica, mentre Piazza Garibaldi di Davide Ferrario racconterà le contraddizioni dell’Italia di oggi a partire dai luoghi toccati dalla spedizione dei Mille. Venerdì 9 infine la consegna del Leone d’Oro alla Carriera a Marco Bellocchio che presenterà la versione rimontata di Nel nome del padre, suo terzo film, del 1971.I PIÙ ATTESITra le pellicole destinate al gran pienone ci sono Carnage del condannato e discusso Roman Polanski, che non sarà presente al Lido, ma verrà «rappresentato» dalle due attrici Jodie Foster e Kate Winslet; A Dangerous Method di  David Cronenerg, storia del dissidio tra Freud e Jung, con Viggo Mortensen, Keira Knightley e la neo star Michael Fassbender; W.E. di Madonna, attesa al Lido con l’attrice Abbie Cornish, che rievoca la storia di Wally Simpson, la donna per la quale il re d’Inghilterrra Edoardo V decise di abdicare; gli apocalittici Contagion di Steven Soderberg, con Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet, Marion Cotillard e 4:44. Last Day on Earth di Abel Ferrara; Tinker Tailor, Soldier, Spy tratto dal romanzo di culto La talpa di Le Carré e interpretato da Colin Firth e Gary Oldman; Dark Horse del provocatorio Todd Solondz con Mia Farrow e Christopher Walken. E ancora: Marjane Satrapi con Peulet aux prunes tra fumetto e realtà, William Friedkin con il noir Killer Joe, Al Pacino con Salome e Alexander Sokurov che con Faust conclude la sua tetralogia. E infine i due annunciati film «scandalo»: Shame di Steve McQuenn su un giovane newyorkese sessualmente disturbato e Un été brulant di Philippe Garrel con nudo integrale di Monica Bellucci.GLI IMMIGRATISono loro i grandi protagonisti di questo festival che attraverso il film selezionati coniuga il tema della multiculturalità con stili e linguaggi diversi. Se Terraferma di Crialese mette in scena la clandestinità senza dimenticare la lezione del neorealismo, Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi usa simboli e metafore per raccontare la storia di una chiesa salvata dagli ultimi della terra. Usa invece i toni della commedia surreale Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno, che a partire dal romanzo A day without a Mexican immagina un nord est che si risveglia senza badanti e operai stranieri. È parlato in francese Là-Bas, il film in cui Guido Lombardi racconta una storia di malavita e riscatto tra gli immigrati africani in Campania, schiacciati da povertà e camorra, mentre la laguna di Chioggia è il dolce scenario dell’impossibile storia di amicizia tra un vecchio pescatore di origini slave e una giovane barista cinese in Io sono Li di Andrea Segre. In Out of Teheran Monica Maggioni raccoglie le dolorose storie di quattro iraniani costretti a lasciare il proprio paese a causa delle violenze e minacce subite in patria mentre il documentario di Alessandro Piva, Pasta nera, rievoca tra testimonianze dei superstiti e immagini di repertorio l’emigrazione di bambini meridionali provati dalla fame del secondo dopo guerra presso generose famiglie emiliane. Tanto per ricordarci di cosa erano capaci gli italiani una volta.