Agorà

Sanremo. Il nuovo Volo cerca il bis al festival

Angela Calvini sabato 2 febbraio 2019

Il Volo: da sinistra Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto (foto Shipmates)

«Tanti bambini prodigio si sono persi. Noi, per fortuna, dieci anni dopo siamo ancora qui. E vogliamo dimostrare di essere cresciuti». Cresciuti lo sono davvero i ragazzi de Il Volo, tre ventenni che si presentano più maturi e posati, con abiti di taglio elegante, alla vigilia del loro secondo Sanremo, in onda su Rai 1 dal 5 al 9 febbraio. A furor di popolo avevano già vinto nel 2015 con l’imponente Grande amore (che spopolò anche all’Eurovision Song Contest piazzandosi primo al televoto del pubblico europeo): perché mai tornare in gara e non come superospiti? «Noi siamo qui per festeggiare il nostro decennale» dicono schernendosi, ma ben consapevoli di essere tra i favoriti alla vittoria insieme ai loro coetanei Ultimo e Irama. I quali propongono un pop contemporaneo lontano dal belcanto dei tre tenori, amatissimi dal grande pubblico, ma spesso snobbati dalla critica italiana. «Ci sta che non possiamo piacere a tutti. Ma noi non siamo solo O’ sole mio – protestano in coro promettendo una svolta –. Occorre rinnovarsi sempre, a 25 anni abbiamo una visione diversa del mondo e vogliamo portare una ventata d’aria nuova nella nostra produzione. Da Sanremo 2019 spicchiamo il Volo 2.0».

Al 69° Festival della canzone italiana i tre presentano Musica che resta, un brano melodico in stile opera pop, dedicato ad un amore che finisce («Amore abbracciami / voglio proteggerti / siamo il sole in un giorno di pioggia» intonano), scritto fra gli altri da Gianna Nannini, di cui ricantano con misurata finezza Meravigliosa creatura nel nuovo album dal titolo Musica (Sony Music). Verrà lanciato in tutto il mondo il 22 febbraio e conterrà tre inediti dal sapore pop e otto cover di brani celebri a livello internazionale, da People di Barbra Streisand ad Arrivederci Roma di Rascel. Era il 2009 quando l’allora 13enne abruzzese Gianluca Ginoble, il “bello” del gruppo, vinse Ti lascio una canzone, il programma concorso canoro per bambini condotto da Antonella Clerici su Rai 1 intonando Il mare calmo della sera di Andrea Bocelli. Il tenore toscano era il mito anche degli altri due baby tenori siciliani in finale quell’anno, l’occhialuto Piero Barone all’epoca 14enne (oggi un aitante 25enne fidanzato con Virginia Allegri, figlia dell’allenatore della Juventus) e l’allora paffuto Ignazio Boschetto, il più estroso del gruppo. Da lì è partita la carriera dei record che li ha confermati il maggior successo della musica italiana nel mondo dopo Bocelli (che sarà superospite a Sanremo il 5 febbraio). Non si contano più i dischi di platino, i posti nella top ten Usa, i duetti eccellenti da Barbra Streisand a Lady Gaga e Quincy Jones, i lunghi tour internazionali. Oggi, però, i ragazzi si sentono pronti a una svolta musicale, che rispecchi i loro gusti, senza però deludere i fans storici, «specie quelli americani che vogliono un repertorio più classico» raccontano. Il nuovo album, dicono, rappresenta al cento per cento le loro personalità.

«Abbiamo gusti musicali molto diversi fra di noi. Io amo più il pop, in particolare Pino Daniele» racconta Ignazio, voce da tenore pop, mentre il crooner Gianluca aggiunge di amare i classici americani alla Dean Martin o i brani italiani anni 50. «Io invece ho un grande sogno, quello di potere cantare l’opera in un grande teatro. Sto studiando per questo» spiega Piero Boschetto, tenore puro, che racconta di essere cresciuto a pane e lirica in famiglia. Anche se, raccontano ad Avvenire, «abbiamo realizzato il nostro sogno più grande pochi giorni fa a Panama: cantare per il Papa». Il Volo a Panama il 27 gennaio ha cantato l’Ave Maria, Mater Misericordiae, scritta per papa Francesco alla presenza del Pontefice e dei 700mila giovani presenti nel Campo San Juan Pablo II, durante la Veglia della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù. «È stato difficile gestire le emozioni cantando a un metro dal Papa, devo ancora metabolizzare – spiega sorridendo Piero Barone –. Noi siamo cresciuti con Francesco e lo sentiamo tanto vicino. C’erano centinaia di migliaia di giovani, e paradossalmente, c’era un grande silenzio». «Un silenzio assordante – aggiunge Gianluca ancora emozionato –. Dio si può manifestare in tante cose, come nell’innamoramento, nell’amore per la famiglia, nel sorriso di un nonno. Quello per me, in qualche modo, è Dio». I tre giovani ed hanno voluto immortalare il loro incontro scattando un simpatico selfie insieme a papa Francesco. Ignazio si è fatto rapire «dall’aura che si respirava su quell’altare. Personalmente sono un credente, ma non un praticante, e vedere tutti quei ragazzi nostri coetanei così emozionati nel pregare e nell’ascoltare il Papa che parlava, spiegava e immetteva tra una preghiera e l’altra discorsi sociali, soprattutto sui social network, è stato davvero commovente – aggiunge –. C’era una energia incredibile. Porre al cospetto di Dio la nostra arte è stato toccante». Piero, che porta sempre al collo il crocefisso regalatogli dalla nonna, aggiunge: «Il crocifisso che nonna mi ha dato è sempre con me. È una sua benedizione e un legame con la mia famiglia. Sono molto credente, sono praticante, quando posso vado a messa. Per me la Gmg di Panama è stata un’esperienza particolare, anche perché da piccolo facevo il chierichetto».


Quella di Panama è stata una delle tante esperienze fatte viaggiando insieme per il mondo: «Ci vogliamo molto bene, altrimenti non avremmo resistito. E siamo cresciuti tanto viaggiando, incontrando persone e visitando luoghi diversi» dicono. Compresa anche la visita in Libano ai nostri militari della missione Unifil, per cui hanno tenuto un concerto trasmesso da Rai 1. «È stato bellissimo partecipare alla festa di Natale di queste persone che non esitiamo a definire eroi al servizio del nostro Paese, di tutta Europa e del mondo – concordano i tre –. Per sei mesi sono lontani dalle famiglie, in un costante stato dall’erta. Ecco, tutte queste esperienze ci permettono di essere delle persone migliori». Fra poco li aspetta un’altra tournée mondiale, da maggio 2019 a maggio 2019, dove toccheranno Tokyo, Mosca, Praga, Londra, Madrid, Mexico DF, Rio de Janeiro, Santiago del Cile, Buenos Aires, New York (al celebre Radio City Music Hall). Toronto, Montreal, Los Angeles, Miami, solo per citarne qualche tappa. Il trio, ambasciatore del belcanto italiano nel mondo, ha preparato due show diversi: uno più classico per Nord America, Giappone e Nord Europa, ed uno più pop e colorato per Italia e Sudamerica, dove l’album sarà interamente tradotto in spagnolo. In Italia due date d’eccezione a fine maggio a Matera, capitale europea della cultura, in cui Il Volo girerà uno speciale per il canale americano nazionale Pbs, e un tour estivo nelle più belle arene italiane con gran finale a settembre all’Arena di Verona.