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Archeologia. Il nome di Giulio Cesare sui proiettili usati dai romani in Spagna

Davide Re lunedì 8 gennaio 2024

Ritrovato in Spagna un proiettile con sopra inciso “Caes”

Un antico proiettile, in piombo, probabilmente in uso a un fromboliere, ovvero a un legionario dotato di fionda, è stato scoperto durante dei lavori agricoli nei pressi della città di Montilla, nella provincia di Cordoba, in Spagna. Tuttavia, l'originalità di questo ritrovamento solo le incisioni ritrovate sulle facce dell'oggetto, che permettono agli archeologi e agli storici di acquisire nuove e importanti informazioni sulla guerra civile romana. Sul proiettile infatti ci sono due inscrizioni: la prima riporta il nome Caes (l'abbreviazione latina di Giulio Cesare), la seconda quella di Ipsca, la città libero-romana alleata dell'esercito romano. L'oggetto è in un buon stato di conservazione, è a forma di mandorla, con estremità appuntite, misura 4,5 centimetri di lunghezza, 2 di larghezza e 1,7 di altezza e pesa 71,1 grammi. L'oggetto (glans plumbea) non sembrava un ritrovamento straordinario, dato che nei dintorni del luogo del ritrovamento, una leggera prominenza nella zona di Navilla de Cortijo Blanco, dove si trova un sito archeologico romano, è stato documentato un lotto di 17 proiettili simili.

Ciò che colpisce della nuova scoperta è il carattere delle iscrizioni. La prima iscrizione si riferisce all'omonimo oppidum iberico, poi municipio romano, un insediamento alleato di Giulio Cesare nella guerra civile contro Pompeo e i suoi discendenti, che ebbe l'Hispania come uno dei suoi principali teatri di operazioni tra il 48 e il 44 a.C.. La seconda parola sembra essere un chiaro riferimento al dittatore Giulio Cesare. Forse questo proiettile è la testimonianza di come gli abitanti di Ipsca si preoccupassero di rafforzare questa alleanza politica grazie anche alle munizioni.

Quest'ultima è una delle ipotesi avanzate dai ricercatori Javier Moralejo Ordax, José Antonio Morena López, Antonio Morena Rosa e Jesús Robles Moreno in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista di archeologia e storia Zephyrus, edita dall'Università di Salamanca. Gli autori dell'articolo considerano questo pezzo un unicum che potrebbe essere direttamente collegato agli eventi bellici narrati nel Bellum Hispaniense, il libro di Giulio Cesare sulle sue campagne nella penisola iberica. Secondo le conclusioni degli archeologi, "le iscrizioni mostrano in modo molto concreto e specifico il legame tra Cesare e la città ibero-romana e suggeriscono che ci fu uno scontro tra Cesare e Pompei nella zona di Montilla, a circa 19 chilometri in linea retta a sud-ovest di Ipsca stessa". Queste osservazioni permettono di collocare la battaglia cronologicamente nel contesto delle guerre civili romane in Hispania durante il I secolo a.C., e più precisamente in uno dei gruppi documentati sul campo di battaglia di Montemayor, l'antica Ulia Fidentia, situata a circa 12 chilometri dal luogo del ritrovamento. Questo sito fu assediato nel 46 a.C. dalle truppe di Pompeo mentre Giulio Cesare assediava la città di Cordova, tenuta da Sesto, il fratello minore. Sebbene non sia possibile affermare in modo categorico che questa particolare zona della campagna cordovana sia stata testimone di un'altra battaglia tra i due eserciti prima di quella decisiva di Munda (17 marzo 45 a.C.), sembrano esserci seri indizi della presenza di truppe nelle vicinanze di Montilla nel contesto della guerra in Hispania.

L'iscrizione, oltre a essere il primo esempio con un toponimo e una menzione esplicita di Cesare, testimonia che il municipium di Ipsca era schierato con la causa cesariana. "Si delinea così l'immagine di un nucleo urbano che, nonostante fosse circondato da città fedeli a Pompeo come Ucubi, Ategua o Torreparedones, sembra essere rimasto fedele a Cesare, così come Ulia Fidentia, di cui conosciamo l'assedio e la liberazione nelle fonti", concludono gli archeologi. "Tuttavia, il collegamento diretto del reperto analizzato con un episodio specifico descritto nelle fonti letterarie sembra impossibile alla luce dei dati a nostra disposizione. Forse un futuro progetto di ricerca porterà alla luce i resti di una battaglia presumibilmente sconosciuta".