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CALCIO - LA NAZIONALE. Il gioco delle coppie vero sport Nazionale

Angelo Marchi venerdì 12 ottobre 2012
​Un tempo crocevia delle carovane tra l’India e l’Europa, Yerevan diventa oggi per la bizzarra geografia del calcio uno snodo fondamentale tra l’Italia e il Brasile. È in Armenia, infatti, il primo vero ostacolo sulla strada che porta gli azzurri di Prandelli al Mondiale del 2014. Esaurito, con una partenza tutt’altro che brillante contro Bulgaria e Malta, il bonus che si era guadagnata agli Europei, la Nazionale si ritrova già alla ricerca di punti e certezze: e l’avversario inedito non aiuta, come il ct azzurro sa bene e ostenta. Un po’ per l’incognita che tutte le “piccole” del calcio rappresentano in certe occasioni, e molto per lo spirito di riscatto purchessia che anima un popolo ferito quasi a morte dalla storia. «Comunque al di là delle particolari motivazioni – si affretta a spiegare il ct azzurro nella conferenza stampa alla vigilia della gara – sono squadra pericolosa, determinata e dal punto di vista tecnico molto interessante. Il reparto avanzato è di valore». Effettivamente sul piano tecnico nel 4-4-1-1 armeno spicca la fase offensiva e in particolare il gioiellino Mkhitarian, una mezzapunta protagonista di un grande avvio di stagione con lo Shaktar. Ma quello che più conta, a sentire Prandelli, è ritrovare l’Italia che ha stupito tutti all’Europeo. E rivela il segreto per evitare di perdere la posta. «Il ritmo. Deve essere alto per usufruire della nostra qualità superiore. Sarà una gara difficile, con molti capovolgimenti di fronte, occorrerà mantenere gli equilibri. In questi casi devi lottare su ogni pallone. Comunque vado verso questa sfida tranquillo perché in settimana la squadra si è allenata benissimo». Poi, risponde ai dubbi su Balotelli, che non cresce mai, e su De Rossi, in crisi con Zeman: «Tutti mi hanno fatto vedere un piglio diverso, la consapevolezza che qui ci vuole una svolta mi pare sia stata recepita».Ma allora cosa manca a questa Italia prandelliana per decollare davvero verso il Brasile? «Dobbiamo alzare il ritmo. È tutto lì». Quanto alla formazione, dovrebbe essere quella emersa dagli allenamenti: davanti a Buffon, Maggio e Criscito esterni con Barzagli e Bonucci a formare la coppia di centrali. A centrocampo Pirlo, De Rossi, Marchisio e Montolivo, in avanti Balotelli e Osvaldo. «È la decima coppia avanzata che schieriamo? Non importa, noi cercheremo sempre in maniera costante la coppia migliore. E la strada è quella di cercare giocatori con età media in grado di stare con noi e fare un percorso lungo». Ma le notizie giunte in serata rischiano di far saltare i piani del ct e il debutto dell’inedita coppia d’attacco, alle prese con problemi fisici dell’ultima ora. Prandelli vuole riaprire il suo libro dei sogni: «Abbiamo sempre negli occhi Italia-Germania, l’obiettivo è tornare a quell’intensità, a quello spirito e a quelle partite che ci hanno dato sicurezza in noi». E in chiusura arriva la domanda cattiva: «Scusi Prandelli forse ho capito male, ma osservandola sembra che lei viva queste vigilie con una paura sconosciuta un tempo. «Proprio paura no – ribatte lui –, ma se tutti ci rendiamo conto che il nostro è un girone particolarmente impegnativo diventa più facile affrontarlo. Occorre conoscere storia e situazioni degli avversari». Sarà che il ct queste cose le studia per contratto, ma il cronista non deve avere visto proprio male.