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Musica e cultura. I padri e i figli di Bruce Springsteen (in 11 canzoni)

Luca Miele lunedì 1 dicembre 2014

C’è un tema che attraversa, come un filo rosso, l’intera produzione di Bruce Springsteen. Quel nodo – denso, problematico, ricco di riferimenti biblici - è il rapporto tra padri e figli.

In Adam raised a Cain (“Adamo ha allevato un Caino”) Springsteen attinge direttamente dal testo biblico per narrare il rapporto conflittuale tra un padre e suo figlio.  “Sei nato in questa vita pagando/per i peccati di qualcun altro/ Papà ha lavorato per tutta la vita per niente altro che dolore/ Ora cammina per queste stanze vuote cercando qualcosa su cui buttare la colpa/ Tu erediti i peccati, erediti le fiamme/Adamo ha allevato un Caino”. La scelta di far coincidere la storia dei protagonisti con quella di Adamo e Caino allarga volutamente il cerchio del peccato. Il figlio “eredita i peccati”, “eredita le fiamme” della dannazione. La catena dell’amore si rivela per quello che è: il veicolo di trasmissione del peccato.

Il conflitto generazionale si salda qui al tema del lavoro. Con Factory Springsteen rompe quello che Alessandro Portelli ha chiamato “l’unico tabù” che ha resistito alla “liberazione linguistica e tematica operata dal rock”. Il padre esce dalla fabbrica “con la morte negli occhi”, il figlio sa che erediterà “una vita di fatica, solo una vita di fatica”.

Il livore di Adam raised a Cain si scioglie nella delicata, struggente, luce del ricordo. Un padre e un figlio ai piedi di una villa sulla collina. La parola mansion è carica di significati simbolici. Compare continuamente sia negli spiritual che nei gospel. Nel brano Mansion over the hilltop essa sorge «nella terra luminosa nella quale non si invecchia mai», l’approdo nelle sue stanze significherà «la fine di ogni vagabondaggio», quando si camminerà su «strade dell’oro più puro». Il gospel My father’s house – cantato anche da Elvis Presley – riprende alla lettera un passo del Vangelo di Giovanni (14,2-3), che illumina il campo di significati nel quale la mansion si staglia: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore (mansions). Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?. In Springsteen la mansion simboleggia l’irraggiungibilità del sogno di una vita migliore, suggerita nel brano da immagini di altezza.

Il protagonista di My Father' House sogna di essere tornato bambino e di correre verso la casa del padre. Rovi gli strappano i vestiti, il diavolo ansima alle sue spalle, voci spettrali si alzano dai campi finché la corsa del bambino termina tra le braccia del padre. La casa si erge «luminosa». L’uomo, quando si sveglia, ripercorre il tragitto che lo ha condotto nel sogno alla casa del padre. Ma la troverà deserta. La riconciliazione sognata è resa impossibile “dall’autostrada nella quale i nostri peccati giacciono inespiati».

In Indipendence day ancora un padre e un figlio, e l’impossibilità dei due di rimanere nelle stesse  stanze. Un addio e l’amara certezza “che presto tutto quello che abbiamo conosciuto verrà spazzato via”.

Protagonista di questa storia che riecheggia, come ha notato lo scrittore Jim Cullen, i motivi biblici del sacrificio di Isacco e la deposizione di Mosè in una cesta sulle acque di un fiume, è Janey. In Spare Parts la giovane donna vede le acque del fiume scorrere ed è tentata dalla più orribile delle scelte: liberarsi di suo figlio. Ma è il passato, dice Springsteen, qualcosa di cui a volte devi liberarti. La donna si immerge – fisicamente e letteralmente - nelle acque ma ne riemerge arrestandosi sull’orlo della perdizione: decide a favore della nuova vita perché sono “i pezzi di ricambio/ e i cuori spezzati/ che fanno girare il mondo”.

 

La riconciliazione irraggiungibile nella giovinezza ora, nella stagione della maturità, diventa possibile. Il protagonista di Walk like a man – ormai adulto - promette di camminare sulle orme di suo padre, “di camminare come un uomo”.

LIVING PROOFIl più intenso inno alla paternità mai scritto da Springsteen. La nascita di un figlio diventa la prova vivente della pietà di Dio. “Sei passato attraverso la mia rabbia e la mia disperazione/ mostrandomi che la mia prigione era solo una gabbia aperta/ non c’erano guardie né chiavi / solo un uomo spaventato e delle ombre al posto delle sbarre”. 

In Jesus was an only son l’irreversibilità della perdita appare in tutta la sua lacerante drammaticità. Maria è una madre come le altre, e come tutte culla il suo bambino promettendogli che resterà al suo fianco, che “nessuna ombra, nessuna oscurità, nessuna campana a morto” turberanno i suoi sogni. Ma dovrà imparare che non potrà opporsi al compimento di un destino. “C’è una perdita che non può essere compensata/ Una meta che non può essere raggiunta/ Una luce che non troverai in un altro viso/Un mare la cui vastità non può essere abbracciata”.

“Una madre muore, lasciando suo figlio al confronto con la perdita”, si legge nella nota che introduce il testo di Silver Palomino. La rielaborazione del dolore del bambino passa attraverso immagini di bellezza e di inafferrabilità, incarnate in un cavallo, una “palomina argentata”, un animale, canta Springsteen, che “nessun recinto potrà mai imprigionare/ e nessun lazo mai afferrare”.  

lo scenario di Long time coming, rispetto alle canzoni della giovinezza, è rovesciato. La figura del padre è tracciata con pochi schizzi: “Papà era solo un estraneo/ viveva da qualche parte in un motel/ in fondo era solo qualcuno che vedevo aggirarsi da queste parti”. Le immagini che invadono le prime due strofe suggeriscono stati d’animo nuovi. C’è la luna che sfiora le stelle, un ruscello che scorre basso, una mappa che guida il protagonista mentre “viaggia spedito e con un mazzo di rose rosse in mano”. Ora è il protagonista ad essere padre, ad avere due figli che lo tirano per la camicia. In un contesto semplice e familiare (un campeggio, due bambini che dormono in un sacco a pelo e un altro che scalcia nel ventre della madre), con il naso all’insù a guardare “la spada di Orione”, Springsteen canta: “ho un solo desiderio figli miei/ che i vostri sbagli siano solo i vostri sbagli/ che i vostri peccati siano solo i vostri peccati”. Il circolo della colpa è finalmente spezzato. Il peccato non si trasmette più da padre e figlio.