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Gran Premio. Gp Bahrain, in pista accelerano i baby-piloti

Paolo Ciccarone lunedì 4 aprile 2016
Prime gare e primi bilanci di stagione. La Mercedes vince ancora in Bahrain con Rosberg, quinto successo di fila considerando gli ultimi dell’anno passato, Hamilton fatica a stare al passo del collega e forse si è perso nei meandri della popolarità con selfie scattati nei bagni degli aerei o con atteggiamenti da rock star. Fatto sta che i tedeschi son sempre davanti, al punto che Niki Lauda teme qualche scherzo: “Di solito si inventano qualcosa per rallentare chi vince troppo, se lo fanno con noi mi arrabbio, non ce lo meritiamo”. La Ferrari ha minacciato sfracelli, per ora il secondo posto di Raikkonen migliora il terzo di Vettel in Australia, ma il cedimento del turbo compressore sulla macchina del tedesco, nel giro di formazione… mette la Ferrari nella scomoda situazione di dover tirare al massimo ma di rompere anche. Erano anni che non si vedevano situazioni simili e questo campanello d’allarme fa temere il peggio, per la semplice ragione che il regolamento attuale impedisce di modificare subito quello che non va, per cui il rischio di altre rotture fino a quando non arriverà il turbo nuovo (GP Spagna, metà maggio) è molto alto. Un peccato ma è lo scotto da pagare per il recupero contro la Mercedes. A occhio non sono tanto i 4 o 5 decimi di distacco, quanto l’anno di lavoro che manca alla rossa rispetto ai rivali. La gestione fallimentare di Mattiacci, anno 2014, la stanno pagando ancora adesso, visto che si sono persi con decisioni assurde, faide interne, discussioni e un progetto sbagliato su cui si è dovuto intervenire d’urgenza dopo che il manager fu allontanato a fine anno. Da quel momento la Ferrari ha lavorato a rincorrere i tedeschi e per quanto la nuova macchina sia migliore della vecchia, il divario non accenna a diminuire, per cui i rischi presi a Maranello danno questo contraccolpo. Speriamo la situazione si ribalti presto, ma per le prossime gare non cambierà molto: ”Abbiate pazienza, vedrete cosa faremo fra qualche gara”, diceva un Arrivabene fiducioso nel recupero della Ferrari. In Bahrain però si è visto come la generazione di baby piloti abbia un futuro. Verstappen sesto ha corso benissimo e confermato le sue qualità, ma ha stupito Stoffel Vandoorne, un ragazzino belga che era in Giappone, chiamato d’urgenza in Bahrain per sostituire Alonso, arrivato al mattino senza dormire il pomeriggio ha scoperto la macchina, non l’aveva mai provata. E sorpresa delle sorprese, in gara è stato l’unico McLaren a tagliare il traguardo raccogliendo anche il primo punto della stagione. Non si tratta di miracolo, ma di qualità innate. Peccato che per lui non ci sia posto in F.1 visto che tutti i sedili sono bloccati, ma il ragazzino merita di essere seguito. E’ un altro Hamilton con una caratteristica che farà sognare: Lewis ricorda Senna, Stoffel pare il sosia di Prost per come guida. Sarebbe bello vederli in azione insieme. Questione di tempo. Bravi anche alla Haas, con Grosjean quinto. La squadra americana con telaio Dallara fatto a Parma, motori e cambio Ferrari fatto a Maranello, un team manager di Bolzano, gomme Pirelli fatte a Milano e cucina fatta a Modena, con cuochi e staff emiliano, hanno partorito un gran bel risultato. E’ il made in Italy da esportazione.