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CICLISMO. Il Giro riparte con la morte nel cuore

martedì 10 maggio 2011
Il padre di Wouter Weylandt, il corridore belga morto ieri in una caduta durante la terza tappa del Giro d'Italia, è entrato nella camera mortuaria dell'ospedale di Lavagna per il riconoscimento del corpo del figlio. Weylandt senior è arrivato su un'auto della team Leopard accompagnato da alcuni dirigenti. Il padre di Wouter Weylandt era arrivato ieri sera all'aeroporto di Milano Malpensa assieme alla moglie del ciclista, Anne Sophie, in attesa di un bambino. IL GIRO IN LUTTOIl giorno dopo è ancora più dura accettare la realtà. Wouter Weylandt, dorsale 108, cresta sbarazzina e sorriso fisso, non sarà al via della quarta tappa del Giro d’Italia. Non salirà sul podio firma, non rilascerà interviste, non scambierà due chiacchiere con i colleghi. A Genova non ci saranno feste, musica o ballerine da carovana.  «Sarà una giornata di lutto in partenza e anche in arrivo», hanno annunciato Angelo Zomegnan (direttore del Giro) e Michele Acquarone (direttore di Rcs Sport). La Corsa rosa partirà, ancora, come accade da 94 anni. Però non sarà combattuta. I corridori andranno a passo ridotto, per rispetto del loro collega e del dolore dei suoi famigliari. Ed è probabile che sul traguardo di Livorno sfili l’intera Leopard-Trek, così come accadde al Tour de France del 1995 alla Motorola di Fabio Casartelli. Doveva essere la tappa celebrativa della spedizione dei Mille, ma di garibaldino ci sarà ben poco. L’applauso andrà solo al coraggio degli uomini di Nygaard e Guercilena, di nuovo in sella per altri 216 chilometri, con un compagno di viaggio in meno e tanta tristezza nel cuore in più.