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CINEMA. Giffoni, Monteleone: «Lavoro a un film su giornalista rapito in Afghanistan»

Alessandra De Luca giovedì 25 luglio 2013
«Le mie sceneggiature nascono da storie vere, da una passione per un argomento, un personaggio, sui quali poi comincio a documentarmi e ai quali ho voglia di dedicare il mio tempo. In questi giorni moltissime storie prese dalla realtà potrebbero diventare dei film, ad esempio quella di Sahar Gul, la ragazzina afgana torturata dal marito che ha rivendicato di fronte al mondo i diritti delle donne». Enzo Monteleone, sceneggiatore di film come Marrakech Express, Mediterraneo, Puerto Escondito, Il prete bello, Liberate i pesci e regista al cinema di La vera Storia di Antonio H., Ormai è fatta!, El Alamein - La linea del fuoco e Due partite, ha incontrato ieri i ragazzi più grandi di Giffoni in una masterclass dove ha raccontato difficoltà, trucchi ed emozioni del proprio mestiere. E parla del suo nuovo progetto: «Sto lavorando alla vicenda di Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica rapito in Afganistan e tenuto prigioniero quindici giorni dai talebani. La sceneggiatura che sto scrivendo è tratta dal libro del giornalista, I giorni della paura, ma vorrei chiamare il film che, prodotto da Elda Ferri, sarà girato in Marocco, Nei giardini di Allah. Sarà un road movie, perché il rapito veniva trasferito tra villaggi, oasi e deserti e per il ruolo del protagonista stiamo cercando un attore di lingua ingles». Tra urla e commozione i giurati di Giffoni hanno invece accolto Naya Rivera, star della serie tv di culto Glee, che ai ragazzi ha chiesto un minuto di silenzio in ricordo del compagno di set Cory Monteith, tragicamente scomparso lo scorso 13 luglio. E così nel “Gleeffoni Day” i giovani arrivano da tutta Italia, accampandosi alla Cittadella del Cinema sin dalla notte, cantando tra le risate e guardando tra le lacrime il video commemorativo sull’attore perduto.