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Padova. Valsanzibio: quando un Giardino è anche una purificazione...

Antonella Mariani sabato 31 ottobre 2015

Si può entrare nel giardino incuriositi dai suoi 350 anni di storia e restare affascinati dal labirinto di bosso sempreverde (un miracolo di longevità) o dalla riproduzione "vegetale" di una calle veneziana, lunga e tortuosa, delimitata da spalliere di siepi secolari alte fino a 6 metri. Dal cipresso della California più grande d'Europa, dagli scherzi d'acqua o dai maestosi cigni neri che popolano le peschiere centenarie, o ancora dalla magnifica Villa veneta che appare in fondo al Gran Viale. Accade ai visitatori del giardino monumentale di Valsanzibio, gioiello della seconda metà del Seicento ai piedi dei Colli Euganei, a Galzignano in provincia di Padova. 

Il Portale di Diana e il decumanoTutto questo però è solo una parte della storia, la più stupefacente ma non necessariamente la più significativa. C'è un'altra storia, a Valsanzibio, che si può cogliere solo approfittando di una guida esperta (a noi è capitato, rigorosamente in incognito, il proprietario della magione, Armando Pizzoni Ardemani), o lasciandosi trasportare dalle suggestioni di un libro scritto da un sacerdote padovano arrivato qui in visita e ritrovatosi conquistato dalla magia del luogo. La parte più segreta della storia, quella che può sfuggire agli occhi calamitati dalla bellezza degli alberi secolari, è il percorso di purificazione che il giardino nasconde. "Il labirinto della vita. Un viaggio spirituale nel Giardino di Vanlanzibio", si intitola il libro (Proget edizioni, euro 15, in vendita nel bookshop) che don Giulio Osto ha dato alle stampe da poche settimane e che è diventato un regalo prezioso per il 350 compleanno del giardino.

Il labirintoDunque, il percorso di purificazione: studiato a metà dei Seicento dall'architetto e fontaniere pontificio Luigi Bernini (fratello del più famoso GianLorenzo), il giardino nacque per un voto, come allora si usava: Dio protesse la nobile famiglia veneziana Barbarigo (che regalò alla Chiesa il cardinale Gregorio, poi divenuto santo) dalla peste e loro in cambio allestirono, accanto alla villa di famiglia ai piedi dei Colli Euganei, un giardino allegorico in grado di donare ai suoi ospiti un viaggio spirituale dentro di sé.

Il Portale di Diana, l'ingresso al Giardino e alla Villa di ValsanzibioLa fede si legge ovunque, nelle 140 sculture allegoriche, nei sette trabocchetti - sette come i vizi capitali - che costellano le strade tortuose del labirinto, nella grotta dell'eremita, dove fermarsi a meditare, nell'isola circondata da un fossato, dove conigli, pesci e uccelli vivono apparentemente liberi ma in realtà prigionieri rispettivamente dei confini dell'isola, del fossato e della voliera; simbolo dunque della condizione umana...

L'isola del conigliI rimandi sono tantissimi, e rivelarli tutti sarebbe togliere un po' della magia della scoperta ai futuri visitatori. Basta solo un ultimo indizio: sui sette gradini che compongono la scalinata di accesso alla villa è scolpito un sonetto che inneggia alla natura incontaminata e all'amore: una sorta di "scala verso il cielo", commenta don Giulio Osto nel suo libro, come quella che sogna Giacobbe. Un cammino verso Dio che anche un giardino allegorico può invogliare a intraprendere.

Il Piazzale delle Rivelazioni. Le foto di questo servizio sono di Stefano Maruzzo