Agorà

Intervista. GIACOMO: i 25 anni del Trio, l'amicizia, le litigate...

Fulvio Fulvi sabato 5 marzo 2016
Nozze d’argento per il trio comico più amato d’Italia. La storia di Aldo, Giovanni e Giacomo è cominciata, infatti, venticinque anni fa. Per festeggiare l’evento è in arrivo un nuovo spettacolo teatrale che, a cominciare dal debutto al palasport di Vigevano, martedì prossimo (con replica il giorno dopo), toccherà altre venti località, in Italia e all’estero, fino al 25 maggio. The best of Aldo, Giovanni e Giacomo – Live 2016, con l’attrice Silvana Fallesi, ha musiche dal vivo dell’orchestra dei Good Fellas Ne regia di Arturo Brachetti, con il quale il trio ha una stretta collaborazione dal 1996. Verranno riproposti gli sketch più amati dal pubblico con qualche sorpresa. «Festeggiamo insieme ai nostri amici del pubblico, come si fa nei compleanni – spiega Giacomo Poretti in una pausa delle prove vigevanesi –. Abbiamo voluto rispondere alle numerose richieste arrivate sui social network soprattutto da quei ragazzi che non erano ancora nati quando io, Aldo Baglio e Giovanni Storti abbiamo cominciato a lavorare insieme in cabaret e in televisione». Ma come avete fatto a scegliere il meglio dei vostri sketch? «È stata durissima, e dopo lunga discussione abbiamo deciso di riproporre i seisette pezzi più significativi della nostra carriera per coprire due ore e dieci di spettacolo, non si può fare di più...». Quali classici rivedremo? «I gemelli nell’utero della mamma, i tre medici, i tre poliziotti, la gita in montagna in tenda, la galleria d’arte e Pdor. E poi vediamo quali altre gag ci chiederà il pubblico». Come è nata la vostra storia di trio comico? «I miei soci Aldo e Giovanni si conoscono sin da quando avevano quindici anni e frequentavano l’oratorio di Sant’Andrea, nella zona di Porta Romana, a Milano. Uno milanese, l’altro figlio di immigrati siciliani, si sono formati entrambi alla scuola di mimodramma del Teatro Arsenale e hanno fatto coppia sul palcoscenico dai primi anni ’80. Io li ho conosciuti nel 1991. Arrivavo dalla provincia [è nato a Villa Cortese, vicino Legnano, nel 1956, ndr], avevo fatto per undici anni l’infermiere ma nel frattempo mio ero diplomato alla scuola di teatro di Busto Arsizio». Il vostro primo spettacolo insieme?«Nel ’91, appunto, al Caffè teatro di Malpensa, dove prima di costituire il trio facevamo improvvisazione comica ognuno «Abbiamo tre caratteri diversi e interessi che non collimano, ma tra noi è scattata quell’alchimia che ci porta ad essere affiatati, sulla scena e nella vita». Amici per la pelle?«Beh, sì, anche se litighiamo spesso. Mai però con l’intenzione di prevaricare l’altro. Abbiamo ognuno le nostre sfuriate ma subito dopo chiediamo scusa. D’altra parte non è facile lavorare in un ambito creativo dove spesso si crede che la propria idea sia migliore delle altre... Comunque, ruggini e spigoli si eliminano sempre quando si sta sul palco e sul set. È lì che ogni volta scatta la scintilla. Ci si conosce bene, ormai, e basta un battito di ciglia per capirsi. E alla fine c’è sempre gratitudine l’uno verso l’altro». Credete dunque nell’indissolubilità del trio comico? «Nessuno di noi si avventurerebbe da solo in questo campo... Comunque, siamo indossolubili, sì, anche come amici, pur avendo nella vita di tutti i giorni interessi diversi: io scrivo, Giovanni è un podista quasi professionista (un pazzo, direi, che va a correre persino nei deserti), Aldo dipinge ed è un appassionato di fantascienza (ecco perché sta sempre un po’ sulle nuvole)». Vi aiuta ad essere amici anche la comune passione per l’Inter, nonostante le delusioni? «Un po’ sì, anche se siamo io e Giovanni i tifosi più sfegatati. La fede calcistica di Aldo per i nerazzurri è più tiepida. Ricordo quando l’Inter di Mourinho andò in finale di Champions, a Madrid con il Bayer: Giovanni mi regalò un biglietto per il Santiago Bernabeu ma io dissi di no perché avevo paura di tornare senza la coppa... Anche quest’anno si soffre tanto, ci siamo illusi all’inizio del campionato ma siamo di fronte a una caduta tipica dell’Inter. Comunque il cuore è sempre lì». E la fede? Lei è cattolico praticante e impegnato con sua moglie a organizzare incontri ed eventi di carattere religioso.. e i suoi soci? «Chi più, chi meno, tutti e tre abbiamo una forte spiritualità. Anche se Aldo e Giovanni non sono cattolici praticanti, dimostrano una rara sensibilità e grande curiosità per il trascendente, che mettono in pratica a modo loro. Sono a tu per tu con l’eterno e io lo so. Ne abbiamo parlato tante volte». Il momento più bello della vostra carriera? «Ricordo con piacere lo stato di eccitazione febbrile durante il terzo anno della nostra partecipazione a Mai dire gol, in televisione, uno show dal quale ricavammo lo spettacolo teatrale I corti, che ebbe 360 repliche in giro per l’Italia. Un’energia incredibile, che ritrovammo nel film Tre uomini e una gamba». E quello più brutto? «Un momento un po’ basso è stato nel 2008 dopo aver girato Il cosmo sul comò. Stanchezza collettiva, forse fisiologica dopo tanti anni di lavoro e successi. Ma ci siamo subito ripresi con La banda dei babbi Natale, nel 2010, e sul palcoscenico, nella stagione 2012-2013, con Ammutta muddica». Quali sorprese ci attendono nel nuovo show?  «Innanzitutto la band, i Good Fellas, che suonano uno swing travolgente, poi una scenografia imponente, la presenza di Silvana Fallesi che reinterpreta i personaggi che erano di Marina Massironi e qualche invenzione registica di Arturo Brachetti, che ci aiuta sempre molto nel mettere insieme parole e immagini e a usare bene la nostra corporeità». Un sogno nel cassetto per i tre maghi della risata? «Ci intrigherebbe molto fare una serie televisiva, è l’unica cosa che manca nel nostro pur nutrito carnet». Tra le piazze della prossima tournée dello spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo ci sono Torino (Pala Alpitour, 11-13 marzo), Bologna (Unipol Arena, 1 e 2 aprile), Milano (Mediolanum Forum, 6 aprile e 9-13 maggio), Firenze (Nelson Mandela Forum, 8 e 9 aprile), Roma (Palalottomatica, 21 aprile), Acireale (17 maggio) e Reggio Calabria (19 maggio). Con puntate anche a Londra, Bruxelles, Barcellona, Zurigo e Lugano.