Agorà

Cinema. Foster, l’altro volto della Tv

ALESSANDRA DE LUCA venerdì 13 maggio 2016
Il cinema torna a raccontare la crisi economica e le sue drammatiche conseguenze sulla vita delle persone. Dopo La grande scommessa, Desconocido e The lesson , sugli schermi di Cannes arriva Money monster – L’altra faccia del denaro di Jodie Foster, che porta sulla Croisette due delle star più attese di questa edizione, George Clooney e Julia Roberts, di nuovo insieme a dodici anni da Ocean’s twelve. Il film, presentato fuori concorso e distribuito da ieri anche nelle nostre sale, è l’appassionante storia dell’eccentrico presentatore di uno show televisivo finanziario, Lee Gates, preso in ostaggio durante la trasmissione da un uomo inferocito per aver perso tutto il suo denaro in un investimento sbagliato suggerito dal programma. Gates e la sua produttrice Patty cominciano allora una lotta contro il tempo per evitare la tragedia, ma al tempo stesso i due esploreranno tutto il potenziale spettacolare di un sequestro destinato a cambiare le vite di molte persone. Girato in tempo reale, questo thriller adrenalinico che rimanda a Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sydney Lumet, più che analizzare i paradossali meccanismi finanziari che hanno portato alla débâcle si interroga sulle perversioni dello showbiz, sul potere del piccolo schermo dove è sempre più difficile distinguere realtà e finzione, informazione e intrattenimento. «Uno degli aspetti più interessanti del film – dice Clooney, esilarante nelle scene degli improbabili balletti televisivi che aprono il suo programma tv – è proprio la riflessione sulla pericolosa evoluzione del rapporto tra news ed entertainment. Oggi accettiamo il fatto che un idiota qualunque possa dare attraverso il piccolo schermo consigli su investimenti finanziari. E che programmi pensati come macchine per fare soldi passino per trasmissioni di informazione». E sulla scarsa qualità dell’informazione nell’America di oggi Clooney, figlio di un giornalista e già alle prese con questo tema nel suo film da regista Good night, and good luck, aggiunge: «Non avremo mai un presidente degli Stati Uniti d’America chiamato Donald Trump. La paura degli immigrati e dell’islam non governerà il nostro Paese, non lo permetteremo. L’apparente successo di Trump è dovuto solo al fatto che in tv ascoltiamo sempre la stessa storia ripetuta all’infinito e ci dice tutto sul modo disastroso con cui i fatti vengono raccontati ai cittadini». Jodie Foster, che ha scoperto il Festival di Cannes per la prima volta a dodici anni, quando era venuta per Taxi driver, commenta con orgoglio il suo film, pensato per emozionare e far riflettere il grande pubblico. « Money monster è la dimostrazione che a volte non sei costretto a scegliere tra film mainstream e film intelligente, puoi raggiungere entrambi gli obiettivi.  È stato molto interessante per me esplorare diversi aspetti della cultura americana, dalla rabbia dei giovani che si sentono traditi dal paese agli abusi del sistema finanziario e ai limiti oltre i quali si è spinta la tecnologia, capace di spiare nelle vite di ciascuno di noi in ogni parte del mondo, dalla Corea all’Islanda, dall’America al Sud Africa. L’idea di fondo è che siamo tutti complici di questo sistema perché, come dice l’uomo responsabile della rovina del giovane sequestratore, nessuno si lamenta di ciò che è ingiusto e immorale finché c’è profitto. I problemi sorgono solo quando si perdono dei soldi. Mi sono poi divertita a mettere a confronto tre personaggi femminili forti e tre uomini che fanno i conti con i rispettivi fallimenti, economici, professionali e umani». Per la prima volta al Festival di Cannes, Julia Roberts ha aggiunto: «Sono qui con il mio grande amico George Clooney e con un film al quale ho detto subito sì. Molti mi chiedono se ho intenzione di passare dietro la macchina da presa, e la riposta è che non accadrà in questa vita. Conoscono i miei limiti intellettuali e quelli della mia pazienza, non sopporterei mai le domande di più di quattro persone insieme. Sono felice di mettere le mie capacità al servizio della visione di qualcun altro».