Agorà

Formula Uno. Montecarlo nel segno della Mercedes

Paolo Ciccarone sabato 23 maggio 2015
Mercedes sempre davanti e la Ferrari insegue a metà, dopo le qualifiche del GP di Montecarlo il responso è ben chiaro a tutti. Fare la pole, si sa, serve. Per farla occorre andare forte, e anche questo si sa. Ma quanto si deve andare forte non lo sa nessuno quando si parla di Lewis Hamilton. L’inglese della Mercedes ha inflitto oltre 3 decimi al compagno di squadra Rosberg, che al limite della tenuta ha sbagliato una frenata nell’ultimo giro lasciando via libera a Hamilton. Ma a far capire che lo spettacolo di un pilota, talento naturale, deve essere ancora compreso, ci ha pensato Gerhard Berger, ex pilota Ferrari, McLaren e Benetton: “Ero andato a vederlo girare al mattino e ho visto che alla esse era impressionante – dice Berger – era il più veloce e snello fra tutti, guidava come se non ci fossero problemi. Poi l’ho rivisto in qualifica e ho capito che mi sbagliavo, nel senso che Hamilton aveva ancora qualcosa in tasca come margine e lo tira fuori al momento buono. Mai visto uno così da molto tempo”. Insomma, non si sa quale è il vero limite di Hamilton, mentre quello di Rosberg sì: “ho tirato al massimo e ho sbagliato, quando spingi succede e l’errore è tutto mio ma se hai uno come Lewis al fianco non puoi prendertela comoda”. Archiviata la prima fila, si passa alla Ferrari di Vettel, terzo, ma staccato di quasi 8 decimi, che a Monaco sono una vita visto che la pista è di tre km e mezzo… Se Vettel conferma la posizione con la Ferrari, Raikkonen ha deluso. Ha sbattuto al mattino e piegato una sospensione, nel pomeriggio si è preso oltre un secondo e tre e scatta sesto: “Se sono andato a sbattere è perché la macchina scivolava troppo” ha risposto a muso duro in conferenza stampa. Certo, ma se scivolava è perché andava troppo forte dove non doveva, qualcuno provi a spiegarglielo visto che nei momenti topici Raikkonen manca sempre al contrario di Vettel…”Ho trovato traffico – si è giustificato il finlandese – sono stato rallentato nei giri buoni”. E’ vero, ma il traffico a Montecarlo vale per tutti il problema è che Kimi si mette nei guai da solo, vedi la toccata al mattino, e sembra non essere concentrato come dovrebbe per reggere il ritmo di Vettel. Sul giro singolo i due si equivalgono o addirittura Raikkonen è più veloce, ma quando c’è da fare il colpo, il tedesco c’è l’altro lo manca. E con l’atteggiamento solito di chi se ne infischia di tutto, non è che Raikkonen ispiri simpatia o comprensione. Ci si augura che migliori qualcosa in futuro, altrimenti accompagnarlo alla porta facendo largo ai giovani potrebbe essere la scelta più saggia per la Ferrari.