Agorà

Pioniere. Le prime «Ladies» del football

Massimiliano Castellani venerdì 3 marzo 2017

L’8 marzo del 1917, mentre le donne di San Pietroburgo sfilavano in piazza urlando a gran voce la «fine della guerra», dando di fatto il la alla rivoluzione russa, alcune ragazze inglesi si allacciavano gli scarpini per il primo allenamento delle Dick, Kerr’s Ladies, la neonata squadra di football delle operaie della Dick, Kerr & Co. Una fabbrica di tram di Preston (Lancashire) a due ore di treno da Sheffield dove già dal 1857 Nathaniel Creswick e William Prest aveno redatto il “Rules”, il regolamento vigente per il loro club, lo Sheffield Fc. Ma le regole di allora erano quelle della Football Association, vigenti dal dicembre 1863. Le ladies con gli scarpini erano già scese in campo il 23 marzo 1895, a Edimburgo: la rappresentativa dell’Inghilterra del Nord aveva superato quella del Sud. Risultato finale: 7-1 per le nordiche dai “lunghi stivali” ai piedi e rivincita fissata a Glasgow con partita che la leggenda narra sia stata sospesa a causa delle «intemperanze del pubblico»: frotte di invasati che rincorrevano le amazzoni del football spaventate dalla libido incontenibile degli antesignani degli hooligan. Ma torniamo a quel pomeriggio di un secolo fa, quando le operaie di Preston presero la palla al balzo: l’assenza degli uomini chiamati alle armi dalla Grande Guerra (quattro milioni di soldati inglesi spediti al fronte per contrastare le truppe del kaiser Guglielmo II) aveva svuotato anche i campi di calcio. Le ragazze, convertite da metalmeccaniche in produttrici di munizioni e per questo ribattezzate le muni-tionettes, durante la pausa pranzo presero ad esercitarsi con la pesante palla cucita a mano, indigesta per gli stop di petto dei virulenti man figurarsi per le più leggiadre paladine della working class prestate al football.


Via le tute da lavoro e gli stivali, ecco spuntare gli scarpini da calcio con le stringhe ricavate dai sacchi di juta del magazzino spedizioni e i calzoncini corti, un po’ osé. Il primo dagherrotipo del ’17 ritrae così la formazione divenuta ben presto preda dei tabloid rimasti a corto di notizie sportive dopo l’interruzione dei campionati, nel 1915. Uno spettacolo inedito, quello delle Ladies dal berretto di lana intonato con i colori delle casacche bianconere simili a quelle del Newcastle. Città dove le Dick, Kerr’s si recarono nel 1919 viaggiando a bordo del loro inconfondibile “pullman” - un camion messo a disposizione dall’azienda - con stemma un globo e la scritta sgargiante «Dick, Kerr’s Ladies F.C.». Così le videro arrivare le loro avversarie del Newcastle United, sconfitte davanti a una folla imponente di quasi quarantamila spettatori. Quattro volte tanti i curiosi che si affacciarono, nel Natale del 1917, alla prima partita ufficiale delle operaie di Preston contro quelle della Fonderia Arundel Couthard. Un match spettacolare, vinto ovviamente, che la stampa locale enfatizzò con un «football quasi di fattura migliore di quello maschile». Il dato più interessante del debutto storico per le Ladies fu l’incasso di 500 sterline.

«Obiettivo raggiunto», esultarono nello spogliatoio le ragazze. La loro passione per il calcio infatti andava di pari passo con lo spirito filantropico che le aveva unite fin dai primi palleggi: «Raccogliere più denaro possibile per i bambini orfani di guerra, per le famiglie povere dei reduci, specie quelli feriti, gli invalidi ricoverati negli ospedali». Sotto questa bandiera del calcio solidale le irriducibili munitionettescon raffiche di gol avanzarono in tutto il Regno Unito, mietendo successi sui campi di Manchester, Bolton, Leeds e Coventry. Record d’incasso e di spettatori al Goodison di Liverpool, la tana dell’Everton, piena come un uovo. Ben 53mila paganti, per assistere al big match tra le campionesse di Preston e le acerrime rivali del St. Helens Ladies, regolate con un perentorio 4-0. Era il Santo Stefano del 1920, un triennio esatto di entusiasmante ascesa del movimento calcistico femminile che in Inghilterra, grazie alle Dick, Kerrs’ aveva generato quasi duecento compagini di sole donne. Un fenomeno, quello del pink football che, a guerra finita e con il ritorno degli uomini in patria - e la conseguente ripresa dei tornei maschili - , non si arrestò. Anzi la propaganda partita da Preston sconfinò oltre Manica con un vero e proprio gemellaggio tra le calciatrici inglesi e quelle francesi capitanate dalla carismatica madame Milliot: la fondatrice della prima federazione calcistica femminile (Federation des Societés Femimines Sportives de France).

Quando le Dick, Kerr’s sbarcarono in Francia, lì si disputava un campionato regolare e il primo scudetto del calcio femminile era stato assegnato alla formazione del Femina Sport di Parigi. La capitale francese, Roubaix e Rouen furono le tappe di una fortunata tournée con cinque vittorie due pareggi a una sola sconfitta. Il tutto sempre tra bagni di folla e una stampa letteralmente rapita da Lily Parr e compagne. Chi era Lily Parr? La stella della squadra, la ragazzina terribile che nel 1919, a 14 anni, aveva debuttato nelle Dick, Kerr’s diventando ben presto il «bomber»: 43 gol realizzati in una sola stagione. Lily Parr arrivò in America con la fama di «spezzaossa», in una delle amichevoli vinta contro una formazione maschile inglese pare che con una bordata delle sue avesse rotto il braccio del portiere. Un approdo amaro, però, quello nel Nuovo Mondo, dove il calcio femminile non esisteva ancora (infatti le Kerr’s giocarono solo contro formazioni maschili) e mentre viaggiavano al largo delle coste canadesi un dispaccio da Londra della F.A. le informava che il calcio femminile era stato messo al bando.

«Il football - recitava l’informativa - è sport che danneggia il fisico e quindi tutte le società sono invitate a negare l’uso delle loro strutture sportive alle squadre femminili». Era il 5 dicembre 1921. Fine dell’avventura ufficiale, fatta di centinaia di partite disputate e vinte (alla fine saranno 828 gare) e mitragliate di gol come neppure le munizioni uscite dalla loro catena di montaggio. Ma il bilancio più importante, l’unico che veramente contasse, erano state le 70mila sterline guadagnate con il calcio e donate in beneficenza. E fu soltanto per l’allenato spirito di solidarietà, oltre all’antelitteram febbre a 90’ che decisero di diventare le prime “dissidenti” del calcio mondiale e di non appendere gli scarpini al chiodo. Per un lustro continuarono ad organizzare gare clandestine in territorio inglese e nel 1926 decisero di tornare negli Stati Uniti per conquistare altri consensi e assegni da girare ai poveri d’Inghilterra. Compresi i poveri di spirito della Football Association, alla quale, fin dai giorni della loro “messa al bando”, le Ladies avevano contrapposto la rivoluzionaria Wfa ( Women’s Football Association). L’organismo che continuò ad appoggiare le eroine delle Dick, Kerr’s scioltesi soltanto nel 1965, dopo aver festeggiato il 3500° gol, quello dell’ultima “nipote” della mitica Lily Parr.