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Rai 3. Fedez e i disabili, il caso a "O anche no"

Angela Calvini giovedì 22 dicembre 2022

Paola Severini Melograni e i collaboratori di "O anche no" su Rai 3

Bisogna far parlare di sociale chi lo sa fare e persone come Fedez non si devono permettere di impadronirsi di cose su cui non hanno alcuna formazione. Prima di fare satira con parole di una gravità assoluta Fedez si guarda le puntate del nostro programma, viene a lavorare con noi e poi potrà parlare di disabilità”. Paola Severini Melograni, ideatrice e conduttrice di “O Anche No”, programma di inclusione sociale e disabilità realizzato con la collaborazione di Rai per la Sostenibilità e Rai Pubblica Utilità, interviene sulle polemiche scatenate dalla puntata del podcast curato da Fedez “Muschio selvaggio” dove il noto rapper, che aveva invitato in trasmissione un ragazzo disabile, si è lasciato andare a frasi sessiste sulle donne disabili con la scusa di fare satira. Questo sarà uno dei temi forti della puntata del programma in onda domenica 25 dicembre a partire dalle 9.25 circa e in replica lunedì 26 dicembre alle ore 1.05 su Rai 3.

“Abbiamo anche cercato di contattare Fedez tramite la sua redazione ma non abbiamo avuto alcuna risposta – aggiunge Severini Melograni -. La satira sulla disabilità noi la facciamo tutte le settimane, i Ladri di carrozzelle si prendono in giro da soli, un grande disegnatore come Stefano Disegni crea per noi una vignetta a settimana: per essere politicamente scorretti devi essere competente e bravo”. Una puntata natalizia speciale, quella di “O anche no”. Dal celebre Studio Uno di via Teulada a Roma, Paola Severini Melograni incontra tutti gli inviati del programma per presentarli al pubblico e conoscerli più da vicino. A raccontarsi sono due inviati ormai storici come Mario Acampa e Riccardo Cresci, Ylenia Buonviso e le due new entry di questa stagione, Antonella Ferrari e Alessandro Sansoni. Con loro in studio Daniele Cassioli, protagonista dello spazio “Vedere Oltre”, Paolo Falessi in rappresentanza dei Ladri di Carrozzelle e Stefano Disegni.

Non è tutto, perché Paola Severini Melograni va a Milano, per intervistare Mattia Abbate, attivista con disabilità e curatore della rubrica “Ci vuole abilità” per “Repubblica Milano”. Con lui Paola Severini Melograni parla del rapporto tra satira e disabilità a partire da una vicenda iniziata con la trasmissione Muschio Selvaggio su cui il giornalista è intervenuto con determinazione. Il programma pubblica anche i contributi di Sonia Veres e Silvia Lisena, due delle promotrici di una lettera aperta in risposta a Muschio Selvaggio per rimuovere la puntata in questione, che ha già raccolto più di 800 firme, cui si aggiungono quelle di “O anche No”, che da tre anni porta avanti una battaglia per un linguaggio corretto, “perché le parole possono essere pietre” aggiunge la conduttrice. Come sempre, infine, ampio spazio è dedicato alla musica rock dei Ladri di Carrozzelle. “O Anche No” è un format di Paola Severini Melograni, regia di Stefano Lonardo. Tutte le puntate e le stagioni precedenti sono disponibili su Raiplay. Un programma che è diventato una pietra miliare per quei 5 milioni di italiani che vivono sulla loro pelle o su quella dei loro familiari la disabilità. “Abbiamo uno zoccolo duro di ascoltatori nonostante la messa in onda sempre sofferente” aggiunge Severini Melograni che rivendica “spazi migliori e risorse adeguate per un programma che è vero servizio pubblico. Mentre esistono delle realtà strapagate, con programmi di serata costosi e che fanno ascolti bassissimi”. La ideatrice di “O anche no” rivendica la dignità di un programma che viene realizzato con soli 7500 euro a puntata (“forse il budget più basso della Rai”) e che realizza, nonostante gli orari improbi, sempre un ascolto medio del 2.5-3%

. “Pensi che il nostro speciale andato in onda il 3 dicembre scorso, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, ha ottenuto più di un milione di ascoltatori nella prima parte, intorno a mezzanotte e mezza. “Ma non possiamo andare avanti così – aggiunge -, la Rai ci deve dare una risposta: abbiamo bisogno di un budget maggiore per fare meglio il nostro lavoro che è servizio pubblico. Noi non abbiamo mai in tre anni avuto una prima serata, nemmeno per la giornata internazionale della disabilità e ce la meritavano, perché la mia squadra è straordinaria anche se non abbiamo fondi. Siamo unica trasmissione di servizio, ci siamo tutte le settimane, lavoriamo d’estate: il mio obiettivo per il prossimo anno è quello di avere la stessa dignità degli altri. Non dico di avere lo stesso peso economico, ma avere un compenso che permetta di avere dei collaboratori seri, preparati, dediti alla causa, con una redazione formata da un numero di persone che si possano davvero dedicare alle tante storie che ci sono da raccontare, con degli orari di messa in onda dignitosi”.