Agorà

Yad Vashem. Fantoni, un altro Giusto tra le nazioni italiano

Giorgio Bernardelli giovedì 25 agosto 2016
C’è un nuovo italiano fra i Giusti tra le nazioni riconosciuti dallo Yad Vashem. Ancora una volta è una figura legata a Firenze: si tratta dell’intellettuale liberale Renato Fantoni, protagonista della Resistenza che nel dopoguerra nella città del Giglio fu anche assessore alla casa nella prima giunta comunale guidata da Gaetano Pieraccini. A dare la notizia del riconoscimento ufficiale decretato a Gerusalemme è il portale dell’Unione delle comunità ebraiche italiane che proprio attraverso il suo mensile Pagine ebraiche nel dicembre 2014 aveva ricostruito la storia di come Fantoni, nei giorni più bui della persecuzione, avesse dato ospitalità in una sua casa a Pian del Mugnone agli amici ebrei Eugenio Artom e Giuliana Treves e al loro maggiordomo Amedeo. A far riscoprire questo aspetto della vita dell’intellettuale fiorentino, a cui Firenze ha già dedicato la via della stazione ferroviaria di Rifredi, sono stati il figlio adottivo Piero Sarti Fantoni e la nipote della coppia, Fortunee Treves, la cui testimonianza è stata decisiva per i criteri seguiti dallo Yad Vashem. Già nel maggio 1945 Artom (amministratore delegato della compagnia di assicurazioni 'La Fondiaria' fino alle leggi razziali e membro del Consiglio della comunità ebraica di Firenze) citò l’impegno di Fantoni in una dichiarazione ufficiale alla Comunità ebraica. Ma dagli archivi recentemente è riemersa anche una lettera scritta dalla signora Giuliana nel 1951: «La vostra accoglienza così immediata, affettuosa e senza riserve – scriveva a Fantoni –, oltre alla salvezza materiale, ha ridato col vostro esempio anche la fede nella fratellanza umana». Renato Fantoni sarebbe poi morto nel 1954, all’età di sessant’anni. «È una notizia straordinaria, il giusto omaggio a un grande uomo che ho avuto il privilegio di poter chiamare babbo, anche se per troppo poco tempo. Non riesco a smettere di piangere, il titolo di Giusto è il mio modo per dirgli grazie», ha dichiarato Piero Fantoni, la cui famiglia, ricorda il portale dell’Ucei, fu massacrata dai nazisti a Cerreto Maggio e che, da bambino a casa Fantoni ritrovò la fiducia negli uomini e la speranza nel futuro. Secondo le statistiche aggiornate al 1 gennaio 2016 sono complessivamente 671 su 26.120 gli italiani a cui è stato attribuito il titolo di Giusti tra le nazioni. Un numero cresciuto negli ultimi anni se si pensa che nel 1994 erano appena 120 e ancora una decina di anni fa erano circa 400. In questo contesto il nome di Fantoni va ad aggiungersi ad altri molto significativi per Firenze, da quello del cardinale arcivescovo Elia Dalla Costa che insieme al rabbino Nathan Cassuto diede vita a una delle più significative reti per il salvataggio degli ebrei. Un’opera a cui diede contributo Gino Bartali (Giusto tra le nazioni), ma anche tanti religiosi e persone comuni. Non va dimenticato che la Comunità ebraica di Firenze contò comunque 248 vittime nella Shoah, tra cui lo stesso rabbino Cassuto, arrestato il 26 novembre 1943 in una retata nella sede dell’Azione cattolica, che segretamente ospitava le riunioni della Delasem, l’ente clandestino ebraico di assistenza ai profughi.