Agorà

LA NAZIONALE. Fantasia e ottimismo. La ricetta per l’Italia che non vince più

Angelo Marchi venerdì 3 settembre 2010
In Estonia per vincere. Semplice, perfino banale, non fosse per la maledizione azzurra del 2010. Sette partite e zero successi nell’anno solare, la striscia negativa dell’Italia ha pochi precedenti nella storia centenaria e tutti nei periodi più bui. A conti fatti un anno orribile, da recessione pura. Ecco perchè ritrovare la vittoria questa sera nel freddo di Tallinn, al via del cammino di qualificazione a Euro 2012, è l’obiettivo primario degli azzurri. Per raggiungerlo, Prandelli si affida al ritrovato Pirlo e alla premiata coppia Cassano-Pazzini, nuovi gemelli del gol.«La fragilità di questa nazionale è la stessa di tutto il nostro calcio - ammette il commissario tecnico - c’è preoccupazione, non si vede il futuro: ma ci stiamo giocando qualcosa di importante, la paura che prosegua questa maledizione del 2010 può far male e allora bisogna scacciare i pensieri negativi». Stretto tra le necessità di ricostruire e l’obbligo di vincere subito, Prandelli ritrova la qualità di Pirlo, grande assente per infortunio in Sudafrica. E senza Balotelli punta di nuovo su “Fantantonio” Cassano, stavolta in coppia con il compagno doriano Pazzini, contro gli inesperti estoni. La nazionale baltica è affiliata all’Uefa solo dal 1993 - quando l’Italia di Sacchi colse la prima delle due vittorie su due in Estonia -, gioca in un piccolo stadio da 9.300 posti e su un campo stretto stretto che preoccupa Prandelli più dell’avversario formato da giocatori sconosciuti e tecnicamente modesti. Oltre alle eterne difficoltà di inizio stagione e alle indolenze azzurre nei match di qualificazione, c’è però da far i conti con la crisi globale. L’Italia, non solo quella in maglia azzurra, cerca i suoi campioni e aspetta i giovani giusti. E nel calcio non sa più difendere. «Si ricomincia da capo, il futuro dipende da noi»: è lo slogan di Prandelli, pronto a invertire la rotta di Lippi sul piano della trasparenza («se non ho dubbi sulla formazione, perchè venir qui a far finta? E poi con una squadra nuova, saper chi gioca il giorno prima fa bene anche a loro...»), ma soprattutto nella filosofia. «La qualità è l’unica via, se non cerchi il risultato senza proporre gioco, non vai lontano. Nessun contrasto con l’idea del gruppo - dice prima di lanciare la stoccata al recente passato -. Se poi il gruppo è qualcosa di granitico, con grande carattere, preoccupato di ogni nuovo ingresso, allora quel gruppo non ha futuro...».Il nuovo ingresso della Nazionale post-disastro è Cassano, la certezza del passato ha il volto di Pirlo e De Rossi. Il primo è «coccolato», gli altri due responsabilizzati. A tutti Prandelli chiede di essere già da oggi «squadra», lasciando da parte il rispetto da bravi ragazzi. In difesa, resta solo il dubbio portiere tra Sirigu e Viviano: «Sono d’accordo con Gattuso, dobbiamo tornare a insegnare la marcatura ai nostri bambini: e quanto alla nazionale - chiude Prandelli - spero nei prossimi mesi di trovare quei 5-6 giocatori da certezza per il reparto, non solo buoni per il futuro». Il presente invece si gioca in attacco, per vincere la partita. E anche la paura.