Agorà

EUROPEI 2012. Solita Italia, illude e si butta via

Massimiliano Castellani venerdì 15 giugno 2012
Una mandrakata di Mario al minuto 72, non il nostro, ma Mandzukic e l’Italia va in apnea. Finisce ancora 1-1, come con la Spagna, ma è un’altra storia e ora vi preghiamo di non gettare come sempre la croce sull’allenatore e sull’ennesima staffetta Balotelli-Di Natale, magari da eseguire al contrario. Peccato, perché i quarti per gli azzurri ora appaiono nebulosi, come dopo il lancio di fumogeni della teppaglia croata, di cui parleremo in fondo a questa sfida delle illusioni perdute contro la banda Bilic che, con l’1-1, sente la qualificazione in pugno. Lo avevamo detto alla vigilia: Prandelli non era affatto tranquillo, nessun pisolino prima della partita, piuttosto qualche incubo inconfessabile che si è materializzato quando sembrava tutto in discesa. Temeva l’intensità di una Croazia che nel primo tempo è partita tesa, ma poi si è sciolta, fino a chiudere con quella faccia un po’ così che hanno solo quelli che sono nati dalle parti di Spalato, come il suo superbo ct. Peccato, perché l’Italia per 70 minuti c’è stata e forse quella è la sua soglia di resistenza attuale. Sono i “70 minuti di qualità” che può offrire un Cassano che ci mette tutto il cuore aggiustato che ha dentro e quelle magie che purtroppo Balotelli vanifica con il solito approccio da nevroromantico, convinto di essere un “genio”, quando invece è ancora un maturando che aspira a diventare un campione. Forse. Tra le pagine scure, l’aspetto più chiaro è che Prandelli, comunque, ha dato un’anima e un’organizzazione eticamente precisa a questa giovine Italia che a volte pecca di inesperienza (vedi le giocate un po’ superficiali di Balotelli e un Marchisio non ancora tardellesco che sciupa tanto in fase conclusiva), ma per fortuna a supportarla, almeno ieri, c’era la mente esperta e computerizzata del playmaker Pirlo. La Croazia nel primo tempo ha chiuso con un solo gol al passivo, ma grazie ad almeno tre interventi prodigiosi (due quasi miracolosi su Marchisio nella stessa azione) di Pletikosa. Il portiere croato al 39’ si è dovuto arrendere alla classica punizione “ascensore” di Pirlo. Una magia per ricordare, senza parole, al piccolo-grande Modric che oltre a tutte le coppe, gli scudetti e un titolo Mondiale conquistato, Pirlo non perde una partita in Serie A dal dicembre del 2010 e da 12 gare non conosce sconfitte neppure in Nazionale. Sono le 12 uscite internazionali di Prandelli alla guida dell’Italia (7 vittorie e 5 pareggi) Ma quest’ultimo 1-1 forse non servirà a molto, se non ad alimentare il rimpianto e le solite critiche ingenerose a chi sta faticosamente provando a cambiare qualcosa nel nostro calcio. Cesare sapeva che si giocava un pezzo importante del suo futuro, perché si fa prestissimo a dimenticare (anche in Irlanda lo fanno con il Trap) una qualificazione a Euro2012 ottenuta con due turni d’anticipo, non perdendo mai (26 punti in 10 partite) e subendo appena 2 gol. E il fatto che il «calcio è prima di tutto un gioco» , come la pensa il Cesare, è una fantastica idea platonica, ma impossibile da spiegare se non presenti il pass per i quarti. In più, di mezzo c’era questa Croazia rognosa, imbattuta contro di noi e per niente di seconda fascia, visto che è la n° 8 del ranking Fifa, mentre noi siamo fermi al 12° posto. Una scalata veloce è ancora possibile, vista la struttura e il materiale di cui dispone Prandelli, ma forse non qui e non ora. Peccato perché la sua difesa a tre e con un De Rossi che fa brillare gli occhi persino al kaiser Beckenbauer in quel ruolo di “libero” postmoderno, aveva retto bene fino a quell’unico sprazzo di Mandzukic che con 3 gol diventa il SuperMario di Euro2012 a tutti gli effetti: capocannoniere del torneo assieme al tedesco Gomez e al russo Dzagaoev. La classe operaia non ci porta in paradiso questa volta. Maggio, Giaccherini e Bonucci rispondono ancora presenti, ma per quello che possono. Chiellini fa il suo e si capisce che avrebbe ancora energie da spendere ma, forse, siamo già ai titoli di coda di Polonia-Ucraina 2012. La partita di Cassano si interrompe dopo 80 minuti e la staffetta Balotelli-Di Natale stavolta, purtroppo, non sfonda. Alla fine la Croazia vola a 4 punti e manda in delirio la sua gente, di per sé già in preda alla follia. È stata un’invasione croata allo Stary Rynek, la piazza del Mercato di Poznan, tra inni di “guerra” ed ettolitri di birra fino allo Stadion Mjeiski. Tra di loro pare siano arrivati almeno 200 ultrà di Zagabria e Spalato (tanti pericolosi ustascia ancora in circolazione?), senza biglietto e colpiti da Daspo, quindi anche avendo il ticket d’ingresso non avrebbero mai potuto e dovuto accedere. Sono entrati invece anche i fumogeni (ma chi controlla?) e l’imbecillità massiccia di chi ha fischiato l’inno di Mameli e lanciato i soliti «buu-buu» razzisti a Balotelli. Ma nessuno ha pensato di sospendere (vero signor Webb?). Solo l’Italia rimane sospesa nel limbo e come non si voleva, si giocherà tutto contro l’Irlanda del Trap. E con il Trap torna anche lo spettro di Euro 2004, in cui gli azzurri uscirono da imbattuti con 5 punti, per colpa del “biscotto” di Svezia-Danimarca (2-2). Croazia e Spagna, almeno questo speriamo ce lo risparmino.