Agorà

INTERVISTA. Elisa: «Mamma tenera e rock»

Massimo Gatto martedì 15 ottobre 2013
L'aveva promesso e alla fine l’ha fatto. L’anima vola è il primo disco di Elisa tutto in italiano. La raccolta di nuove canzoni in cui con quello sguardo profondo e quel talento smisurato l’interprete giuliana sembra dirci: «Guarda un po’ cosa ho combinato, senti solo la mia voce, ma leggi bene ogni verso e in ogni parola mi troverai». Già perché la scelta della lingua rende meno mediata che in passato pure la comunicazione. «Dopo l’esperienza di Heart sapevo che una volta in studio avrei dovuto alzare in qualche modo l’assicella, magari lavorando su quell’album in italiano che vagheggiavo ormai da tempo» ammette Elisa riflettendo sui quattro anni trascorsi dal suo ultimo disco d’inediti. «Così mi sono presa una casa in campagna per recuperare quello spazio creativo che in città le esigenze di famiglia avevano finito via via col sottrarmi. Ho cominciato a suonare senza registratore né computer, rimettendomi al centro del mio mondo, e le canzoni sono venute una dopo l’altra». «Alla fine – aggiunge – avevo il cassetto pieno di pezzi in inglese, che però sono rimasti lì. Degli undici brani de L’anima vola, infatti, solo un paio sono nati con un testo non in italiano; quelli che ho dato a Tiziano Ferro e a Giuliano Sangiorgi perché li trasformassero in qualcos’altro. In E scopro cos’è la felicità, ad esempio, Tiziano ha preso spunto dal brano in inglese che gli avevo sottoposto per inventarsi un testo che parla del rapporto tra me e la mia piccola Emma Cecile, mentre nella conclusiva Ecco che Giuliano ha riletto a suo modo la figura di Ernesto, il  protagonista del nuovo film di Giovanni Veronesi». Quest’ultimo pezzo, infatti, figura pure nella colonna sonora de L’ultima ruota del carro, pellicola in uscita a novembre di cui Elisa ha composto l’intera colonna sonora tirando fuori, dice, «la morriconcina» che è in lei. «Non l’avevo mai fatto prima ed è stata una gran bella esperienza». Morricone, Ennio, figura invece dietro la melodia di Ancora qui, il brano composto assieme all’ugola di Monfalcone per Django unchained. «Sarei insincera a dire che non mi è dispiaciuto fallire la nomination all’Oscar, ma per me è stato già un enorme successo poter cantare nella colonna sonora di uno dei migliori film di Quentin Tarantino». Frattanto la famiglia Toffoli-Rigonat (Andrea, chitarrista della band che l’accompagna) s’è allargata con l’arrivo di Sebastian, secondogenito nato lo scorso maggio. Tre brani in particolare sono legati alla presenza da quattro anni nella loro vita di Emma Cecile (Sebastian è arrivato a disco già ultimato), vale a dire la stessa E scopro cos’è la felicità, Non fa niente ormai, e quella A modo mio con cui Ligabue torna a scrivere per Elisa dopo la fortunatissima esperienza de Gli ostacoli del cuore. «Luciano aveva composto questo pezzo per sua figlia Linda, poi però l’ha trovato più idoneo alla sensibiltà di una mamma e me l’ha offerto; racconta bene il difficile ruolo del genitore che cresce i propri figli: vorrebbe proteggerli tutta la vita e tenerli lontani dal dolore e dai problemi, ma che in fondo sa bene che un giorno dovrà lasciarli andare» conclude Elisa, al via il 7 marzo 2014 da Conegliano con un nuovo tour atteso pure a Roma il 15 e a Milano il 24. «In questo album c’è molto del mio stato d’animo attuale. Ma non penso sia solo un disco "materno", penso sia anche molto combattivo e che porti con sè un forte senso di libertà accollandosi una buona dose di rischi».