Agorà

SCIENZA. Eclisse, Quando l’Italia trattenne il respiro

Franco Gàbici domenica 13 febbraio 2011
Nonostante siano passati cinquant’anni, molti la ricordano ancora perché un’eclisse totale di Sole è un evento che una volta osservato non si scorda mai. Era il 15 febbraio del 1961 e molti italiani provarono l’emozione di assistere allo spettacolo straordinario del "sole nero". Non tutti, però. A differenza delle eclissi di Luna, infatti, che sono osservabili in tutto l’emisfero nel quale è visibile il nostro satellite, le eclissi di Sole interessano solamente una piccola fascia, detta "fascia di totalità" o "corridoio d’ombra". Nel caso dell’eclissi del 1961 la fascia della totalità attraversava l’Italia in diagonale dalla Liguria fino alle Marche e i siti più favorevoli erano il passo dei Giovi in Liguria e il monte Conero nelle Marche. Chi osservò il fenomeno fuori dalla fascia della totalità vide una eclisse parziale, ma pur sempre notevole. Da Roma, ad esempio, si vide il Sole oscurato al 97% e anche i milanesi dovettero accontentarsi di un fenomeno parziale. L’eclisse fu attesa con molta preoccupazione da astronomi e astrofili perché due parametri, l’ora e la stagione, potevano benissimo comprometterne l’osservazione. L’eclisse avvenne di prima mattina, intorno alle 8.30 e dunque con un Sole alto sull’orizzonte di appena 12° (un mezzo grado corrisponde al diametro del disco della Luna), ma ciò che teneva in ansia era il mese di febbraio, mese caratterizzato da nebbie e da cieli imbronciati. E le preoccupazioni erano fondate perché alcune località, purtroppo, furono interessate dalla nebbia, ma in altre la mattinata fu bellissima. Sul monte Conero, ad esempio, la visione del fenomeno che si specchiava sul mare fu un’esperienza davvero indimenticabile. Lo spettacolo del "sole nero" ebbe una durata massima di 2 minuti e 45 secondi e suscitò emozioni non solo a chi osservava il fenomeno per la prima volta, ma anche a chi aveva assistito a questi fenomeni in altre parti del mondo. Guido Horn D’Arturo, il direttore dell’osservatorio astronomico di Bologna, scrisse in quell’occasione: «Lo smarrimento di fronte alla solenne tristezza della Natura ci coglie ugualmente ogni volta. Sembra che la Natura sia venuta meno una volta tanto al suo principio di non fare salti». Lo stesso Horn D’Arturo organizzò un volo speciale e così una trentina di fortunati, protetti da apposite tute termostatiche, salirono su uno speciale aereo aperto per seguire il fenomeno sopra le nuvole a una quota di tremila metri. L’aereo, un bimotore C119 (questi aerei erano chiamati i "vagoni volanti"), era stato messo gratuitamente a disposizione dal ministero della Difesa aeronautica e decollò dalla base di Pisa. L’eclisse fu annunciata come un avvenimento da non perdere assolutamente. L’ultima eclissi totale di Sole visibile in Italia, infatti, era avvenuta il 12 febbraio del 1431. All’epoca il Sole si era oscurato un mese dopo l’avvio del processo di Giovanna d’Arco accusata di stregoneria ed eresia e quel Sole oscurato aveva tutta l’aria di un’eclisse della ragione sopraffatta dal buio della superstizione. Ma anche l’eclisse del 1961 potrebbe essere letta, con il senno del poi, come un annuncio della crisi dei tempi. L’Italia, mentre il Sole si oscurava, stava vivendo una delle sue stagioni migliori. Erano gli anni del "boom" economico e del grande benessere conquistato dopo le micragnie del dopoguerra. Era l’anno in cui si festeggiava con solennità il centenario dell’Unità d’Italia con il grande export a Torino di "Italia 61". Ma dietro l’angolo stavano già profilandosi gli anni di crisi e quel "sole nero" sembrava quasi volerli annunciare. Una coincidenza, certo, ma pur sempre intrigante. Ma, al di là della spettacolarità, queste eclissi totali hanno un valore scientifico? Fino all’Ottocento l’attenzione degli astronomi si limitava alla determinazione dei momenti di inizio e fine per stabilire un eventuale divario fra gli istanti realmente osservati e quelli previsti dalle effemeridi, un divario importante perché mette in evidenza il rallentamento del moto di rotazione della Terra. Successivamente gli astronomi hanno invece concentrato le loro attenzioni all’esame dell’atmosfera del Sole e non mancarono le piacevoli sorprese. Nel 1848, ad esempio, furono notate per la prima volta le "protuberanze" sul disco del Sole. Le foto che riprendono il Sole eclissato danno l’opportunità di vedere la zona di cielo nelle sue vicinanze e ciò ha escluso l’esistenza di un pianeta vicino al Sole, la cui esistenza era stata ipotizzata per giustificare certe anomalie del movimento di Mercurio, in seguito spiegate dalla relatività generale di Einstein. Oggi, comunque, dalle eclissi totali di sole non ci si aspetta molto, ma solo l’aggiustamento o la messa a punto di dati e conoscenze già acquisiti. Verrebbe quasi da dire "molto strepito per nulla". Ma l’osservazione di un "sole nero" resta sempre un’esperienza da raccontare. Tant’è che ancora oggi quella eclissi dell’ormai lontano 15 febbraio 1961 è ancora vivissima nel ricordo di chi l’ha osservata.