Agorà

Musica. Il coronavirus ora diventa un'opera lirica

Massimo Iondini domenica 3 maggio 2020

Il maestro Mario Menicagli

È bastato un solo giorno di pandemici "arresti domiciliari" al compositore livornese Mario Menicagli per far proprio l’illuministico saggio di Cesare Beccaria e farsi illuminare per dar vita a una dirompente idea. La celebre opera Dei delitti e delle pene, che proprio a Livorno venne stampata e pubblicata nel 1764, è diventata così ispiratrice di un’opera lirica, la prima ai tempi del coronavirus: De’ relitti e delle quarantene. Opera buffa, proprio come quelle che imperavano nel ‘700 del giurista e filosofo Beccaria. Protagonisti un marito e la consorte: Gervasio (basso, baritono) e la sessantenne casalinga Argia (soprano). Sposati da decenni, ma mai costretti alla clausura domestica come ora, sono come tutti trattenuti in casa dalle disposizioni riguardanti il coronavirus. Incomprensioni, litigi, rimpianti, riappacificazioni sono pane quotidiano per la coppia fino a che non giunge la notizia del ritorno alla normalità.

«Quando i primi di marzo abbiamo dovuto metterci in quarantena – spiega Menicagli – sono rimasto molto colpito da questa inedita condizione esistenziale. Ho provato così a immaginare la situazione standard di due pensionati costretti in casa: lui, abituato a uscire per andare a giocare a carte, e lei a sopportare e brontolare. Così ho scelto un modello musicale che ricalcasse l’opera buffa settecentesca, con recitativi e arie in stile rossiniano adatte per un piccolo organico». Per il 56enne compositore toscano si tratta della quarta opera, dopo le due per bambini Il gatto con gli stivali e Cenerentola (attualmente in cartellone a Bucarest in lingua romena col titolo di Cenusareasa) e Dodici anni dopo, sequel di Cavalleria rusticana ispirato a un dramma di Giovanni Grasso del 1918, che avrebbe dovuto debuttare a Palermo nel marzo scorso. Ad affiancare Menicagli nella realizzazione di questa originale opera lirica è il poeta e scrittore toscano Lido Pacciardi (già coautore del libretto di Dodici anni dopo), noto per aver trascritto in versi e rime oltre 800 favole esopiche con un’opera monumentale dal titolo Esopo in Toscana.

L’organico previsto per De’ relitti e delle quarantene (atto unico in due parti della durata di 28 minuti) è un quartetto d’archi e cembalo a cui aggiungere, ad libitum, contrabbasso, oboe, flauto, fagotto, corni, trombe e timpani. «Il debutto sarà a luglio in provincia di Livorno, a Collesalvetti, nella stupenda Tenuta Bellavista Insuese – anticipa Menicagli – con un massimo di undici elementi e i due cantanti, Carlo Morini e Costanza Gallo, che staranno a debita distanza sul palco, come del resto sono distanti per carattere i personaggi che interpretano. Tutto è pensato perché possa essere rappresentato persino nella peggiore delle ipotesi, cioè il perdurare anche in estate inoltrata della fase 2 che è appena cominciata. A Collesalvetti è già tutto organizzato, dalle distanze fisiche alla misurazione della temperatura degli spettatori ai dispensatori di gel disinfettante. L’opera stessa in fondo è concepita e basata sulla quarantena e la pandemia. Musiche e testi sono stati pensati e composti stando chiusi in casa, così come a casa propria sono state registrate le parti dai singoli musicisti e dai cantanti usando cellulari e computer».

Ora è tutto nelle mani di Stefano Brondi, collaboratore e direttore musicale di numerosi musical italiani, che ha l’arduo compito della sincronizzazione delle immagini e delle riprese audio dei musicisti e dei cantanti. «Prevedo che nel giro di 15 giorni questa versione “casalinga” dell’opera possa essere pubblicata in anteprima sul web, a mosaico, in modo da poter vedere tutti gli artisti insieme in un’unica schermata, nei canali di Open Opera e di Dodici anni dopo. Ma ovviamente a questa prima versione farà seguito una registrazione professionale, sperando poi di poter portare in giro l’opera dal vivo quest’estate».

Dall’Isola d’Elba ad altre piazze della Toscana sono diverse le rassegne estive che hanno già avanzato richieste per la rappresentazione dell’opera. «Essendo la durata di circa mezz’ora – spiega Menicagli – sarà integrata o con un’opera barocca, come per esempio La Serva padrona di Pergolesi e Il maestro di Cappella di Cimarosa, o con l’esecuzione di arie del repertorio lirico sfruttando l’organico e le voci previste da De’ relitti e delle quarantene».