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Stazione spaziale internazionale . Stazione orbitale, primi segnali di materia oscura

mercoledì 15 aprile 2015
Gli 'strani' dati raccolti dal cacciatore Ams, al lavoro dal 2011 sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), potrebbero essere la prima prova indiretta delle particelle che costituiscono la materia oscura, ossia la misteriosa e invisibile materia che occupa il 25% dell'universo. I dati sono stati presentati oggi al Cern in un incontro internazionale e l'attesa è enorme. Nell'esperimento l'Italia gioca un ruolo di primo piano, con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e numerose aziende che hanno contribuito a realizzare la macchina, alta 5 metri e larga 4, pesante 8,5 tonnellate, ed equipaggiata con 650 computer e 300.000 canali di elettronica. I dati dell'esperimento Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) potrebbero indicare, quindi, l'esistenza di un nuovo fenomeno fisico. Analizzando i raggi cosmici che attraversano continuamente i suoi rivelatori, Ams ha segnalato una quantità di positroni e antiprotoni anomala, decisamente più abbondante di quella prevista dalle teorie fisiche attuali. In altre parole, i fisici si aspettavano di incontrare queste particelle di antimateria nello spazio, ma non in quantità così grandi. L'unica spiegazione possibile è che questa abbondanza di positroni e di antiprotoni sia stata prodotta da collisioni tra particelle di materia oscura. Di conseguenza i dati di Ams fornirebbero una possibile evidenza indiretta sia dell'esistenza della materia oscura, sia del fatto che possa essere composta da particelle. Sono "risultati straordinari", ha detto Roberto Battiston, presidente dell'Asi e fino a pochi mesi fa vice-responsabile della Collaborazione Ams, che ha costituito insieme al Nobel Samuel Ting. "Entrambe le misure di precisione fatte da Ams della frazione di antiparticelle nei raggi cosmici - ha aggiunto - stanno mostrando uno scenario completamente diverso rispetto a quello atteso". L'emozione è grande anche per il presidente dell'Infn, Fernado Ferroni: "siamo eccitati - ha detto - per questi risultati che presentano un quadro difficilmente interpretabile nell'ambito della fisica tradizionale dei raggi cosmici". Anche per il direttore generale del Cern, Rool Heuer, "potremmo essere alle porte di una nuova scoperta, oppure di un nuovo mistero".