Agorà

INTERVISTA. D’Avena: «In tre cd le mie sigle senza età»

Angela Calvini lunedì 11 febbraio 2013
​Cristina D’Avena, la regina incontrastata delle sigle dei cartoni animati, con alle spalle quasi 700 canzoni incise, 5 dischi di platino, 1 Disco d’oro ed un totale di oltre 6 milioni di dischi venduti, ha appena compiuto 30 anni di carriera. E li festeggia con l’uscita del cofanetto dal titolo 30 e poi... Parte Prima. Prodotto da Rti Music Division (Gruppo Mediaset) e distribuito da Sony Music, il cofanetto contiene 3 cd e ben 70 sigle originali dei cartoni animati più famosi degli anni ’80, ’90 e 2000: Canzone dei Puffi, Kiss me Licia, Mila e Shiro due cuori nella pallavolo, Una spada per Lady Oscar, Sailor Moon, Hamtaro piccoli criceti<+tondo> e via discorrendo.Cristina, ma lei 30 anni fa se lo sarebbe aspettato tanto successo con la musica per i cartoni animati?Devo tutto all’Antoniano di Bologna, la mia città, che frequentavo fin da quando avevo 3 anni con mia sorella Clarissa. Trent’anni fa ero una ragazzina di 16 anni, andavo al liceo e, siccome l’allora Fininvest cercava una voce femminile per il nascente programma per bambini Bim Bum Bam, si rivolse all’Antoniano. Il maestro Giordano Bruno Martelli segnalò questa ragazzina «dalla voce cristallina e frizzante». Feci il provino accompagnata da mio padre. Dopo qualche giorno mi fecero cantare Bambino Pinocchio che diventò subito un successo.Ma oggi, negli show tv, non le pare che i bambini cantino cose troppo da grandi?Con i talent è cambiato tutto, ma è la società che spinge l’acceleratore, arriva tutto velocemente e si arriva in maniera fulminea a tutto, con internet e mille mezzi di comunicazione. Sembra tutto facile, poi si scopre che non è così. Il percorso della vita è sempre lo stesso.Perché le sigle dei cartoon piacciono tanto?La sigla nasce per i bambini, ma il cartone non ha età. Lo vedono i nonni, i nipotini, il cartoon è sempre molto affascinante. Oggi si tende a togliere o ridurre le sigle, ma così si toglie importanza anche al cartone. La sigla fa parte della tua infanzia e la ricorderai per tutta la vita perché, quando la senti, risveglia quella parte di bambino che è in te.Ma come si crea una sigla di successo?Adesso sto lavorando alla sigla della nuova serie Mila e Shiro, il sogno continua. La musica è quella originale che arriva dal paese produttore, il testo lo scrive lo staff di Rti, in testa Alessandra Valeri Manera. Da poco sono diventata anche io autrice. Non è un lavoro semplice. Rendiamo i testi vicini al pubblico italiano stando attenti a ogni singola frase: le case produttrici straniere sono molto severe.Lei ha "allevato" generazioni di bambini.L’affetto dei bambini in tanti anni, non è mai finito. Mi appaga, mi fa riflettere. Ma l’amore mi viene dimostrato sia dai piccoli sia dai genitori e dai nonni. «Sei talmente entrata nella mia famiglia, che mi sembri quasi una parente» mi dicono. Per me, è fondamentale.In fondo al disco c’è anche un omaggio al concittadino Lucio DallaDalla lo conoscevo, quando ci incontravamo a Bologna dove vivo si chiacchierava. L’ho sempre amato: è stato un grande poeta. Per questo, in punta di piedi, ho cantato L’anno che verrà. Avrei voluto fargliela sentire, ma non c’è stato il tempo.