Agorà

IL DIBATTITO. Fra crisi demografica e utopie biogenetiche è tempo di Vangelo

Mimmo Muolo lunedì 2 dicembre 2013

Però, questi cattolici. Avevano previsto tutto o quasi. E non gli si è voluto dare ascolto. Così la rivoluzione sessuale, che avrebbe dovuto fare felici tutti e liberare le donne, proprio contro le donne ha prodotto i suoi principali danni. Inoltre, il tentativo di superamento della famiglia, che avrebbe dovuto togliere pesi inutili dalle spalle di uomini e donne, non solo non ha tolto alcunché, ma ha prodotto gravi crisi sociali. Ora la prossima frontiera è negli esperimenti per migliorare l’uomo dal punto di vista genetico.

E anche in questo caso i cattolici sembrano schierati all’opposizione. È sempre il caso di continuare a non dar loro ascolto? La seconda e conclusiva giornata del convegno “Custodire l’umanità – verso le periferie esistenziali” (organizzato dalla Ceu, Conferenza Episcopale Umbra, con il sostegno del Progetto culturale della Cei) è stata un’interessante carrellata di utopie risoltesi in cocenti delusioni. Senza giungere al fatidico “l’avevamo detto noi”, la discussione è sfociata da un lato in un necessario esame di coscienza («molti problemi sarebbero stati evitati se fossimo stati più cristiani», ha riconosciuto lo storico Agostino Giovagnoli, sottolineando, in dibattito con l’opinionista Ernesto Galli della Loggia e il giornalista di Avvenire, Roberto Righetto, il ruolo determinante dei cattolici nella costruzione dell’Italia) e dall’altro in una rinnovata assunzione di responsabilità in ordine al bene comune, alla giustizia e alla pace. Perché come ha detto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu, Gualtiero Bassetti, «in questo cantiere vasto, magnifico e drammatico che è la vita, come discepoli di Gesù, non possiamo e non vogliamo essere spettatori, ma protagonisti insieme con coloro che credono che l’ultima parola è quella dell’amore. E vivono per questo». Emblematico l’intervento di Lucetta Scaraffia sulla cosiddetta rivoluzione sessuale.

«Avrebbe dovuto aumentare la felicità – ha sottolineato la docente di storia contemporanea alla Sapienza –, ha prodotto più individualismo». Inoltre «la prostituzione è aumentata, coinvolgendo nuovi soggetti». Anche la teoria del cosiddetto figlio desiderato (usata come grimaldello per aprire all’uso degli anticoncezionali) si è rivelata fallace. «Oggi i figli desiderati sono forse quelli che hanno più problemi». Certo, ha riconosciuto la relatrice, «oggi si può parlare di sesso senza vergogna e le ragazze madri non vengono più emarginate». Ma i costi sociali sono stati maggiori. Ad esempio, «se la vita sessuale oggi sembra più promettente prima e fuori dalla famiglia, è sempre più difficile per una ragazza trovare un giovane che voglia sposarsi. E gli effetti negativi li subiscono i più poveri». Tuttavia, poiché non è pensabile tornare indietro, ha concluso Scaraffia, «è bene che la Chiesa rielabori la sua posizione critica su questi fenomeni, educando a dare alla libertà il suo necessario sbocco generativo». Un discorso analogo può essere fatto per l’evoluzione della famiglia, passata dal boom del dopoguerra («la famiglia era lo strumento per entrare nell’età adulta e farsi strada nella società») a quello che lo statistico Roberto Volpi ha chiamato «atteggiamento difensivo attuale con numeri da inverno demografico». Mentre la società ha sempre più bisogno di famiglie con figli. Ne va del suo futuro. Un futuro che invece, come ha ricordato il filosofo Adriano Pessina, alcuni vedono all’insegna del «potenziamento biologico dell’uomo», anche in vista di uno sviluppo della sua intelligenza e della sua capacità di produrre. «Questa prospettiva, però – ha fatto notare Pessina – non fa i conti con la finitezza umana». Quella finitezza «che si è riconciliata con l’infinito nella persona di Cristo e questa è la sola strada del nuovo umanesimo». «Questo tempo – ha concluso monsignor Bassetti, nella sessione moderata dal direttore de L’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian – non è soltanto segnato dalla crisi economica, ma è indubbiamente un tempo favorevole. E per la Chiesa è indiscutibilmente il tempo dell’annuncio vigoroso della bellezza del Vangelo».