Agorà

Nuovi show. Con i dinosauri e Ben Hur la storia si fa spettacolo

Massimo Gatto martedì 24 marzo 2009
«Dopo 65 milioni di anni sono nuovamente qui!» annuncia lo speaker mentre dal buio della gigantesca 02 Arena di Londra si leva un verso da far gelare il sangue. L’enorme mole del Tyrannosaurus Rex sbuca dal­l’ombra alimentando un moto d’or­rore tra la stampa di mezza Europa convocata in riva al Tamigi per la pre­sentazione di Walking with Dino­saurs, il più formidabile show per fa­miglie mai prodotto in Australia. Il sauro che sbuffa, rotea gli occhi, e fa ballonzolare qua e là le sue sei ton­nellate di stazza come se si trovasse tra le palme della misteriosa Isla Nublar di Jurassic Park è frutto infatti della ri­cerca di un’azienda di Melbourne che lo ha ricreato nelle dimensioni origi­nali d’intesa coi paleontologi dell’o­monima e popolare serie televisiva della BBC. In luglio, quando, prenderà il via il tour europeo – atteso pure a Milano, Bologna e Torino nella pri­mavera 2010 – gli animali saranno quindici, trasformati in attrazione da palasport per far conoscere al pub­blico le specie più importanti com­parse sulla terra nei 200 milioni di an­ni di regno dei dinosauri. L’idea di trasformare questo mondo in uno show da arena con l’impiego di sofisticatissimi animatronics, robot capaci di dare vita a carcasse di resi­na e gomma con elaborati movimen­ti meccanici, ha permesso a Walking with Dinosaurs trasformarsi al botte­ghino nello spettacolo best-seller del­le ultime stagioni. Costato 20 milioni di dollari e sei anni di lavoro, lo show solo in America ne ha incassati 90 contribuendo all’affermazione di quel 'family entertainment', intratteni­mento per famiglie, che ha un ruolo sempre più consistente nei bilanci delle pubbliche rappresentazioni. E che non a caso utilizza ormai i cana­li e le strutture della musica rock. Ba­sta pensare che nel suo tour europeo Walking with dinosaurs si troverà ad incrociare Ben Hur Live, mega pro­duzione tedesca messa in campo dal produttore Franz Abraham per fe­steggiare il mezzo secolo del film con Charlton Heston e i suoi undici Oscar. In programma al Forum d’Asago il 6 e 7 novembre, lo spettacolo ispirato al romanzo di Lew Wallace ripropone piazze e fontane dell’antica Roma, combattimenti navali, e, natural­mente, la celeberrima corsa delle bi­ghe. Tutto col coinvolgimento di gran­di nomi dello spettacolo tipo il batte­rista dei Police Stewart Copeland che ne firma le musiche. Il palco dell’«ar­chitetto del rock» Mark Fisher (Rol­ling Stones, Tina Turner, Pink Floyd e tanti altri ancora), la regia di Philip McKinley (a cui si devono allestimenti broadwayani come Hair e Dr. Jeckyll & Mr. Hyde). Italiana la responsabile delle proiezioni; Mietta Corli, che ha lavorato pure alla Scala. Tutta inglese è invece la produzione di un altro evento che minaccia sfra­celli: Star Wars: a musical journey, frutto dell’accordo tra la Lucasfilm e la Royal Philharmonic Orchestra. Per la prima volta nella storia, infatti, il re­gista americano ha dato il suo assen­so all’utilizzo delle colonne sonore dei sei film della saga per uno spettacolo abbina lo straordinario impatto di un’orchestra sinfonica di 86 elemen­ti con proiezioni di spezzoni dei film su un maxischermo di 30 metri ad al­tissima definizione. A Milano in au­tunno, infatti, Star Wars: a musical journey rappresenta un evento tale da spingere perfino il compositore John Williams a riscrivere appositamente parti delle sue celeberrime partiture.