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ROMA. Nuoto, la 25 km di fondo è azzurra Oro per Cleri e bronzo per la Vitale

Lino Giaquinto sabato 25 luglio 2009
Cinque ore e mezza, solo tra le onde. Che ti portano sotto. Braccia a braccia con un nugolo di altri folli stakanovisti del mare che si “bevono” 18-20 km di allenamento al giorno come fossero una corsetta al parco. Cinque ore e 26 minuti; 25 km di fondo: una fatica disumana che fa sembrare piccola anche la corsa di Filippide dalla spianata di Maratona alle porte di Atene.E in fondo, lontanissimo, un puntino nel mare di Ostia, lo striscione azzurro da toccare per mettere fine al tormento. E aprire il cuore e la mente alla gioia. Sarà un caso, ma il primo oro italiano ai Mondiali di nuoto arriva dalla prova più lunga e massacrante. Come Baldini ad Atene 2004 (maratona), come Schwazer a Pechino (50km di marcia). Italiani, popolo di santi, poeti e faticatori. L’impresa di Valerio Cleri, 28enne di Palestrina, sui Castelli romani, uno stipendio (cosa non da poco per un atleta) dall’Esercito e una passione infinita per il nuoto, ripaga con gli interessi quanto tolto da una giuria distratta nella 10 km di mercoledì. Il primo pensiero è per quel bronzo sfumato dopo il verdetto della giuria, che ha dato per buono l’arrivo rocambolesco dell’americano Crippen, passato sotto le boe per infilarsi nel budello che porta al traguardo. «Sorrido dentro. La dedico a chi ha goduto per il mio 4° posto. Adesso festeggio io».Una medaglia programmata, analizzata con il computer di bordo perché là tra le onde sei solo con i tuoi pensieri e nulla può essere lasciato al caso. Ogni bracciata, ogni mossa va calcolata per non restare senza benzina. «Negli ultimi metri nuotavo e dentro di me immaginavo già quanta felicità mi avrebbe circondato una volta finita la gara. Sono contento di aver regalato questa emozione a tutti gli italiani». Chissà se Valerio ha avuto tempo di rileggere la sua avventura da “pendolare” delle piscine, su e giù con il treno per allenarsi nell’impianto del Nomentano. Anni a macinare migliaia di km, sino alla decisione di tuffarsi nelle acque libere, dove oltre ai muscoli serve anche la testa. Una Coppa del Mondo dominata nella scorsa stagione, argenti e bronzi mondiali ed europei in serie, sino alla gara perfetta nel mare che l’ha visto crescere. E che ieri l’ha sospinto verso la gloria. Il lunghissimo testa a testa con l’australiano Trent Grimsey che cede di schianto nel finale quando Cleri affonda l’ultima rasoiata. Tutti gli altri dietro, dal russo Dyatchin (bronzo a oltre due minuti) in giù, a seguire la scia dell’italiano. «Eravamo preparati al fatto che avremmo trovato onde, ma soprattutto tanto vento - racconta il neo iridato - . È andato tutto benissimo: ho conservato le energie nervose per il finale. Al penultimo rifornimento ho effettuato lo strappo decisivo. Pensavo che saremmo arrivati allo sprint, invece negli ultimi 500 metri ho allungato la bracciata e l’australiano ha mollato... Rivincita dopo la 10 km? No, non mi è stato tolto nulla. Ho fatto due bellissime gare; avevo lavorato bene anche per questa 25 che mi piace tanto. Infatti, sono uscito molto più fresco del solito...».Cleri eguaglia con questa vittoria i due trionfi di Viola Valli, unica italiana prima di lui ad imporsi in una 25 km mondiale. E ottiene un altro primato, del cuore. Sarà intitolato a lui il primo dei 65 pozzi d’acqua (uno per ogni titolo) che l’Amref costruirà in Kenya e Tanzania per dare acqua pulita e potabile a centinaia di migliaia di persone.Vitale, il bronzo dell'onda rosa. Trattenete il respiro... C’è un’onda rosa che avvolge i Mondiali. Esclusa l’epica impresa di Valerio Cleri, ci sono 5 podi tutti al femminile nel forziere dell’Italia. L’argento vivo dal trampolino della coppia Cagnotto-Dellapé dal trampolino, il bronzo della sincronette Adelizzi, le medaglie dal fondo. Mai come in questi anni le ragazze hanno assunto un ruolo di primo piano. L’ultima perla era nascosta nel mare di Ostia, dove ieri Francesca Vitale sfidando onde da catamarani ha raccolto un bronzo che vale: «Ho dato tutto, ma sono felice da impazzire», le prime parole della romana. Una gara tutta all’attacco per Francesca, che solo nel finale ha ceduto alla tedesca Angela Maurer e ha sfiorato l’argento (andato allo sprint alla russa Uvarova). «Il mare era molto mosso, ma non mi ha dato troppo fastidio - continua la Vitale - . Il vero problema sono state le botte che ho preso, specie all’inizio della gara». Il sorriso di Francesca chiude la prima settimana iridata e consegna il testimone alle finali del nuoto.